La nuova frontiera del calcio

In by Simone

Calcio e Cina, un binomio sempre più stretto. Fra fan accaniti che guardano le partite fino alla morte e mazzette date al mister per non finire in panca. Fra grandi nomi che arrivano sempre più numerosi e manager che scippano il nome a Gattuso. Benvenuti nel calcio formato Impero di Mezzo. [Continua da qui] Per dire: durante gli Europei di calcio questa notizia sui media cinesi. Un uomo si è sciroppato per 11 notti di fila tutte le partite dell’Europeo, che significa a mezzanotte la prima e alle due e quarantacinque la seconda. Si tratta di andare a letto alle cinque del mattino e svegliarsi verosimilmente tre ore dopo. O due.

È morto. È successo a Changsha (dove è partita la nuova produzione Fiat in Cina, con tanto di maglioncino Marchionne presente: segnali?).

Ed è successo poco dopo che Balottelli la metteva contro l’Irlanda (o forse quando per gli strani giochi delle regole Uefa l’Italia era addirittura prima nel suo girone).

Il calcio in Cina fa strani scherzi, belli e brutti. Capita ad esempio che un ragazzo cinese scelga come nome straniero (ogni cinese impegnato nel business sceglie un nome occidentale, tipo Michael, John, Steve) “Pippo” in onore di Pippo Inzaghi e abbia la mail rossoneri@qualcosa.

Oppure che un dirigente di una nota, stra_nota, azienda cinese scelga invece “Gattuso”. Piacere, sono Gattuso Li.

O anche che stranieri che vivono in Cina da anni e che per anni si sono barcamenati tra mille lavori, interpretariati, apparizioni cinematografiche, insegnanti di italiano per suore o cantanti d’opera, venditori di vini nelle steppe mongole, dove sorseggiano vino pregiato a canna, ubriacandosi come lupi malati, grazie al calcio possono svoltare.

Diventando procuratori, ad esempio. O assistenti di allenatori famosi che hanno vinto il Mondiale e un paio di scudetti un po’ così che vengono a caricarsi di miliardi in Cina.

Capirete che a quel punto i racconti succosi si sprecano.

Ad esempio. Il calcio cinese quest’anno sta imbarcando molti calciatori e mister di chiara fama internazionale: Anelka, Lippi, Drogba, pare, ma anche gente come Conca, che da noi non è nessuno, ma che è costato una decina di milioni e qui fa un po’ quello che vuole (comprese rovesciate in allenamento su cross dell’interprete italiano).

Per gli stranieri che vengono a giocare in Cina, però, la vita non è sempre semplice, neanche quella calcistica. Un calciatore italiano che ha giocato qui una stagione (no, non è Damiano Tommasi) raccontava che era finito in panca perché non pagava il mister. Mica cinese, serbo.

In Cina la mazzetta è matematica e classica. Per sapere il sesso di un nascituro, per dire (dato che la legge del figlio unico vieta al dottore di dirlo, perché – anni fa – nelle campagne se veniva fuori che era una femmina si rischiava l’aborto immediato) si allunga qualche centone di yuan. Rigorosamente in cash.

Come i premi partita: immaginatevi un Lo Monaco della situazione che a fine gara entra negli spogliatoi con un paio di sacchetti neri, come quelli della rumenta, con dentro mazzette di euro. Funziona così.

E così vanno i contratti: quando si legge “centocinquanta mega miliardi a X”, in realtà parte è in nero (non facciamo i finti tonti, che non succede solo in Cina), parte è a contratto, parte è in apparizioni, sponsor ed eventi che poi spesso non si realizzano. O meglio vengono pagati, ma il “tramite” cinese si è già intascato i soldi e sparisce. E vallo a cercare.

Segnatevi sta scritta, Zhongguo Zuqiu Xiehui Chaoji Liansai, ovvero la Chinese Super League.

Dal prossimo post entriamo nel vivo (oggi quattordicesima giornata, più che Francia Spagna, potè Beijing Guoan vs Jiangsu Guoxin Sainty, sperando nel passo falso dei cantonesi lippiani a Liaoning (nelle cui carceri, per la cronaca, pare sia rinchiuso il Premio Nobel Liu Xiaobo).

[Scritto per Futbologia; Foto Credits: maopost.com]