UPDATE India – Due italiani sequestrati in Orissa

In by Simone

Una guida turistica e un turista sono stati sequestrati nelle aree tribali dello stato dell’Orissa da un commando di naxaliti. I maoisti indiani hanno avanzato delle richieste per la liberazione degli ostaggi. L’ultimatum scade a mezzanotte. (UPDATED)
12 aprile – 11:20 am ora di Calcutta, India

NDTV ha annunciato che Paolo Bosusco, tenuto in ostaggio da 29 giorni, è stato consegnato al mediatore Dandappani Mohanty ed insieme stanno tornando a Bhubaneswar, capitale dell’Orissa.

25 marzo – 3:00 pm ora di Calcutta, India

Secondo i canali televisivi IBNLive e NDTV i naxaliti avrebbero liberato Claudio Colangelo.

21 marzo – 4:00 pm ora di Calcutta, India

La situazione si complica. Il governo dell’Orissa ha giudicato l’attivista Biswapriya Kanungo e il naxalita Narayan Sanyal, nominati da Panda come negoziatori per la parte naxalita, inadatti a svolgere tale compito. Servono altri due nomi.

In risposta Panda ha minacciato di passare Colangelo e Bosusco ad un altro nucleo rivoluzionario in uno stato confinante – presumibilmente il Jharkhand, dove i naxaliti sono presenti in forze nelle zone tribali – se non si troverà una soluzione entro giovedì sera.

21 marzo – 1:00 pm ora di Calcutta, India

Prima offerta concreta dei maoisti: un ostaggio libero subito in cambio della liberazione di militanti naxaliti. Ultimatum prolungato a stasera. Ancora nessuna risposta del governo dell’Orissa.

20 marzo – 3:10 pm ora di Calcutta, India

Sunil, alias Sabyasachi Panda, tramite un messaggio audio in mattinata a rassicurato le autorità dell’Orissa sulle condizioni di Paolo Bosusco e Claudio Colangelo: "Gli italiani stanno bene e stiamo avendo cura di loro, ricevono del buon cibo" riporta l’agenzia AFP
Nel frattempo sono partite le trattative per il rilascio, a seguito della nomina dei negoziatori di ieri e dell’annuncio del primo ministro dell’Orissa Patnaik di sospendere ogni offensiva contro i naxaliti. Il nuovo ultimatum scade stasera, ora indiana.

Il Times of India racconta della scarsa fiducia che uno dei negoziatori dei naxaliti, l’attivista ed avvocato Biswapriya Kanungo, ripone nel governo dell’Orissa: "Esperienze passate hanno provato che il governo ha fallito nel mantenere la propria parola. Sarebbe inutile prendere parte alle trattative se poi il governo si rimangerà subito tutto".

Come già ricordato, le condizioni poste dai maoisti indiani sono contenute in 13 punti, già discussi durante un altro rapimento. Allora il governo dell’Orissa aveva accettato l’offerta, e Vineel Krishna era stato liberato dai naxaliti dopo 8 giorni. Poi, secondo i maoisti, il governo non ha mantenuto le promesse.

Qui di seguito i 13 punti fissati da Sabyasachi Panda:

1. I tribali non sono merce per turisti e le aree tribali non sono adatte ai turisti. Ciò dovrebbe essere chiaramente annunciato dal governo e chi violasse queste regole dovrebbe essere arrestato e punito.

2. Fermare l’operazione "green hunt" (nome in codice per l’offensiva anti-naxalita promossa dal governo, ndr). A parte le stazioni di polizia esistenti, ritirare tutti gli accampamenti della polizia immediatamente. Creare un’atmosfera utile per le trattative riguardo i problemi del popolo.

3. Ritirare la legge che bandisce il Partito comunista indiano (maoista) e le altre organizzazioni del popolo (il PCI – (M) è stato dichiarato illegale in India dal 2009).

4. Arrestare e processare i membri delle forze speciali e della polizia accusati di omicidio e stupro per l’assassinio di Lalit Dehuri, Junesh Badarlat, Pradip Majhi in un’imboscata e per lo stupro di gruppo di Arati Majhi. Release Arati Majhi.

