La morte di Sai Baba ha causato una forte crisi economica nella sua città, Puttaparthi. Ma secondo Isaac Tigrett, uno dei più celebri discepoli del Guru, per stimolare nuovamente la crescita basterebbe solo rinnovare e incrementare l’offerta, spostandosi altrove. Swami gli ha detto come.
Pare che il declino demografico e la crisi economica che hanno investito la città di Puttaparthi dopo la morte dell’uomo che ne fu il fulcro assoluto, Sathya Sai Baba, si stiano ultimamente accentuando a causa delle voci che si rincorrono a proposito della futura costruzione di un nuovo centro religioso in un’altra località.
Il magazine Tehelka ha dedicato un lungo articolo al progetto parecchio più ambizioso ed esclusivo di quanto cresciuto negli anni attorno alla cittadina dell’Andhra Pradesh e che, se effettivamente realizzato, meriterà di entrare automaticamente al primo posto della già pittoresca classifica della spiritualità indiana da esportazione.
Promotore del progetto è Isaac Tigrett, 64 anni, conosciuto nel resto del mondo per aver fondato nel 1971 a Londra con Peter Morton il primo Hard Rock Café, un locale che doveva presto diventare un brand e una catena planetaria.
Tre anni dopo arrivava per la prima volta in India, dove doveva tornare poi spesso e lungamente, frequentando numerosi ashram e avvicinandosi a diversi guru. Fu allora che conobbe Sai Baba.
"Quando lo incontrai era quasi uno sconosciuto e a quel tempo poche persone lo seguivano. Ma alla vista di quel personaggio sulla quarantina, con quella pettinatura incredibile, io rimasi invece immediatamente affascinato" racconta l’imprenditore.
Tigrett vendette poi la sua quota negli Hard Rock Café per 107 milioni di dollari, che donò in buona parte (c’è chi dice interamente) a Sai Baba per fondare un ospedale. Nel 1992 fu la volta della prima House of Blues, per l’inaugurazione della quale Eric Clapton gli offrì la sua prima chitarra, e poi delle nozze con Maureen Starkey, ex-moglie di Ringo Star.
Alla fine degli anni Novanta il vulcanico Tigrett si inventò The Spirit Channel, servizi e consulenze spirituali via internet e che però, stranamente, non ebbero il successo sperato e il progetto venne quindi rapidamente archiviato. Così, vendute poi anche le quote della House of Blues, nel 2006 Isaac Tigrett si ritirò definitivamente a vivere a Puttaparthi, accanto a Sai Baba, come suo umile discepolo.
Un anno e mezzo dopo la dipartita del guru, Tigrett si dichiara oggi del tutto determinato e pronto a intraprendere un nuovo progetto, questa volta in nome di Sai Baba, del quale nel frattempo si è autoproclamato "Testamento Vivente", a prescindere dall’unanime contrarietà dell’Assemblea dei Nove che presiede il Sathya Sai Central Trust, la fondazione che sovrintende alle attività dell’impero lasciato dal Guru e che, pare, attualmente non intenda partecipare in alcun modo al progetto.
Forse temendo proprio che Tigrett potesse invece esigere allo scopo una partecipazione economica, a scanso d’equivoci il 2 settembre scorso il Trust ha reso pubblico un documento firmato da Sai Baba nel 1967 e controfirmato da un noto commercialista nel quale si dichiara che nessuno, nemmeno i familiari più stretti di Swami, avrebbero mai potuto avanzare pretese sui beni della fondazione, destinati in maniera esclusiva al sostentamento di attività benefiche senza fini di lucro.
Ma nel frattempo gli affari vanno davvero male, a Puttaparthi, e di fondi se ne raccolgono sempre meno: sempre meno fedeli visitano la città e quelli che arrivano ci passano ormai giusto mezza giornata, il mercato immobiliare locale è crollato e chi aveva investito nel mattone a caro prezzo si trova ora costretto a svendere.
