La Cina vanta l’impianto censorio più sviluppato della storia, con oltre 2 milioni di poliziotti del web che affiancano gli elaborati algoritmi alla base della Grande Muraglia Digitale. Non ogni criticismo è represso, generalmente il sistema Consente il dissenso personale ma impedisce l’espressione collettiva. tuttavia, dal 2012, sotto la guida del presidente Xi, l’approccio e’ divenuto più autoritario, imponendo una linea maggiormente espansiva sul piano internazionale e, secondo Freedom House, ogni anno più restrittiva per gli utenti internet. Lo stesso viene segnalato da RSF, per il quale la Cina risulta in 177° posizione su 180 nazioni nella classifica sulla libertà di stampa 2019.
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Classe 1989, Sinologo e giornalista freelance. Collabora con diverse testate nazionali. Ha lavorato per lo sviluppo digitale e internazionale di diverse aziende tra Italia e Cina. Laureato in Lingue e Culture Orientali a La Sapienza, ha perseguito gli studi a Pechino tra la BFSU, la UIBE e la Tsinghua University (Master of Law – LLM). Membro del direttivo di China Files, per cui è responsabile tecnico-amministrativo e autore.