5. Rilasciare chiunque sia stato arrestato per l’assalto all’armeria Nayagarh, inclusi Ashutosh, Kamalakanta Sethi, Sujata, Kishore Jena, Pratap e Majulata.

6. Smettere di arrestare persone giudicate innocenti dal tribunale portando nuovi capi d’accusa. In questo contesto, rilasciare chiunque sia stato detenuto nonostante giudicato non colpevole dal tribunale, inclusi Subhashri Das e Lalit.

7. Rilasciare tutti i prigionieri innocenti, tra cui Shatrughan Biswal, Uttam, Shekarh, Sudarshan Mandal, Ramesh Nayak, Lata, Bijal e Ratna rinchiusi nelle carceri di Rayagada, Gajapati, Kandhamal, Ganjam, Nayagarh, Sambalpur, Mayurbhanj e Keonjhar.

8. Non stralciare lo status di Scheduled Tribes (i gruppi tribali riconosciuti dallo stato indiano e che godono di particolari agevolazioni in campo economico, educativo, lavorativo, ndr) dei Kotia, Konda Dora, Acha Kui, Gauda Kui, Kumbhara Kui, Sahara, Odia Kanda e Khaira. Garantire lo status di Scheduled Tribes per i gruppi tribali non ancora riconosciuti.

9. Fornire acqua potabile ai villaggi dell’Orissa, acqua per l’irrigazione dei campi, assistenza sanitaria gratuita in tutti i panchayat (una sorta di giunta politica che amministra il villaggio, ndr) e istruzione gratuita fino alla scuola superiore.

10. Fermare le operazioni di polizia contro tutti i movimenti anti – esproprio terriero, inclusi quelli nell”area di Posco-Kalinga Nagar-Vedanta. Liberare i leader dei movimenti anti – esproprio terriero come Abhay Sahu e Narayan Reddy.

11. Liberare i leader dei movimenti di massa democratici come Gananath Patra e ritirare tutte le denunce contro i partecipanti ai movimenti per la terra di Mandrabaku, Nedingpadar, Gudari e Narayanpatna.

12. Iniziare delle indagini affidate ad agenzie indipendenti sui maoisti costretti alla resa e sulle detenzioni illegali di maoisti da parte della polizia.

13. Adempiere alle promesse concordate per la resa dell’allora esattore delle tasse di Malkangir, catturato e rilasciato nel mese di febbraio dello scorso anno (Vineel Krishna, ndr).

20 marzo – 1:00 am ora di Calcutta, India

I maoisti hanno nominato i tre mediatori incaricati di gestire le trattative con lo stato dell’Orissa per la liberazione di Bosusco e Colangelo. Secondo Press Trust of India mediatori sarebbero Narayan Sanyal, membro del politburo del Partito comunista indiano (maoista), e due attivisti per i diritti civili, Dandapani Mohanty e Biswapriya Kanungo.

Mohanty era già stato nel team di mediatori coinvolti lo scorso anno nella liberazione di Vineel Krishna, un altro ostaggio dei naxaliti.

19 marzo – 5:00 pm ora di Calcutta, India

Ancora nessuna novità sul rilascio dei due ostaggi, ma qualcosa inizia a muoversi.

L’agenzia Press Trust of India racconta che le autorità dell’Orissa hanno ricevuto oggi un pamphlet contenente le 13 richieste dei maoisti indiani. Il documento, siglato Sunil – il nomignolo col quale si fa chiamare Sabyasachi Panda – è al vaglio del governo locale, mentre si attende che i naxaliti nominino i loro negoziatori per iniziare le trattative.

Dall’altra parte, Swami Agnivesh – personalità di spicco del movimento riformatore hindu dell’Arya Samaj – si è offerto per negoziare con i maoisti. Riguardo alle richieste dei naxaliti, Agnivesh ha detto: "Si vede che le promesse fatte dal governo non sono state mantenute. Cosa che ora non dovrà più succedere".

