Al World Economic Forum di Davos si è fatto il punto su diverse questioni, tra cui l’Intelligenza Artificiale e una cosa è apparsa con una certa nitidezza: la Cina ha in mano le redini di questa rivoluzione. Lo hanno ammesso candidamente alcuni tra i CEO delle più potenti aziende americane, lamentando il ritardo statunitense e lo conferma anche l’Annual Global CEO Survey di Pwc che ha chiesto, tra le altre, cose a 1400 CEO quale fosse il loro pensiero sull’AI. Per una volta i risultati hanno sorpreso gli stessi consulenti, indicando un divario nella percezione che appare lampante. L’84% dei manager cinesi ha infatti risposto che l’AI avrà un impatto sul business più rivoluzionario di quello avuto da internet, contro il 38% dei loro pari americani. Sugli esempi di applicazione dell’AI in azienda, solo il 5% dei manager americani ha saputo citare qualche caso valido, contro la maggioranza di quelli cinesi per i quali è ormai normale che si sperimentino applicazioni dell’AI in diverse aree operative.
La cronaca dell’AI in Cina
-La «nuova era» della Cina punta al nostro immaginario
Investimenti e «progetti pilota» stanno radicalmente cambiando la società cinese. E se la science fiction locale interpreta le mutazioni antropologiche, nella vita vera aumenta il rischio di «digital divide»
-Intelligenza artificiale e robot: le nuove sfide per i lavoratori cinesi
La spinta di Pechino sull’automazione avrebbe già portato alla perdita del 40% dei posti di lavoro negli ultimi tre anni. A Shanghai c’è la banca senza umani: i dati dei correntisti sono ottenuti dal riconoscimento facciale, mentre «Good Doctor» è un’applicazione che mette in rete 40mila medici gestiti dall’AI
-Cina, la catena di montaggio dell’Intelligenza artificiale
La corsa di Pechino all’intelligenza artificiale si basa sul lavoro di migliaia di persone impiegate nell’attività di «etichettatura» di tutti i dati. Un lavoratore che pone le etichette può elaborare 40 oggetti al giorno, guadagnando 10 yuan all’ora, circa 1 euro, per uno stipendio mensile totale di 300 euro
-Gli occhi «intelligenti» di Pechino sui volti africani
Cina, Africa e intelligenza artificiale. Pechino sperimenta le proprie tecnologie di «riconoscimento facciale» in Zimbabwe. Le startup cinesi di AI hanno ormai superato quelle Usa nella raccolta di finanziamenti
-Le vite a punti dei cinesi all’ombra del partito
Big Data in Cina. Entro il 2020 Pechino perfezionerà il sistema dei «crediti sociali» per una società virtuosa. Nella città di Suining si è sperimentato il sistema: ogni cittadino parte con 1.000 punti che può perdere o recuperare attraverso il suo comportamento «sociale»
-Sorvegliare e punire. Il laboratorio sociale della Cina in Xinjiang
Nella regione a maggioranza uigura un milione di persone sarebbero detenute all’interno dei «campi di rieducazione». Il PCC ha lanciato il piano «United as One Family»: i cinesi «han» diventano «poliziotti-cittadini» installandosi nelle case degli uiguri.
-Guerre digitali
Mediattivismo. L’incredibile mole di dati raccolti dall’App ha dato al Pcc la possibilità di “tracciare” ovunque i cinesi
-La blockchain dei polli, sicurezza alimentare e controllo della filiera in Cina
Le potenzialità della tecnologia blockchain sono state percepite dal governo cinese, prima di molti altri I campi di applicazione della tecnologia blockchain sono numerosi e la loro importanza ben chiara al governo cinese. Tra questi il settore avicolo, piegato dall’epidemia di influenza aviaria che colpì il paese nel 2013 e che sta cercando di recuperare credibilità ed affidabilità agli occhi dei consumatori.
-Sinologie – L’ecosistema delle criptovalute in Cina
Quello della tecnologia Blockchain è un tema nuovo, non solo per la Cina. Il Dragone é però divenuto negli ultimi anni l’hub mondiale più importante per la sperimentazione delle tecnologie blockchain applicate ai campi più diversi e soprattutto per il trading e la generazione delle criptovalute, prima fra tutte il bitcoin. Il tutto nonostante l’opposizione del governo, preoccupato dal potenziale che le criptomonete potrebbero avere.
-Sinologie – Possibili scenari evolutivi delle criptovalute in Cina
Il terzo ed ultimo capitolo della tesi su Blockchain e criptovalute in Cina (che alleghiamo in versione originale inglese di seguito), è dedicato all’analisi di alcuni dei possibili scenari che si potrebbero venire a creare in Cina se i sospetti circa la volontà di controllo da parte del governo di questa tecnologia si dimostrassero fondati.
-L’ossessione cinese per il controllo colpisce le auto elettriche
Secondo Associated Press, tutti i grandi marchi – da Volkswagen a BMW – hanno accettato di condividere con il governo cinese informazioni sensibili sui veicoli elettrici pur di accedere agli incentivi statali.
-Cina, l’Intelligenza artificiale in tribunale
La corte di Shanghai ha giudicato un caso di rapina e omicidio con l’assistenza di un sistema di intelligenza artificiale ad hoc per casi criminali. E’ la prima volta in Cina.
Fantascienza, le interviste
-Nel caleidoscopio della Cina cyberpunk
Intervista. Parla Chen Qiufan, lo scrittore di «Waste Tide», definito il «William Gibson cinese». «Nel mio paese è facile perdersi nella confusione di esistenze in costante cambiamento. Perciò, un autore deve saper catturare la stranezza nella vita quotidiana»
-Il divenire «senza frontiere» della letteratura
Tempi presenti. Un’intervista con Xia Jia, scrittrice della new wave fantascientifica cinese tra le più influenti e seguite
-Shanghai, specchio di un futuro possibile
Intervista. Un incontro con Han Song, prolifico scrittore di fantascienza quasi sconosciuto in Italia. «È la forma di letteratura più libera. È ribelle, come la musica rock, che pure in questo paese è stata spesso vietata».
-Il sorvegliante ben controllato
Intelligenza artificiale. Cina, la corsa allo sviluppo del settore, che sarà materia d’insegnamento anche nelle scuole. Intervista con Jeffrey Ding, ricercatore presso l’Università di Oxford