In Cina e in Asia – Razzo nordcoreano nella ZEE di Tokyo

In by Gabriele Battaglia

La nostra rassegna della stampa asiatica di oggi:
– Preoccupazione per un nuovo razzo nordcoreano nel Mar del Giappone
– Nuova condanna nel giro di vite del governo cinese contro gli attivisti per i diritti civili
– La Corte suprema del popolo dà il via a nuove pene per i pescatori illegali nel Mar cinese meridionale
– Ok di Tokyo al maxi-pacchetto di stimoli economici da 250 miliardi di euro
– La repressione del dissenso in Thailandia in vista del referendum costituzionale Pyongyang spara: razzo cade nella zona economica esclusiva di Tokyo

Un razzo nordcoreano è caduto nelle acque territoriali giapponesi. Secondo le autorità giapponesi e sudcoreane il missile è stato lanciato da una base in una provincia sudoccidentale della Corea del Nord ed è precipitato nel Mar del Giappone, già nella zona economica esclusiva di Tokyo, dopo un volo di mille chilometri. Il governo di Tokyo ha pubblicato un comunicato di condanna all’ennesima prova di forza di Pyongyang, l’ultima di una serie di test balistici che hanno segnato le ultime settimane. A gennaio 2016, il regime aveva dato l’annuncio del quarto test nucleare in violazione di alcune risoluzioni del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Il ministro della difesa giapponese Gen Nakatani ha ordinato alle Forze di autodifesa giapponesi di raccogliere informazioni sul lancio di questa mattina. Per l’intelligence sudcoreana si tratta di una reazione all’annuncio dell’attivazione entro l’anno del sistema antimissile di produzione Usa «Thaad» in Corea del Sud.

Diritti civili, condannato un altro attivista

In Cina continua il giro di vite contro gli attivisti per i diritti civili. Hu Shigen, coinvolto in un processo che coinvolge altri attivisti in corso in questi giorni a Tianjin, città costiera poco lontano da Pechino, è stato condannato a sette anni di carcere con l’accusa di sovversione. L’uomo, descritto dai media di stato cinesi come il capo di una «chiesa sotterranea», avrebbe «danneggiato la sicurezza nazionale e la stabilità sociale». La condanna contro Hu arriva un giorno dopo quella contro un altro attivista, Zhai Yanmin, legato allo studio legale «Fengrui», sulla base degli stessi capi di accusa. Condannato a tre anni di carcere con sospensione condizionale, Zhai sarà probabilmente scarcerato nelle prossime ore. Sempre lunedì le autorità hanno dato notizia della scarcerazione su cauzione di una dei leader del «Fengrui» Wang Yu, dopo la pubblicazione di un video in cui la donna confessava i propri crimini e rinunciava al suo lavoro di avvocato. Oltre 300 attivisti sono stati arrestati e messi a processo da luglio 2015. L’obiettivo delle autorità sono gli avvocati di piccoli studi legali impegnati in processi sulla libertà di espressione, religione e abusi di potere.

Mar cinese meridionale, nuove misure contro i «pescatori illegali»

La Cina tenta di rafforzare la sorveglianza sul Mar cinese meridionale dotandosi di nuovi mezzi legali. La Corte suprema del Popolo, la massima autorità giuridica cinese, ha annunciato nuove pene per quanti saranno sorpresi pescare «illegalmente» nelle acque contese. Queste comprendono il sequestro dell’attrezzatura, l’allontanamento forzato dalla zona di pesca, il rinvio a processo e una condanna ad almeno un anno di carcere. Per gli esperti legali, l’interpretazione della Corte suprema è conseguenza della sentenza della Corte arbitrale dell’Aja che nelle scorse settimane ha riconosciuto le rivendicazioni territoriali delle Filippine e richiamato la Cina al rispetto dei diritti di pesca del paese-arcipelago nel Mar cinese meridionale.

Tokyo, maxi-pacchetto di stimoli all’economia e rimpasto di governo

Tokyo investirà oltre 28 mila miliardi di yen (circa 250 miliardi di euro), in particolare nel settore delle infrastrutture, per tentare di tirare fuori l’economia nazionale dalla spirale recessiva degli ultimi mesi. Il premier Shinzo Abe aveva presentato il piano la scorsa settimana annunciando interventi per il rafforzamento dei porti del paese e la costruzione di linee ferroviarie a levitazione magnetica (maglev) e a protezione dell’economia nazionale contro le instabilità internazionali e le conseguenze della Brexit. Inoltre, Abe punta inoltre a rilanciare l’export e la domanda interna al momento in fase di stallo a causa dello yen in rialzo sul dollaro. Tra gli osservatori c’è però scetticismo: i precedenti piani di investimento pubblico non hanno avuto effetti sul lungo periodo e, inoltre, quest’ultimo rischia di allargare il debito pubblico giapponese, già a oltre il 200 per cento del Pil. Intanto, per le prossime ore è previsto un nuovo rimpasto di governo che riguarderà il ministero della difesa e altri ministeri minori.


Thailandia, pugno duro sul dissenso a pochi giorni dal referendum

Sale la tensione in Thailandia quando mancano pochi giorni al referendum costituzionale del 7 agosto. La giunta militare che ha preso il potere nel 2014 ha approvato il mese scorso un decreto ad hoc che prevede pene fino a dieci anni di carcere per chi commetta violazioni descritte molto vagamente come «disseminazione di testi, immagini e suoni non compatibili con la verità». I media sono finora stati tenuti a pubblicare solamente riassunti ufficiali delle modifiche proposte dal governo, cassando ogni forma di dibattito pubblico. Due settimane fa Peace Tv, emittente vicina all’ex primo ministro Yingluck Shinawatra, ha ricevuto dalle autorità un divieto di trasmissione per trenta giorni che la ha virtualmente tagliata fuori dal dibattito sul referendum. Già il mese scorso Amnesty International aveva lanciato l’allarme circa le misure repressive del governo militare in vista del voto. Intanto continuano gli appelli di gruppi per i diritti civili e singoli attivisti per un maggiore coinvolgimento della società civile nel processo decisionale. Il prossimo 7 agosto è attesa la partecipazione al voto di oltre 40 milioni di persone.