La stampa indiana, nel frattempo, sta scavando nella vita di Paolo Bosusco. Cosa ci faceva a Puri per tutti quegli anni? La sua agenzia di viaggio era in regola?
Secondo la polizia di Puri, no. Su IBNLive si specifica che Bosusco, in India con un visto business ad entrata multipla in scadenza nel 2018, avrebbe le carte in regola per intraprendere un’attività in India (compresa la PAN card, una sorta di partita IVA per pagare le tasse in territorio indiano), ma la sua agenzia Orissa Adventurous Trekking non avrebbe "nemmeno un’insegna" e sarebbe sprovvista dei permessi necessari per organizzare escursioni nelle aree tribali dell’Orissa. Attività che Bosusco, assieme al suo partner d’affari indiano, avrebbe portato avanti per almeno 15 anni.

"Abbiamo scoperto tramite l’ufficio del turismo di Kandhamal che [Bosusco] non ha fatto richiesta di autorizzazione per questo tipo di tour – ha dichiarato un funzionario del dipartimento del turismo locale – In effetti, non ha mai chiesto nessun permesso per questo tipo di tour".

19 marzo – 12:46 pm ora di Calcutta, India

Secondo fonti ufficiali del governo locale dell’Orissa, l’ultimatum fissato per la mezzanotte di ieri (domenica) "si presume sia stato rimandato".
Così ha dichiarato un funzionario vicino a UN Behera, ministro degli Interni dell’Orissa, che da parte sua ha sottolineato la chiarezza con la quale il primo ministro dello stato, Naveen Patnaik, ha annunciato la disponibilità delle autorità a trattare apertamente per la liberazione di Claudio Colangelo e Paolo Bosusco, dal 14 marzo tenuti in una località sconosciuta dell’entroterra tribale dell’Orissa da un gruppo di combattenti naxaliti.

Da ieri notte si attende una risposta da parte dei maoisti, mentre inizia a circolare l’indiscrezione che il rapimento dei due italiani sia stato architettato da Sabyasachi Panda – leader naxalita ritenuto moderato – per ottenere la liberazione di sua moglie, catturata in un raid nel mese di gennaio.

In un primo momento, questa mattina, alcuni organi di stampa – tra cui il Times of India – avevano annunciato lo stop delle attività di guerriglia contro i naxaliti da parte del governo centrale di Delhi. La notizia è stata subito smentita dagli Interni: le truppe paramiitari anti-naxaliti, alle dipendenze dirette del governo centrale, semplicemente non hanno ricevuto ordini durante il week-end e, sostanzialmente, sono rimaste dove dovevano stare.

Non è dato sapere se il governo locale, parallelamente alle trattative aperte coi maoisti, stia anche portando avanti le ricerche per individuare con maggiore precisione dove si trovino in questo momento Colangelo e Bosusco. Behera, che in qualità di ministro degli Interni è a capo delle operazioni – avendo anche rifiutato ieri notte l’aiuto del governo centrale di Delhi – ha dichiarato all’agenzia di stampa indiana IANS di non essere autorizzato a divulgare informazioni circa la tattica adottata dall’amministrazione per arrivare alla liberazione degli ostaggi.

18 marzo

Paolo Bosusco, guida turistica che da 12 anni vive in India, e Claudio Colangelo, medico della provincia di Roma, sono stati rapiti da un commando naxalita (dei quali avevamo già parlato qui e qui) lo scorso 14 marzo, ma la notizia è trapelata solo sabato sera.

Il canale televisivo in inglese NDTV ha trasmesso un servizio spiegando che due cittadini italiani erano stati sequestrati nel distretto di Kandhamal, Orissa, stato dell’India centrale affacciato sulla Baia del Bengala.

Nel messaggio audio spedito all’emittente televisiva, Sabyasachi Panda – segretario dell’Orissa del Partito comunista indiano (maoista), CPI-M, illegale nella federazione indiana – ha chiarito che l’incolumità dei due italiani dipenderà dalla risposta del governo locale ai 13 punti concordati lo scorso anno per il rilascio di Vineel Krishna, sequestrato e liberato dopo 8 giorni sempre dal movimento naxalita.