I molti costruttori che si erano impegnati in nuove urbanizzazioni sono stati obbligati ad abbandonarle a metà e a cancellare quelle progettate per il futuro. Gli hotel restano vuoti, chi era arrivato in cerca di lavoro se ne sta andando e i negozi di artigianato e souvenir sono ormai deserti, con gli affitti pagati in anticipo per anni e la merce che si impolvera invenduta.
Il fatto è che Sai Baba aveva annunciato più volte che sarebbe morto nel 2020: chi poteva mai immaginarsi una sua improvvisa dipartita nel 2011?
"La gente prima veniva a vedere Sai Baba anche due volte al giorno, per settimane di fila, nella speranza di ottenere un’udienza. Ora che lo show è finito sono tutti tornati a casa" conferma Tigrett. "Solo coloro che avevano davvero capito o che mostrano ancora rispetto a Swami continuano a venire a Puttaparthi, perchè le vibrazioni che si possono percepire qui sono comunque e sempre fenomenali".
Ma nonostante le vibrazioni e il rispetto, l’idea di rimanere a vivere per sempre nell’ashram di Sai Baba, ora che Swami non c’è più e la città langue, dev’essere sembrata una stravaganza eccessiva persino a uno come Tigrett; e infatti basta ascoltarlo mentre espone ora il suo progetto, a sentir lui frutto della più pura volontà del defunto guru, per capire che ci fa lui ancora lì, a Puttaparthi.
Fedele agli ideali imprenditoriali americani ereditati dalla sua famiglia, Tigrett sta lavorando alla presentazione al mondo del progetto: la Mystic Inn of the Seventh Ray, La Mistica Locanda del Settimo Raggio, così battezzata perchè la sua ideazione finale avrebbe ricevuto la benedizione di Sai Baba il 7-7-2007. Secondo Tigrett, una volta visualizzata l’idea d’insieme, Swami ne era stato talmente galvanizzato da esclamare felice: "Verranno a milioni, a MILIONI!!"
Tigrett spiega dunque che ora si sta occupando principalmente di trovare gli investitori che dovranno apportare il denaro necessario alla realizzazione del progetto, che avrà la sua sede in una località molto più attraente, rispetto all’arida Puttaparthi, e cioè nella foresta pluviale del Ghat Occidentale. "Un’oasi di divinità nel mezzo dell’incontaminata foresta pluviale indiana" recita entusiasta.
Nelle intenzioni di Tigrett – nelle animazioni appositamente confezionate per reclutare investitori, in verità lui le indica sempre come "le intenzioni del Maestro", senza però mai nominarlo esplicitamente – si tratterebbe di una sorta di Città Santa Ideale, una grandiosa Auroville del Futuro, disposta su circa 500 ettari di straordinari giardini botanici, dotata di laboratori di ricerca ad altissima teconologia – fatto curioso già di per sé, considerato che Sai Baba notoriamente disprezzava la scienza e chiamava le nuove tecnologie Truccologie – urbanizzazioni modello, centri di studio e di cura, il tutto totalmente autosufficiente ed ecocompatibile grazie all’energia prodotta dalle acque che fluiscono perpetuamente da alte torri e che poi verrebbe trasformata e applicata grazie alle nanotecnologie. Sarà.
A giudicare dalle suddette animazioni, già da tempo in circolazione in diverse traduzioni, una volta varcati i cancelli della Mystic Inn ci si dovrebbe trovare improvvisamente catapultati su di un pianeta della serie Tv Star Trek, in sostanza, e senza nemmeno bisogno dell’agognato teletrasporto.
Per chi conosce l’India da vicino, è tuttavia piuttosto facile immaginare anche in quali disastrate condizioni verrebbe ridotto il patinato progetto mostrato in video in brevissimo tempo, sotto gli attacchi del clima e della natura umana e animale del luogo. Ma tant’è: Sai Baba avrebbe rivelato a Tigrett che i profitti derivati dall’affluenza di pubblico a questa sorta di Disneyland della Spiritualità Ecocompatibile sarebbero stati in futuro l’unico modo per continuare a finanziare gli altri progetti no-profit della sua fondazione.
