Il governo sudcoreano è al lavoro per frenare la nuova ondata di contagi di Covid-19 nel Paese. A preoccupare l’amministrazione di Moon Jae-In è il dato in aumento in tutto il territorio nazionale e in particolare nell’area metropolitana di Seul.
L’Agenzia per il controllo e la prevenzione delle malattie della Corea del Sud (Kdca) da domenica scorsa conta più di 200 nuovi casi di coronavirus al giorno, per un totale di oltre 29 mila positivi e 497 decessi registrati dall’inizio della pandemia. Un aumento rilevante alla luce dei dati registrati la settimana scorsa, quando si sono avuti circa cento nuovi positivi al giorno. Per frenare l’incremento dei contagi, le autorità sanitarie sudcoreane hanno deciso di introdurre dal 19 novembre nuove restrizioni, innalzando le misure di distanziamento sociale nell’area metropolitana di Seul e nella provincia di Gyeonggi al livello di 1,5, il secondo più basso su una scala di cinque delle misure di emergenza pandemica. Non saranno colpite le principali attività quotidiane, ma saranno introdotte misure più rigorose nei luoghi dove il virus circola più facilmente: bar, discoteche e sale da concerto dove è consentita una capienza massima di cento persone, ma non sarà possibile mangiare o cantare. Le autorità governative hanno deciso di intervenire anche sulle celebrazioni religiose, dove sarà consentita la presenza del 30 per cento dei fedeli. Dall’inizio della pandemia, i luoghi di culto sono finiti nel mirino del governo per le migliaia di contagi che ci sono stati tra i seguaci delle diverse sette.
Ma è sull’istruzione che il governo di Seul pone maggiore attenzione: nelle aule scolastiche non si dovrà superare un terzo della capienza. L’obiettivo è quello di frenare il virus in vista dell’esame nazionale per l’ammissione alle università. Il prossimo 3 dicembre, oltre 480 mila studenti parteciperanno al College scholastic ability test (Csat), la temuta prova annuale che segna la carriera accademica dei giovani laureati.
Fino alla settimana scorsa la situazione sembrava sotto controllo, ma è il comportamento dei cittadini ad allarmare le autorità. Il Primo ministro sudcoreano Chung Sye-kyun è consapevole che le nuove restrizioni saranno causa di disagi per tutti, ma le ritiene necessarie per evitare misure più stringenti a livello nazionale. E soprattutto il premier non nega che gli sforzi per contenere il virus si rivelano insufficienti senza una reale collaborazione dei sudcoreani.
Ponendo enfasi sulle misure di contenimento, le autorità hanno deciso di applicare una sanzione di circa 80 euro a chi non usa la mascherina nei luoghi pubblici e sui mezzi di trasporto o anche a chi non la indossa correttamente. I cittadini sudcoreani non sembrano però rispettare le misure introdotte, specialmente al ristorante o nelle palestre. Secondo i dati raccolti dal ministero dell’Interno, in una settimana ci sono state oltre 25 mila segnalazioni pubbliche in relazione alle violazioni sull’utilizzo delle mascherine in pubblico.
[Pubblicato su il manifesto]Sanseverese, classe 1989. Giornalista e videomaker. Si è laureata in Lingua e Cultura orientale (cinese e giapponese) all’Orientale di Napoli e poi si è avvicinata al giornalismo. Attualmente collabora con diverse testate italiane.