I titoli di oggi:
- TikTok a rischio espulsione dagli Stati Uniti
- Prevenire i suicidi con la lotta all’inquinamento
- A Pechino si è tenuto l’ottavo dialogo Cina-Nato sulla politica di sicurezza
- Cina, Iran e Russia impegnate in esercitazioni navali congiunte nel Golfo dell’Oman
- La Malaysia è un anello fondamentale nella catena di approvvigionamento dei chip
Un voto che entrerà nella storia. La Camera degli Stati Uniti ha approvato a stragrande maggioranza (352 a favore e 65 contrari) una proposta di legge che, se approvata, costringerebbe la società cinese ByteDance a cedere la sua partecipazione di controllo in TikTok. Pena, in caso di rifiuto, messa al bando dagli Stati Uniti. Il destino della legge è tuttavia incerto al Senato, dove alcune figure vicine all’ex presidente Trump chiave sono preoccupate di compiere una mossa drastica contro un’applicazione che ha 170 milioni di utenti negli Stati Uniti. Il presidente Joe Biden ha già dichiarato che firmerà la legge, nota ufficialmente come “Protecting Americans from Foreign Adversary Controlled Applications Act”, se dovesse arrivare sulla sua scrivania. La misura, se approvata da entrambe le camere, impone alla società madre di TikTok, ByteDance, di vendere l’applicazione entro 180 giorni o di escluderla dagli app store di Apple e Google negli Stati Uniti. Il provvedimento dà inoltre al presidente il potere di designare altre applicazioni come una minaccia per la sicurezza nazionale. I detrattori di TikTok sostengono che ByteDance condivide i dati degli utenti statunitensi con il governo cinese e funge da megafono per le opinioni di Pechino. TikTok nega fermamente qualsiasi legame con il governo cinese e ha ristrutturato l’azienda in modo che i dati degli utenti americani rimangano negli Stati Uniti. Immediata la risposta di Pechino, che bolla il potenziale divieto dell’app come “un atto di bullismo” che si ritorcerebbe contro Washington.
La lotta al cambiamento climatico è correlata alla salute mentale
La diminuzione dei tassi dei suicidi in Cina è strettamente correlata alla lotta al cambiamento climatico. È il risultato di una ricerca del dipartimento di economia della Chinese University of Hong Kong, che ha evidenziato come i fattori ambientali e il miglioramento della qualità dell’aria possano influenzare la salute mentale degli esseri umani. Secondo lo studio, il primo del suo genere, la battaglia della Cina contro l’inquinamento ha permesso di evitare circa 46mila morti per suicidio nel Paese tra il 2013 e il 2017.
A Pechino si è tenuto l’ottavo dialogo Cina-Nato sulla politica di sicurezza
Il 13 marzo si è tenuto a Pechino l’ottavo dialogo sulla politica di sicurezza Cina-Nato, co-presieduto dai leader dell’Ufficio per la cooperazione militare internazionale della Commissione militare centrale cinese e del Dipartimento per la cooperazione e la sicurezza dello Stato maggiore militare internazionale dell’Alleanza Atlantica. Secondo una nota del ministero della Difesa cinese, le due parti hanno scambiato opinioni sulle questioni legate alla difesa, nonché sulla situazione internazionale e regionale. Segno di come Pechino continui a dialogare con l’organizzazione transatlantica, nonostante la ritenga in buona parte responsabile della guerra in Ucraina.
Cina, Iran e Russia impegnate in esercitazioni navali congiunte nel Golfo dell’Oman
Cina, Russia e Iran hanno dato il via una sessione di esercitazioni militari congiunte nel Golfo dell’Oman. Per cinque giorni, fino al 16 marzo, le marine dei tre Paesi metteranno in acqua più di 20 navi. Le esercitazioni, battezzate ‘Cintura di sicurezza marittima 2024’, hanno come slogan “Insieme per l’instaurazione della pace e della sicurezza” e avvengono sullo sfondo delle tensioni in Medio Oriente. La Guardia rivoluzionaria iraniana partecipa con 10 imbarcazioni, due elicotteri e 420 soldati, la Russia con le navi della flotta del Pacifico guidata dall’incrociatore Varyag, mentre la Cina ha inviato il cacciatorpediniere Urumqi e la fregata Linyi. Si tratta della quinta esercitazione congiunta tenuta dai tre “alleati” negli ultimi anni.
La Malaysia è un anello fondamentale nella catena di approvvigionamento dei chip
La Malaysia si afferma come anello cruciale nella catena di fornitura dei chip. Le aziende statunitensi ed europee, che cercano di diversificarsi dalla Cina, si stanno espandendo nel Sud-est asiatico. I giganti americani dei chip Micron e Intel e le società europee di semiconduttori AMS Osram e Infineon hanno aperto i loro siti a Penang, nel nord della Malaysia. Il Paese non si fa trovare impreparato a questa pioggia di investimenti. La Malaysia ha alle spalle una storia di 50 anni nel “back-end” della catena di fornitura della produzione di semiconduttori: confezionamento, assemblaggio e test dei chip. Ora, però, ha l’ambizione di fabbricare wafer e produrre circuiti integrati. Gli investimenti sono in forte espansione. Lo Stato di Penang ha attratto12,8 miliardi di dollari di investimenti diretti esteri nel 2023, più del totale ricevuto dal periodo che va dal 2013 al 2020. L’”obiettivo fondamentale” è sviluppare l’industria dei semiconduttori e la forza lavoro nel settore, ha affermato il primo ministro Anwar Ibrahim in un’intervista al Financial Times.
A cura di Serena Console
Sanseverese, classe 1989. Giornalista e videomaker. Si è laureata in Lingua e Cultura orientale (cinese e giapponese) all’Orientale di Napoli e poi si è avvicinata al giornalismo. Attualmente collabora con diverse testate italiane.