Interrogato a proposito di come intenda ottenere terreni e permessi in una zona recentemente nominata Patrimonio dell’Umanità, Tigrett risponde: "Sai Baba mi disse di non preoccuparmi di nulla e di concentrarmi solo sulla progettazione. Mi disse che avrebbe portato lui il denaro, le persone e indicato il luogo. Mi disse che avrei saputo quando iniziare. Il progetto ha continuato ad evolversi nella mia mente fino ad ora. Quando Swami è mancato, ho capito che era giunto il momento di metterlo in pratica".
Naturalmente il fatto che in città si indichi già da parecchio come zona prescelta per il progetto il distretto di Konagu, un tempo detto Coorg, nel Karnataka merdionale, desta alcuni sospetti sulla santità della scelta geografica.
Non solo alcuni ricchi terratenenti seguaci di Sai Baba sarebbero ben lieti, pare, di cedere gratuitamente parte delle loro immense piantagioni, ma nel distretto si trovano anche i terreni acquistati da Tigrett tempo fa e sui quali ha già fondato un primo ashram.
Casualmente si tratta poi proprio dello stesso distretto indicato da Sai Baba come quello che certamente gli darà nuovi natali alla sua prossima manifestazione terrena, quando rinascerà col nome di Prema Sai. Solo pure coincidenze, a meno di non volerle interpretare direttamente come segni celesti della volontà di Swami che si fanno Storia.
E se era stato lo spirito Peace & Love dell’epoca ad ispirare a Tigrett il primo Hard Rock Cafe, "Un luogo dove poter semplicemente bere una birra, ascoltare musica e incontrare ragazze", lo spiccato senso degli affari che caratterizza l’uomo lo porterà ora a cercar di operare certamente in un contesto differente, ma essenzialmente con lo stesso segmento di mercato, formato oggi da una nuova generazione di consumatori karmici da sfruttare.
The Mystic Inn avrà infatti come target l’apparentemente inesauribile ed inaffondabile fascia medio-alta del mercato europeo e americano, il cui interesse per la spiritualità indiana è in crescita costante. Non potendo contare per ora sull’appoggio del Trust, per realizzare il progetto Tigrett punta quindi al potere economico dei devoti esteri di Sai Baba, che già contribuiscono generosamente a sostenere i 1200 centri fondati in 130 nazioni e gestiti dalla fondazione.
Per essere sicuro poi che la sua Mystic Inn possa godere pienamente dei benefici garantiti internazionalmente dal brand Sai Baba, oltre che naturalmente della sua benedizione celeste, Tigrett ha deciso di utilizzare per la sua nuova avventura commerciale il motto del Trust: Love All, Serve All. Si può scommettere sin d’ora che l’Assemblea dei Nove, scelti personalmente uno a uno da Swami, non ne sarà affatto contenta.
Dopo aver visto letteralmente sotto i suoi occhi crescere e dilagare nel mondo il regno terreno del suo Maestro, il discepolo Tigrett sembra oggi intenzionatissimo a sfruttarne la memoria il più possibile, dunque. Per l’uomo che entrò nel business della spiritualità passando attraverso "Il rock ’n’ roll e un sacco di soldi guadagnati vendendo birre, hamburgers e risse", la Mystic Inn of the Seventh Ray sembra essere oggi l’unica ipotesi possibile di futuro verso la quale far viaggiare l’eredità di Swami.
L’asceta americano avrà anche venduto un tempo la sua Ferrari: ma forse solo per costruirsi poi una nave spaziale, una nuova Enterprise con cui viaggiare ora, dopo avervi teletrasportato a forza il ricordo di Sai Baba.
[Anche su GuidaIndia; foto credit: centrosaihispano.blogspot.com]
*Alessandra Loffredo è fondatrice e redattrice di GuidaIndia