- Quanto è difficile per l’Europa staccare la spina dalla Cina
- Il Montana diventa il primo Stato americano a vietare Tik Tok
- Via la “propaganda politicizzata” dalle sedi delle ambasciate cinesi
- Huawei aumenta l’interesse nei settori tradizionali delle città cinesi
- Comici multati dalle autorità per una battuta sull’esercito cinese
- Al via il primo corso di formazione per i funzionari locali cinesi
Disaccoppiamento o de-risking? L’Unione europea è alla ricerca di un cambio di passo nel suo rapporto con la Cina, spinta dagli Stati Uniti ad adottare un approccio economico più radicale con il gigante asiatico. Bruxelles, però, non deve rispondere solo alle pressioni esterne, ma anche a quelle interne. I 27 paesi membri, spinti da interessi personali, faticano a trovare un accordo per adottare una unica politica nei confronti della Cina. La scorsa settimana Josep Borrell, capo della diplomazia dell’Ue, ha esortato in una lettera i 27 ministri degli Esteri a trovare “una strategia coerente” che sia in grado di rispondere al crescente nazionalismo cinese e all’inasprimento dei rapporti tra Stati Uniti e Cina. Al momento, però, non è chiaro quale sia la strategia, soprattutto in vista di una probabile guerra nello Stretto di Taiwan (e quindi eventuali sanzioni statunitensi alla Cina). L’assenza di una visione comune è divenuta più evidente quando Pechino ha accolto i leader europei invitandoli ad abbracciare “l’autonomia strategica” (tradotto: una minore dipendenza dagli Stati Uniti).
Se Bruxelles però accettasse di abbracciare l’approccio del disaccoppiamento, rischierebbe di più di Washington. Secondo una analisi dell’Economist, l’Europa è più esposta economicamente alla Cina rispetto agli Usa. L’esposizione totale alla Cina dei sei grandi paesi europei ha raggiunto il 5,6% del loro Pil combinato, in aumento rispetto al 3,9% del 2011. Una quota che è superiore a quella americana al 4,2%. Un recente studio del Fondo Monetario ha rilevato che in caso di divisione degli investimenti tra Occidente e Cina, il Pil europeo diminuirebbe del 2%, più del doppio rispetto a quello americano.
Il Montana diventa il primo stato americano a vietare Tik Tok
Il Montana è divento il primo Stato americano a limitare l’uso di Tik Tok. Il governatore del Montana, il repubblicano Greg Gianforte, ha firmato ieri una legge che vieta l’uso dell’applicazione cinese. Obiettivo conclamato: “Proteggere i dati privati e le informazioni personali dei cittadini del Montana dalla possibilità che siano raccolti dal Partito Comunista Cinese”. Da diversi anni la compagnia lavora con Oracle a un accordo sulla sicurezza dei dati. Per ora nessuna delle soluzioni proposte sembra soddisfare le autorità statunitensi. Sempre ieri Gianforte ha annunciato un ban diretto più in generale alle applicazioni legate a Paesi avversari – WeChat compresa – che non potranno più essere installate nelle apparecchiature statali.
Via la “propaganda politicizzata” dalle sedi delle ambasciate cinesi
Rimuovete la “propaganda politicizzata” dai vostri edifici. È questo l’invito rivolto alle ambasciate straniere a Pechino dal governo cinese, in un messaggio diffuso lo scorso 10 maggio dal ministero degli Esteri cinese. La Cina, infatti, chiede di ritirare le bandiere ucraine appese fuori dalle ambasciate dei principali Paesi stranieri “per evitare di incitare le dispute tra Paesi”, riporta Reuters. Alla richiesta di spiegazioni, il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin ha dichiarato che le ambasciate e gli uffici delle organizzazioni internazionali hanno il dovere di rispettare le leggi e i regolamenti cinesi.
Huawei aumenta l’interesse nei settori tradizionali delle città cinesi
Stretta dalle sanzioni statunitensi, Huawei chiude accordi con i governi locali cinesi. Il colosso delle telecomunicazioni ha firmato un “accordo quadro di cooperazione strategica” con il governo municipale di Tianjin, la metropoli settentrionale vicino a Pechino. Huawei impiegherà tecnologie 5G, intelligenza artificiale (AI) e cloud computing per aiutare la trasformazione digitale di Tianjin, in particolare per il rafforzamento dei porti intelligenti, risorse informatiche e infrastrutture di telecomunicazioni della città costiera.
L’accordo è stato firmato lo stesso giorno in cui Huawei ha stretto un accordo che approfondisce la sua partnership del 2017 con il distretto di Baiyun di Guangzhou, dove la società sta costruendo un complesso di ricerca e sviluppo composto da otto edifici.
Comici multati dalle autorità per una battuta sull’esercito cinese
La satira non è gradita in Cina. Una compagnia di comici è stata multata per quasi due milioni di yuan per una battuta che ha preso di mira le Forze Armate, usando uno slogan del presidente cinese Xi Jinping. Il comico Li Haoshi, noto anche con il nomignolo “House”, della Xiaoguo Culture Media Company si era lanciato in un accostamento tra il comportamento di due cani e la condotta dei soldati durante uno spettacolo: il comico aveva anche citato il motto “combattere per vincere, forgiare una condotta esemplare”, pronunciato per la prima volta da Xi nel 2013, all’inizio del suo primo mandato sia come presidente cinese che come capo della Commissione Militare Centrale, l’organo di comando delle Forze Armate. La battuta è stata pronunciata durante uno spettacolo andato in scena a Pechino sabato scorso. Nonostante il divertimento del pubblico in sala, l’accostamento satirico non è piaciuto alle autorità della capitale, che hanno avviato un’indagine. Il risultato è stata una multa da 14,7 milioni di yuan inflitta ai comici di Shanghai.
Al via il primo corso di formazione per i funzionari locali cinesi
Pechino rafforza la sua presa sui governi locali, a partire dalla formazione dei funzionari. Per questo 212 segretari di partito di villaggio e direttori di comitati di villaggio hanno partecipato per la prima volta a un corso di formazione nazionale di quattro giorni a Pechino dal 24 aprile. I funzionari hanno partecipato alla sessione formativa organizzata dal principale dipartimento del personale del Partito comunista al governo e dalla Scuola centrale del partito. Alla cerimonia di apertura, Xie Chuntao, vicepresidente esecutivo della Scuola centrale del partito ha tenuto una conferenza su come studiare e attuare il pensiero politico del presidente Xi Jinping e realizzare le direttive emerse dal 20esimo Congresso nazionale del Partito comunista cinese che si è tenuto lo scorso autunno.
A cura di Serena Console
Sanseverese, classe 1989. Giornalista e videomaker. Si è laureata in Lingua e Cultura orientale (cinese e giapponese) all’Orientale di Napoli e poi si è avvicinata al giornalismo. Attualmente collabora con diverse testate italiane.