Il primo straniero a mettere piede a Shanghai fu un italiano e da allora i nostri connazionali si sono distinti nella vita artistica e culturale di quella che un tempo era chiamata la Parigi d’Oriente. Oggi una mappa ripercorre i luoghi della presenza italiana e il consolato mette a disposizione una borsa di studio per proseguire le ricerche.
Prima della fondazione della Repubblica Popolare di Cina, nel 1949, la presenza italiana a Shanghai ha attraversato varie fasi: quella intorno alla metà dell’Ottocento, animata soprattutto dai missionari cattolici, molti dei quali eminenti scienziati, artisti e sinologi; quella della seconda metà dell’Ottocento, che vide l’arrivo dei diplomatici del Regno d’Italia e di un folto stuolo di imprenditori (della seta, del marmo ecc.); quella della prima metà del Novecento, l’ “età d’oro” della presenza italiana, in una Shanghai allora nota come la Parigi d’Oriente o la New York d’Occidente, in cui la presenza italiana, ancorché esigua (non superò i circa duecento residenti) fu parimenti particolarmente significativa pressoché in tutti i settori, dall’economia alla cultura, dalla scienza e tecnica all’arte alla musica alla moda alla gastronomia e ad altri ancora.
“Qui a Shanghai non siamo gli ultimi arrivati” – ha spiegato non senza compiacimento il console generale Vincenzo De Luca – “il primo straniero a mettere piede a Shanghai fu un italiano, il missionario gesuita Lazzaro Cattaneo nel 1608. E fu sempre un italiano, Amer Enrico Lauro, a girare il primo documentario a Shanghai nel 1905. Mario Paci, un altro italiano, fondò e diresse dal 1919 al 1942 la Shanghai Symphony Orchestra. E ancora un italiano, il missionario gesuita Francesco Brancati, fondò la prima chiesa cattolica a Shanghai della meta’ del Seicento. E sempre italiane erano il più bell’albergo della Shanghai anni trenta (il Nuovo Albergo Reale) e le boutique di moda più prestigiose non a caso nella “little Italy di Shanghai, a Zi-Ka-Wei, oggi Xu Jia Hui”
I risultati della ricerca, coordinata e perfezionata con mirabile competenza dal Prof. Giorgio Casacchia, esperto linguistico d’Istituto e profondo conoscitore del mondo cinese, sono stati riversati nella mappa “Gli Italiani a Sciangai, 1609-1949”, che vedrà anche una versione in lingua cinese, e confluiranno poi anche in un volume, che sarà pubblicato a Shanghai in italiano e in cinese, oltre che in una seconda mappa sulla presenza italiana dal 1949 ai giorni nostri, e nell’allestimento di un percorso di visita guidata per gli interessati.
La pubblicazione, edita in 500 copie in lingua italiana, ha inteso offrire ai connazionali che operano a Shanghai una memoria storica documentata della presenza italiana oltre a dare un contributo alla ricostruzione della storia stessa della città. In dettaglio, la mappa annovera sul recto circa cento siti connessi con la presenza italiana, dalle sedi diplomatiche ai luoghi di ritrovo agli uffici alle residenze ai negozi agli hotel. Di ogni sito si offre con la denominazione anche una breve spiegazione, l’indirizzo antico e moderno, un’icona che ne specifica il genere (istituzione diplomatica, accademica, religiosa, sede commerciale, residenza, banca ecc.), la fotografia dello stato attuale e, ove possibile, di quello antico. Sul verso, un’introduzione ripercorre le tappe storiche della presenza italiana a Shanghai con il supporto di alcune schede a presentazione di Italiani eminenti ed il corredo di tabelle con i nomi dei diplomatici che si succedettero nella carica di rappresentanti italiani, delle navi civili e militari che si avvicendarono nel porto, e dell’odonomastica di pertinenza italiana.
Il console De Luca ha anche sottolineato come la Mappa “è importante anche per i cittadini di Shanghai che entrano in contatto con la storia della propria città, quasi completamente cambiata dopo il periodo della rivoluzione culturale e la più recente modernizzazione”. Proprio per questo il consolato di Shanghai, in collaborazione con un’istituzione culturale cinese, ha intenzione di offrire una borsa di studio per completare lo studio della mappa ed effettuare una pubblicazione piu’ ampia della storia degli italiani a Shanghai.