Ultimamente molte foto di persone scomparse compaiono sui social network, uploadate da famiglie e amici preoccupati. Ma cosa provano, invece, le famiglie che sanno che la sparizione di un proprio caro ha a che fare con la polizia? Annie Zaidi racconta il caso di Majoni Das, giornalista e attivista per i diritti delle donne Ultimamente ho notato foto di persone scomparse circolare sui social network. Probabilmente messe su da famiglie angosciate o conoscenti preoccupati. E’ difficile immaginare il dolore di una perdita che non è né definitiva né spiegata. Perché qualcuno scompare? Che cosa gli o le impedisce di tornare a casa? Che angoscia fisica o emotiva deve soffrire nel frattempo?
Queste domande devono susseguirsi nelle menti di coloro i cui figli – o genitori, o nonni – sono scomparsi. Ma immagina la paura e la rabbia nei cuori di coloro che sanno che la scomparsa della loro figlia ha qualcosa a che fare con la polizia!
Una dichiarazione rilasciata da una federazione di associazioni femminili dice che Majoni Das, insegnante e attivista per i diritti delle donne in Assam, è scomparsa dopo essere stata presa in custodia dalla polizia, presumibilmente a causa di "legami con gruppi di insorti"
Das scriveva per un giornale locale ogni due settimane e lavorava anche come custode in un ostello della cittadina di Jorhat. Era a casa a Sibsagar quando la polizia l’ha convocata. Così ha detto in un messaggio inviato ai suoi colleghi.
Secondo la sua famiglia, l’8 febbraio, due poliziotti (uno di loro era una donna) sono andati da Das, mentre lei era fuori. Hanno lasciato un messaggio chiedendole di riferire l’ufficio del sovrintendente. Il 10 febbraio ha deciso di incontrare il capo della polizia del distretto di Sibsagar, e non è più stata vista da allora.
Un primo rapporto sulla scomparsa è stato presentato a Jorhat dal suo datore di lavoro, un altro a Demow dalla sua famiglia. La polizia Sibsagar avrebbe detto alla famiglia che Das ha aderito al Fronte unito di liberazione dell’Assam (ULFA) ed è andata a Nagaland.
Tutto ciò induce una caterva di domande. Che tipo di forze di polizia convoca una donna alla stazione se è sospettata di essere una ribelle armata? E come ha fatto la polizia a sapere già che se ne era andata a Nagaland? Chi gliel’ha detto? E se lo sapevano, perché non le stavano dando la caccia, dato che erano così ansiosi di chiamarla per una chiacchierata? Da quanto tempo attendevano di prendere Das? E se era importante incarcerarla o interrogarla, perché non hanno percorso la breve distanza fino a Jorhat, dove lavorava? Dopo tutto, sapevano dove viveva e lavorava.
La famiglia di Das è preoccupata che questo potrebbe essere un altro "caso EID" (Enforced of Involuntarily Disappearances, sparizioni forzate o involontarie, ndt).
In Assam, ci sono stati diversi casi di "sparizioni forzate o involontarie". In alcuni casi, le persone scomparse, dopo qualche tempo, sono state trovate morte. Tuttavia, gli agenti di polizia locale non hanno preso il cas Das sul serio, nemmeno per il bene di preservare la loro reputazione.
Così com’è, gli Stati del nord-est hanno sofferto enormemente a causa di varie ribellioni armate e le misure anti-insurrezioniste, tra cui la legge sulle forze armate speciali.
Nel Manipur, ci sono gruppi come "Extra-judicial Execution Victim Families’ Association, Manipur" e "Families of the Involuntarily Disappeared’s Association, Manipur". Nel Kashmir c’è "Association of Parents of Disappeared Persons".
Per quanto riguarda l’Assam, il sito web della Commissione per i Diritti Umani Assam elenca un sacco di "categorie" in cui i casi sono stati registrati, tra cui "detenzione illegale / arresto", "abuso di potere e negligenza", "morte misteriosa" e "scomparsa misteriosa".
Tuttavia, non offre dettagli sul numero dei casi segnalati. Dice solo che dei 6.546 casi archiviati fino a marzo 2008, almeno 774 sono stati i casi contro la polizia e 418 sono stati i casi di decessi durante la custodia.
Possiamo solo sperare che Majoni Das venga rintracciata al più presto, che non diventi un’altra statistica e che la polizia dimostri alla famiglia di Das che le loro paure erano infondate.
*Annie Zaidi scrive poesie, reportage, racconti e sceneggiature, non necessariamente in quest’ordine. Il suo libro I miei luoghi: a spasso con i banditi ed altre storie vere è stato pubblicato in Italia da Metropoli d’Asia.
[Articolo originale pubblicato su Daily News and Analysis]