Incontri con il cinema asiatico

In by Simone

Al via la XVIII edizione del festival internazionale del cinema Asiaticafilmmediale, rassegna che esplora tradizione e nuove tendenze del cinema indipendente asiatico. China Files vi presenta una breve guida dei titoli selezionati in concorso e fuori concorso.
Saranno oltre sessanta, tra lungometraggi, cortometraggi e documentari, le opere proiettate a partire da stasera e fino al 13 ottobre, negli spazi del Macro – La Pelanda, nel popolare quartiere di Testaccio a Roma. Apre così i battenti la XIII edizione di Asiaticafilmmediale, il festival diretto dal regista Italo Spinelli e organizzato dall’associazione culturale Mnemosyne. La rassegna gode ormai di un pubblico fedele, avendo avuto il merito di garantire –gratuitamente- visibilità a lavori cinematografici che in Italia hanno quasi sempre una diffusione ristrettissima. Due sono le sezioni in concorso, quella dei lungometraggi e quella dei documentari. Come ogni anno, gli autori delle opere in concorso saranno ospiti della rassegna, dando la possibilità al pubblico romano di interagire direttamente con i registi.

Tra gli ospiti cinesi, Gao Qunshu –in concorso con Beijing Blues (2012)- è un regista di film polizieschi, che rifiutano però qualsiasi concessione cinematografica per rendere il mondo della polizia cinese con attitudine al limite del documentarismo. Da non perdere anche l’opera seconda del giovane Mao Mao, regista, sceneggiatore e attore il cui valore è stato già premiato a Cannes. Mao Mao proporrà al pubblico italiano il film Here, Then (2011), spaccato disilluso su una gioventù cinese abbandonata all’emarginazione, sullo sfondo di una Cina contemporanea sia rurale sia metropolitana.

Per quanto riguarda la sezione documentari, la prima segnalazione va al taiwanese Yao Hung-i, in passato collaboratore dell’acclamato regista Hou Hsiao-hsien e recentemente apprezzato anche come regista. È il caso del documentario Hometown Boy, premiato al Taiwan International Film Festival, che porta a Roma la storia del giovanissimo pittore taiwanese Liu Xiaodong. Un’ultima menzione va al lavoro della regista Yang Yang, che con Our Story introduce la realtà dei festival indipendenti in Cina. Il documentario racconta la storia del Queer Film Festival di Pechino, la cui vita decennale è un esempio di lotta per la libera espressione di una cultura alternativa all’interno di un sistema di controllo e censura.

Dal Giappone arriva invece la candidata al premio Oscar (come miglior film straniero) Yang Honghi, con il suo Our Homeland, mentre il documentario 311:in the Moment, della regista Kyoko Gasha, è uno dei primi racconti del dramma nucleare di Fukushima. L’autrice si sofferma sul momento successivo al disastro riprendendo storie di sopravvissuti divise tra perdita e slancio verso il futuro.

L’associazione tra cinematografia e narrazione della storia recentissima si ravviva con la rassegna “Sguardo sul mondo arabo”, un approfondimento –il primo nella storia del festival- sul cinema arabo, che porta in Italia una delle prime testimonianze cinematografiche sui drammatici eventi della primavera araba del 2011, con Reporting… a Revolution, dell’egiziano Bassam Mortada. La rassegna è costituita da nove titoli in tutto, dal Medio Oriente all’Africa Settentrionale, che ci accompagnano in un viaggio in paesi tristemente finiti sulle prime pagine dei giornali, esplorando la realtà delle guerre in Iraq (Goodbye Babylon, di Amer Alwan), o raccontando storie da paesi –come quello siriano- oggi avvolte da guerre civili intestine (Did You Say Damascus?, di Seurat Marie).

Non mancheranno neppure lavori da India e Iran, due paesi sempre molto seguiti da Asiaticafilmmediale e che quest’anno saranno i protagonisti della “storica” rassegna Asia di Carta, lo spazio dedicato a conferenze, incontri con intellettuali, scrittori ed editori legati all’Oriente. Padrini dell’edizione 2012 saranno lo storico indiano Gyan Prakash, con cui si partirà alla volta di Mumbai per esplorarne la cultura urbana, i miti e gli immaginari, e il coordinatore di Diruz, piattaforma di informazione sull’Iran, Antonello Sacchetti, che ci accompagnerà in un viaggio tra miti e stereotipi sull’Iran.

Tornando al cinema, tra gli ospiti indiani segnaliamo la presenza del regista Girish Karavalli (Tabarana Kathe, 1987; Thaayi Saheba, 1997; Dweepa, 2002), tra i principali esponenti viventi del cinema indiano in lingua kannada. Il regista sarà in concorso con The Tortoise, an Incarnation, film parabola sui valori gandhiani e sulla loro decadenza nell’India di oggi.

Un altro paese al centro della programmazione è infine quello delle Filippine, su cui è incentrato il focus della XIII edizione del festival, con ben otto titoli tra lungometraggi e cortometraggi. I film selezionati esplorano soprattutto il delicato tema della spiritualità, all’interno di un contesto sociale urbano in profonda via di trasformazione, divisa tra materialismo e fanatismo. Culmine del focus è l’incontro con il padre del cinema alternativo filippino, il regista Raymond Red, primo filippino premiato a Cannes, che Asiaticafilmmediale omaggia con la proiezione di un suo film e di quattro dei suoi più importanti cortometraggi.

A chiudere la programmazione, la seconda delle rassegne “storiche” del festival: Crossing Cultures, quest’anno per la prima volta interamente prodotto da Cortoartecircuito. La manifestazione consiste nella proiezione di quattro cortometraggi girati durante i giorni del festival e nati dall’incontro tra quattro dei registi ospiti e quattro artisti italiani.

Per la programmazione completa: www.asiaticafilmmediale.it