La scorsa settimana la Corbis Entertainment – che si occupa di digitalizzazione e gestione dei diritti di distribuzione di milioni di documenti audiovisivi – ha venduto le proprie «image division and content licensing unit» alla cinese Visual China Group. I termini economici dell’affare non sono stati divulgati, ma si sa che la compagnia fondata da Bill Gates nel 1989 ha ceduto almeno 200 milioni di foto digitali alla compagnia cinese leader nel settore in Asia, comprese migliaia di scatti storici e dall’alto valore politico, anche e soprattutto in Cina. Amy Jun Liang, presidente di Visual China Group, ha dichiarato a Business Wire: «La transazione non fa che rafforzare la nostra posizione dominante nell’industria delle immagini in Cina, potenziando le nostre competenze nel mercato internazionale e segna una pietra miliare nel nostro percorso verso la globalizzazione». Per contro, con la cessione del reparto fotografico, Corbis presto adotterà un nuovo brand, concentrandosi maggiormente sulla gestione e distribuzione di materiale video e cinematografico. Al di là dei dettagli prettamente commerciali, Visual China Group è riuscita ad appropriarsi di un vero e proprio tesoro della fotografia digitale, comprendente milioni di istantanee collezionate e digitalizzate per la diffusione nel nuovo millennio dalla compagnia del fondatore e presidente onorario di Microsoft.
Basti pensare che nel portfolio di Corbis si trova probabilmente la Foto per eccellenza delle proteste cinesi, scattata dal Beijing Hotel di piazza Tienanmen nel giugno del 1989: «Tank Man», un uomo in piedi di fronte alla fila di carri armati dell’Esercito popolare di liberazione mandati contro gli accampamenti degli studenti nel centro di Pechino. Quello scatto, assieme ad altre migliaia di scatti «sensibili», dal 22 gennaio è a tutti gli effetti proprietà di una compagnia cinese, e ci si interroga ora sulle possibili conseguenze nella libertà di diffusione di immagini ancora oggi «sgradite» al Partito comunista cinese.
La giornalista di Cnn Lisa Hope King ha provato a inserire nel motore di ricerca interno di Corbis «Tienanmen», in inglese, visualizzando – come normale – una serie di fotografie delle proteste studentesche; ma se la medesima ricerca viene fatta accedendo alla sezione in cinese, quindi inserendo il nome della piazza in caratteri cinesi, le foto «politicamente sensibili» scompaiono, lasciando spazio a una galleria di «personaggi famosi».
Il timore è che, col passaggio alla gestione cinese dei contenuti, la censura governativa comunque presente all’interno dei confini della Cina continentale possa essere estesa anche al resto del pianeta Terra. Eventualità che, dal Visual China Group, sembrano avere già categoricamente smentito.
La compagnia cinese, appena dopo la firma del contratto, ha chiarito di aver concluso un accordo con Getty Images per la gestione e la distribuzione dell’archivio fotografico acquisito da Corbis in tutto il mondo. Tranne, ovviamente, in Cina.
Alla richiesta della Cnn circa il motivo di diversificazione degli esiti della medesima ricerca tra motore internazionale e cinese, un portavoce di Corbis si è rifiutato di commentare. Allo stesso modo, dichiarazioni o commenti di Bill Gates o della Gates Foundation sull’affare Visual China Group risultano introvabili.
[Scritto per il Fatto quotidiano; foto credit: pri.org]