Abbiamo preso due turisti italiani in ostaggio – recita il messaggio – il governo locale e centrale dovranno discutere le nostre richieste genuine contenute nell’elenco di 13 punti e risolvere le controversie entro domenica sera. Se il governo fallirà, non saremo responsabili dell’incolumità dei due turisti”.

Tra i 13 punti si richiede lo stop immediato di tutte le azioni contro i naxaliti da parte del governo, il rilascio di affiliati al movimento attualmente in prigione e di decine di tribali arrestati, secondo una fonte locale dell’Hindustan Times, con false incriminazioni di collaborazionismo coi naxaliti.

Richieste alle quali il governo aveva acconsentito verbalmente, ma che secondo i maoisti indiani sono state disattese subito dopo il rilascio di Vineel Krishna, nel febbraio 2011.

Colangelo e Bosusco, secondo le ricostruzioni della polizia locale, avrebbero lasciato la città di Puri il 12 marzo con un minivan, accompagnati dall’autista e altri due indiani.
Il sovrintendente della polizia di Kandhamal, J N Pankaj, ha raccontato all’Indian Express che il 12 marzo due turisti italiani, assieme ad alcuni tour operator, erano arrivati a Daringibadi, località turistica del distretto di Kandhamal. Dallo stesso posto di polizia erano stati messi in guardia rispetto alla minaccia maoista nell’area.

Secondo un’altra ricostruzione che circola sulla stampa indiana, Colangelo e Bosusco, tramite una Ong locale, avrebbero chiesto un permesso speciale per visitare le zone tribali del distretto. Permesso negato loro dalle autorità.

Due giorni dopo i naxaliti rapiscono il gruppo, formato da due italiani e due indiani: secondo i maoisti, gli italiani stavano fotografando delle donne tribali mentre si lavavano al fiume, azione descritta come “riprovevole” nel messaggio audio dei maoisti e, inoltre, illegale secondo le leggi locali dell’Orissa.

I due indiani, Santosh Moharana e Kartik Parida, sono stati liberati senza condizioni nella serata di sabato. R K Sharma, vice ispettore generale del distretto, ha dichiarato a The Hindu che, secondo Moharana e Parida, i sequestratori prima del rilascio avrebbero assicurato di non voler far del male ai due ostaggi italiani.

Il primo ministro dell’Orissa, Naveen Patnaik, poche ore fa ha lanciato un appello ai maoisti, intimando loro di liberare gli ostaggi: “Mi rivolgo agli estremisti di sinistra: che liberino immediatamente i due turisti stranieri, per motivi umanitari. Il governo dell’Orissa è aperto ad ogni tipo di negoziato nel rispetto della legge”.

Il console generale italiano a Calcutta, Joel Melchiori, dovrebbe raggiungere la capitale dell’Orissa, Bubhaneswar, nella serata di oggi, per seguire da vicino la questione assieme alle più alte cariche dello stato indiano. Melchiori ha dichiarato ad IBNLive India: “Siamo preoccupati per il sequestro ma confidiamo in un rilascio. Avvertiremo i nostri connazionali di non avventurarsi in zone così pericolose”.

L’agenzia di viaggi che Bosusco gestisce con un partner indiano da più di dieci anni, la Orissa Adventurous Trekking, è specializzata in tour nelle aree tribali situate nell’entroterra dell’Orissa, promettendo un’esperienza di viaggio autentica e "rischiosa". 

La stampa indiana suggerisce che il sequestro potrebbe inserirsi in una diatriba aperta tra la polizia locale e le guide turistiche per occidentali, specializzate negli "human safari" e che spesso si spingono oltre i limiti territoriali imposti dalle autorità locali.

L’ultimatum fissata dai naxaliti per il rilascio dei due ostaggi scade questa notte.

[Foto credit: ibnlive.in.com]

Sul movimento naxalita, dall’archivio di China Files:
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