La moria dei suini preoccupa Shanghai

In by Gabriele Battaglia

Migliaia di maiali morti sono stati ritrovati in nel fiume Songjiang, vicino a Shanghai. Le autorità cercano di capire le cause di questa straordinaria moria che avrebbe a che fare con l’inquinamento del fiume, soprannominato il "fiume di latte" per il suo colore. Intanto i cittadini dal web si rivoltano. Circa 3mila maiali sono stati trovati morti in un fiume nei pressi di Shanghai. Il Songjiang, questo il nome de fiume in questione, è anche un’importante fonte di acqua potabile per la città. Le autorità cittadine stanno cercando di capire da dove provengano i maiali e cosa ha causato la loro morte, mentre i cittadini esprimono già rabbia e preoccupazione sui social media.

“E’ questa l’acqua che beviamo?” E ancora: “Se tutto ciò è già accaduto anche in passato, non so proprio immaginare cosa fanno le autorità preposte”, sono le domande che rimbalzano sulla rete da qualche giorno. Bisogna infatti specificare che la notizia si è diffusa nella giornata di lunedì, ma il ritrovamento delle carcasse dei maiali risale già a venerdì scorso.

I giornali locali, inoltre, avevano già parlato di un virus che stava decimando la popolazione suina nei villaggi a monte del fiume, nei pressi della città di Jiaxing, nello Zhejiang. Proprio il quotidiano della città infatti, il Jiaxing Daily, aveva riportato la notizia che nel solo villaggio di Zhulin erano morti 10mila maiali a gennaio e almeno 8mila a febbraio.

Secondo quanto riportato dal China News Service la provenienza dei maiali è anche confermata dall’etichetta che in molti casi è stata trovata sulle orecchie degli animali. Sono interessate le aree di Jiaxing e di Pinghu – nella regione dello Zhejiang – e alcuni villaggi della vicina regione del Jiangsu.

Secondo il Centro di prevenzione e controllo per le malattie animali di Shanghai, le analisi condotte sugli organi interni di cinque carcasse dimostrano che alcuni dei maiali soffrivano di gravi malattie, tra cui addirittura la peste suina. Nonostante questo, l’agenzia di stampa governativa Xinhua, si è affrettata a rassicurare la popolazione specificando che gli esami sull’acqua del tratto di fiume interessato sono in linea con gli standard nazionali e comunque simili a quelli fatti l’anno scorso nello stesso periodo. In ogni caso, aggiunge la nota di Xinhua, il virus della peste suina non si trasmette agli esseri umani.

Ancora il China News Service cita un comunicato ufficiale del Dipartimento regionale per l’agricoltura dello Zhejiang in cui si dice che la maggior parte dei maiali morti era di giovane età e che la loro morte può essere fatta risalire almeno al mese scorso. Lo stesso rapporto suggerisce che la causa dei decessi potrebbe essere stata il rigido inverno. Ma gli internauti hanno fatto notare immediatamente come da quelle parti la temperatura difficilmente scenda sotto gli zero gradi. Fonti non governative, inoltre, riportano che anche in questi giorni i maiali di quella zona continuano a morire con un ritmo di 300 unità al giorno.

Una notizia del genere è preoccupante. Soprattutto perché esce mentre a Pechino è ancora in corso il Lianghui, la doppia assemblea che si riunisce una volta all’anno, l’istituzione consultiva più simile al nostro parlamento. Quest’anno uno dei temi più trattati è stato quello dell’inquinamento. In Cina l’aria, l’acqua e il suolo stanno diventando sempre più velenosi. Questo è anche il motivo dei sempre più frequenti “incidenti di massa”, ovvero le manifestazioni e le proteste che attentano alla stabilità della Repubblica popolare.

La settimana scorsa Chen Jiping, membro di spicco del Comitato per gli affari politici e legali della scorsa legislatura, ha dato i nuovi numeri sugli “incidenti di massa” che ogni anno si verificano in Cina. Sarebbero tra i 30 e i 50mila. Ha anche ammesso che smartphone e internet hanno aiutato i manifestanti ad organizzarsi meglio e a far sentire la loro voce più chiaramente. E c’è un’altra importante ammissione da parte di un funzionario in pensione del Partito: le proteste contro l’inquinamento hanno ormai superato quelle contro gli espropri forzati di terre.

E bisogna anche tener presente un altro dato ignorato dai media locali. Non è detto che i maiali non si siano ammalati proprio a causa delle acque inquinate dello stesso fiume. Il mese scorso, proprio nelle zone dove stanno morendo i maiali, gli scarti chimici di una fabbrica che fa componentistica per la Apple avevano colorato di bianco le acque del fiume, Tanto che quest’ultimo era stato soprannominato dalla stampa “il fiume di latte”

[Scritto per Lettera43; foto credits: ]