Pechino spiata indulge su Snowden

In by Gabriele Battaglia

La vicenda umana di Snowden passa in secondo piano di fronte all’allarme per le rivelazioni sulla penetrazione del monitoraggio Usa nei sistemi cinesi. Il Dragone si scopre improvvisamente esposto e sceglie di enfatizzarlo, per mettere ulteriormente alle corde l’amministrazione Obama. C’è chi schiuma rabbia (Washington e dintorni) e chi esulta (buona parte del resto del mondo). E la Cina? Che si dice oltre Muraglia, dove la “fuga” – tecnicamente non è tale, Snowden è un cittadino libero che altrettanto liberamente ha deciso di andare a Mosca – sembra aver tolto a Pechino un bel po’ di castagne dal fuoco?

China Daily dà notizia di una protesta formale, in un articolo che, riprendendo la notizia data ieri dal South China Morning Post di Hong Kong, rivela l’ampiezza dello spionaggio Usa ai danni della Cina: “La portavoce del ministero degli Esteri Hua Chunying ha detto che Pechino è preoccupata per i rapporti sulle attività di hacking del governo degli Stati Uniti a danno della Cina e ha quindi espresso una protesta verso Washington”.

La vicenda umana di Snowden passa in secondo piano di fronte all’allarme per le rivelazioni sulla penetrazione del monitoraggio Usa nei sistemi cinesi. Il Dragone si scopre improvvisamente esposto e sceglie di enfatizzarlo, per mettere ulteriormente alle corde l’amministrazione Obama.
Un commento pubblicato domenica dall’agenzia ufficiale Xinhua sostiene che le rivelazioni dell’ex contractor Cia sulle attività di spionaggio degli Stati Uniti in Cina hanno “messo Washington in una situazione davvero imbarazzante”.

“Washington dovrebbe darsi una ripulita per quanto riguarda il proprio operato  – si legge – e condividere con il mondo la gamma, la portata e l’intento dei suoi programmi di hacking clandestini”.

Cina offesa, Cina tradita, Cina che chiede trasparenza. Partendo da queste premesse, è il Global Times a sostenere una tesi che non dovrebbe discostarsi troppo da quella ufficiale e che possiamo così riassumere: Pechino ha fatto bene a non intromettersi nella vicenda per mantenere buoni rapporti con gli Usa, ma ora deve attrezzarsi per non essere più vittima degli attacchi informatici di Washington e, al tempo stesso, per non essere più succube dal punto di vista morale dell’opinione pubblica occidentale.

Dunque il Dragone sceglie di giocare in difesa e contropiede, l’occasione è troppo ghiotta. In tal modo la chiave di lettura di tutta la vicenda diventa: dobbiamo migliorare la nostra tecnologia informatica per proteggerci e per colmare il divario con gli Stati Uniti. Se ci riusciamo, tutto ciò porterà automaticamente benefici a tutto il mondo, perché gli Usa saranno ridimensionati.

Si prepara forse il terreno per un nuovo boom della sicurezza informatica cinese, qualsiasi cosa possa significare. In questo senso è significativo il fatto che China Daily accompagni la cronaca del volo di Snowden con un articolo che solleva ulteriore allarme sullo spionaggio Usa oltre Muraglia.
Edward Snowden – si legge – “ha detto a un giornale di Hong Kong [il South China Morning Post, ndr] che le spie degli Stati Uniti hanno violato le aziende cinesi di telefonia mobile e una dorsale di rete per rubare i messaggi di testo e i dati di milioni di cittadini cinesi”.

Insomma, non solo interessi militari o di intelligence, ma anche la vita di tutti i giorni è stata violata. Non è un riferimento a caso, visto che la presunta “superiorità morale” degli Usa nei confronti della Cina si gioca in buona parte sull’inviolabilità della privacy dei cittadini da parte del governo.

In particolare, si sottolinea che “in un solo giorno nel mese di gennaio, almeno 63 computer e server presso la Tsinghua University sono stati violati dalla NSA, ha detto Snowden. La Tsinghua è sede di una delle sei principali dorsali di rete della Cina continentale, il China Education and Research Network, noto come CERNET, dal quale possono essere estratti i dati Internet di milioni di cittadini cinesi”.

L’ampiezza e la portata del monitoraggio da parte degli Stati Uniti di informazioni Internet sulla Cina è scioccante, è oltre le aspettative”, dice Jia Xiudong, un ricercatore dell’Istituto di Studi Internazionali. “Qual è la connessione tra la CERNET di Tsinghua e il terrorismo?”, chiede enfaticamente lostudioso.

E Snowden? Arrivederci e grazie: “L’intero mondo – si legge sul Global Times ha tratto beneficio dalla rivelazioni di Snowden. Egli ha svelato la violazione dei diritti civili e il cyberspionaggio che il governo Usa ha esteso ovunque; li ha svelati dall’interno, il che ha posto gli Stati Uniti sulla difensiva dal punto di vista morale […] Auguriamo a Snowden buona fortuna in questo momento difficile. Il suo destino personale rifletterà l’esito della sfida tra l’egemonia degli Stati Uniti e la ricerca globale di equità e giustizia”.

[Scritto per Lettera43; foto credits: businessinsider.com]