L’India è sconvolta dalle scommesse illegali legate al cricket, mentre i soprusi giornalieri contro la libertà sessuale e la dignità delle coppie indiane continuano nell’indifferenza generale. Annie Zaidi si chiede come mai gli indiani non facciano come i turchi e non lottino per i propri diritti fondamentali.
Immaginate di venir trascinati fuori da casa vostra nel bel mezzo della notte, di essere malmenati e disonorati pubblicamente. Non avete picchiato nessuno, nessun atto di violenza, nessuna frode economica, niente di niente. Tutto ciò di cui siete accusati è esservi innamorati ed aver deciso di andare a convivere; per questo venite puniti, da qualcuno che pretende di parlare ed agire a nome di tutti, della comunità.
E’ successo nel distretto di Barlampur. Una donna, separatasi dal marito, aveva iniziato a convivere con un altro uomo. La coppia viene trascinata fuori casa, di notte. I due vengono pestati a sangue, le loro teste vengono rasate a zero. Li prendono e li portano in giro per tutto il villaggio, così che tutti possano vedere.
Il capovillaggio è un’altra donna, che non interviene e non riporta l’accaduto alle autorità. Il gruppo di assalitori, infatti, è guidato proprio da suo marito. Alla fine qualcuno sporge denuncia; solo così la notizia viene ripresa dalla stampa.
Ma a giudicare dal palinsesto dei telegiornali e dai temi affrontati dalla carta stampata, pare che l’unica questione ad occupare la mente collettiva della nazione sia il cricket.
Come se davvero fosse rilevante occuparsi di persone che scommettono sulle partite. Come se davvero il fatto che due persone in India possano essere malmenate ed umiliate solo perché innamorate sia una cosa tutto sommato superflua, non abbastanza importante. Come se la libertà della gente di vivere con chi si ama non porti a drammatiche conseguenze. Come se le partite di cricket bastino ad assicurare a ciascuno la propria dignità e la propria libertà.
Immagino che ognuno abbia la propria idea di moralità. Immagino che alcuni di noi siano scoppiati in lacrime davanti ad un match di cricket e che la maggioranza della gente, quando si parla di libertà sessuale, preferisca abbozzare, fare finta di nulla. Ma non riesco proprio a capire perché ci ostiniamo ad ignorare la questione più pressante dei nostri tempi.
Credo che in larga parte la nostra indifferenza derivi dal fatto che questo tipo di “incidenti” avvengano perlopiù in contesti rurali, in villaggi. Ci piace pensarci sicuri nelle nostre comode bolle urbane, dove “quelli come noi” vivono come meglio credono. Ci piace pensare che qui, nelle città, non ci sarà mai nessun delinquente a sfondarci la porta di casa e tirarci fuori nel bel mezzo della notte.
C’è stato un altro evento, in questi giorni, anch’esso largamente ignorato dalla nostra stampa nazionale. In Turchia è in corso un’ondata di proteste senza precedenti.
Il governo, seppur eletto democraticamente, nel panico ha deciso di rispondere con la violenza.
La gente stava lottando per proteggere le proprie libertà fondamentali: il diritto agli spazi pubblici, il diritto di baciarsi.
Prima che i manifestanti scendessero in piazza c’era stato un altro tipo di protesta. Baciarsi in pubblico era stato messo al bando, così alcuni iniziarono ad organizzare delle “kiss protest”.
E’ stata una reazione naturale, forse l’unica cosa da fare. Se credi nel diritto di poter baciare, protestare, bere alcolici nei bar, allora non ti rimane che farlo. Farlo fino a renderla una cosa talmente normale, parte integrante della tua cultura, al punto che offendersi davanti ad un bacio in pubblico diventi una cosa ridicola, assurda.
Gli indiani, i giovani indiani in particolare, soffrono terribilmente la “morale pubblica”. Alcuni divieti ufficiali sono semplicemente ridicoli, ad esempio quello riservato ai manichini di biancheria intima femminile (recentemente vietati in alcune zone di Mumbai poiché “indecorosi”, ndt), ma la maggior parte delle volte tutti noi subiamo attacchi illegali ed immorali. Con la scusa di tutelare il senso di “decenza” di qualcuno, possiamo essere maltrattati o arrestati.
Giovani coppie vengono spesso malmenate in parchi, passeggiate e spiagge. Spesso sono costrette a pagare il “decente” cittadino offeso per evitarsi le botte.
E io non ho mai capito perché non reagiamo più spesso. Perché non protestiamo? Perché non ci teniamo per mano, o ci abbracciamo, o ci baciamo finché sarà così normale che nessuno lo noterà nemmeno più? Finché l’unica indecenza rimasta sia quella di fare del male a una coppia di innamorati.
[Articolo originale pubblicato su Daily News and Analysis]
*Annie Zaidi scrive poesie, reportage, racconti e sceneggiature, non necessariamente in quest’ordine. Il suo libro I miei luoghi: a spasso con i banditi ed altre storie vere è stato pubblicato in Italia da Metropoli d’Asia.