I titoli della rassegna di oggi:
– Esplosione all’aeroporto di Shanghai: 5 feriti e controlli più serrati
– Cina pesa sull’export asiatico più di Usa e Ue
– I costi dell’inquinamento in Cina
– Sito di P2P lending offre di risarcire gli investitori in baijiu
– Indonesia arma gangster e disoccupati di Bali contro «influenze straniere»
– Mogli musulmane indiane protestano contro il divorzio dei tre «talaq»Esplosione all’aeroporto di Shanghai: 5 feriti e controlli più serrati
Intorno alle 14:00 di domenica, un uomo ha fatto esplodere un ordigno rudimentale fabbricato con una bottiglia di birra al check-in del terminal 2 dell’aeroporto Pudong di Shanghai, presso l’area C dedicata ai voli della Thai Airways e Philippine Airlines. Poi ha tentato di togliersi la vita recidendosi la gola con un coltello che aveva nello zaino. È stato ricoverato in ospedale in condizioni critiche.
Nell’esplosione sono rimaste ferite cinque persone, di cui una gravemente. Mentre il traffico aereo è stato influenzato solo lievemente, le autorità aeroportuali hanno inasprito i controlli, che adesso vengono effettuati prima di entrare all’interno del terminal. Non è ancora chiaro quale sia il movente.
Nel 2013, un uomo su una sedia a rotelle aveva innescato una bomba artigianale al Beijing Capital International Airport con l’intento di richiamare l’attenzione sulla paralisi alla quale era stato ridotto dopo essere stato malmenato dalla polizia alcuni anni prima.
Cina pesa sull’export asiatico più di Usa e Ue
La crescita delle esportazioni delle economie asiatiche dipende per la prima volta più dalla Cina che da Stati Uniti e Unione Europea messi insieme. Lo rivela uno studio realizzato da un gruppo di economisti di Deutsche Bank che prende in esame l’influenza cinese su esportazioni, mercato delle valute e mercato delle obbligazioni nel continente asiatico.
Secondo la ricerca, per esempio, l’aumento dell’export di Taiwan e dell’Indonesia è ormai trainato dalla crescita del Pil del Dragone molto più che da Usa o Ue, mentre lo yuan, la valuta cinese, ha raggiunto la stessa importanza del dollaro quando si prendono in esame le oscillazioni del ringgit malese o del won sudcoreano. Rimane illesa, invece, la supremazia del biglietto verde nel mercato asiatico delle obbligazioni.
I costi dell’inquinamento in Cina
L’inquinamento può costare alla crescita cinese 2,5 punti percentuali entro il 2060. Questo perché i lavoratori saranno costretti a prendere più giorni di malattia, aumenteranno le spese mediche mentre calerà la produzione agricola, rivela uno studio dell’Organisation for Economic Cooperation and Development (OECD). A livello globale l’inquinamento dell’aria costerà la vita a 6-9 milioni di persone entro al stessa data. E secondo le previsioni il più alto tasso di mortalità interesserà India, Cina e Asia Centrale. Lo scorso anno la spesa mondiale da inquinamento ha raggiunto i 21 miliardi di dollari, ma di questo passo potrebbe arrivare a 176 miliardi entro il 2060.
Sito di P2P lending offre di risarcire gli investitori in baijiu
Zhou Qingde, general manager della piattaforma di credito P2P Chinatou.com, è stato arrestato il 1 giugno dopo i reclami dei clienti, contrariati per il sistema poco ortodosso con cui il sito ha proposto di risolvere il problema dei rimborsi dovuti, pari a 230 milioni di yuan: ovvero «minimizzando le perdite» ripagando gli investitori in baijiu, un costoso liquore cinese.Secondo il National Business Daily, Anhui Tiandai Financial Consulting Services Co. Ltd, la società madre di Chinatou.com è sospettata di raccolta illegale di fondi.
Zhou ha ammesso che la Tiandai ha perso 9 milioni di yuan nel 2014 e che tutti i progetti di investimento avviati nel 2015 erano «falsi». Si tratta dell’ultimo caso a coinvolgere il sistema del social lending. Alla fine del 2015, le autorità avevano chiuso il sito Ezubao per una frode da 50 miliardi di yuan in cui sono state tratte in inganno 900mila persone.
Indonesia arma gangster e disoccupati di Bali contro «influenze straniere»
Il programma Bela Negara («Difendi la Nazione») era stato lanciato lo scorso anno dalle forze armate – estromesse dal governo con la fine politica del dittatore Suharto – per far fronte all’erosione dei valori nazionalisti e inglobare milioni di dipendenti pubblici, medici e studenti in un corpo di difesa civile. Il training sull’isola indonesiana prevede addestramento fisico e introduzione al maneggiamento di armi con il fine conclamato di rendere gli elementi più depravati della società «bravi cittadini». Il nemico da sconfiggere sono le «influenze straniere» intese come comunismo, estremismo religioso e omosessualità. Non a caso il programma ha ricevuto una nuova spinta da quando il presidente Joko Widodo ha avviato un’indagine contro le purghe anti-comuniste del 1965 osteggiata dall’ex giunta militare.
Mogli musulmane indiane protestano contro il divorzio dei tre «talaq»
L’India è uno dei pochi paesi a riconoscere il sistema di divorzio rapido che consiste nello scrivere alla propria consorte per tre volte di seguito la parola talaq («voglio il divorzio») via lettera o sui social network. Grazie al Muslim Personal Law Application Act i 155 milioni di musulmani residenti nel subcontinente (largamente induista) possono continuare ad attenersi alla Sharia, ma secondo molti, nel corso degli anni il diritto islamico è stato interpretato erroneamente in modo da discriminare ulteriormente le donne.
Stando all’associazione Bharatiya Muslim Mahila Andolan, di 4000 donne intervistate 500 hanno dichiarato di essere state scaricate dai propri mariti con il metodo del talaq. Recentemente l’organizzazione ha raccolta 50mila firme per vietare la pratica.