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La rubrica “Pillole di Cina” è diventato un libro

In Cina, Cultura by Alessandra Colarizi

Le Pillole di Isaia Iannaccone nascono con l’intento di superare stereotipi e tesi precostituite, risalendo all’origine di credenze e incomprensioni. Il volume, edito dal Centro MM-Università degli Studi di Trento, raccoglie gli editoriali scritti tra il 2019 e il 2022 per la rubrica PILLOLE DI CINA, e pubblicati su China Files.

Quando nel 2008 è nato il progetto China Files, Pechino si apprestava a ospitare le Olimpiadi estive come al ballo delle debuttanti. Impacciata, cominciava appena a muovere i primi passi sul proscenio internazionale. Con curiosità, dall’altra parte del mondo osservavamo quel gigante scivolare e rialzarsi a ogni inciampo. Erano i primi tentativi di una convivenza non facile, ma necessaria. Le diversità politiche e culturali rendevano necessario uno sforzo conoscitivo che intorno a noi avvertivano in pochi. China Files è nata con l’intento di conciliare sinologia e giornalismo per avvicinare il pubblico italiano alla Cina, aspirante superpotenza.

Concluse le seconde Olimpiadi di Pechino, oggi le circostanze non potrebbero essere più diverse. Quattordici anni fa la Cina era appena sesta al mondo per Pil, oggi è a un soffio dalla vetta del podio. Quattordici anni fa la Cina prometteva aperture economiche e politiche, oggi invece la Cina ci appare un po’ più lontana e più impenetrabile che mai. Si sono ridotte le distanze geografiche, non le differenze culturali. Come allora, tutt’oggi in Italia manca un’informazione critica, approfondita e distaccata sul paese. Se l’ascesa dei nuovi media ha reso la Cina più accessibile, al contempo la mancanza di mezzi interpretativi ha reso il dibattito mainstream sempre più polarizzato. Oggi parlare di Cina vuol dire necessariamente schierarsi: o si è “filocinese” o si è “anticinese”, o si è “Panda huggers” o si è “China hawks”. 

In questo tifo da stadio, si tende a cancellare le sfumature e a privilegiare una narrazione manichea, perdendo di vista le contraddizioni che contraddistinguono la millenaria civiltà cinese. Quelle contraddizioni che la dottrina taoista ha saputo armonizzare nell’unione tra gli opposti, che il filosofo Mozi ha sintetizzato nella sua arte retorica, e che la leadership comunista è riuscita a trasformare in uno strumento di legittimazione. 

Attingendo costantemente al passato, la Cina del nuovo Millennio ci manda spesso segnali difficili da decifrare. Le Pillole di Isaia Iannaccone nascono con l’intento di superare stereotipi e tesi precostituite, risalendo all’origine di credenze e incomprensioni. Il racconto, supportato dall’utilizzo rigoroso di fonti storiche e letterarie, si dipana nell’arco di millenni tra leggende e fatti realmente accaduti: da quando i cinesi sono “gialli”?  Perché l’imperatore cinese viene associato al simbolo del Drago?  Cosa c’entrano le mire espansionistiche dei mongoli con i kamikaze giapponesi?  Anche dietro domande apparentemente facete si nascondono aneddoti e racconti indispensabili per interpretare la Cina di oggi. Perché imparare a conoscere la Cina, vuol dire indagare corsi e ricorsi storici. Vuol dire grattare sulla superficie per risalire alla genesi di comportamenti e reazioni a nostro avviso incomprensibili e irrazionali. Vuol dire innanzitutto porsi interrogativi senza la presunzione di trovare risposte, con curiosità e umiltà. Questa raccolta di Pillole aspira a fornire spunti di riflessioni e chiavi interpretative. Sperando che la Cina vi sembri un po’ meno lontana. 

Di Alessandra Colarizi

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