I titoli della rassegna di oggi:
-La Cina cresce al 6,7%
-Un quinto degli anziani nelle campagne vive sotto la soglia di povertà a causa delle spese mediche
-Arriva il giro di vite sui «PayPal» cinesi
-Aiuto diplomatico per l’anti-corruzione
-Duterte contro la chiesa cattolica: preti gay, pedofili e corrotti
-Paesi islamici a difesa dei rohingya La Cina cresce al 6,7%
Il presidente cinese Xi Jinping lo aveva annunciato dal palco di Davos: nel 2016 la Cina è cresciuta del 6,7%. I dati diffusi dall’Ufficio nazionale di statistica confermano quando detto dal capo di Stato. Il risultato è perfettamente nella media che Pechino si era posta nell’anno appena passato, compreso tra il 6,5 e il 7%. Tuttavia si trattata del ritmo più basso degli ultimi 26 anni, in flessione rispetto allo 6,9% dello scorso anno. La Cina aveva detto Xi ai rappresentanti delle élite globali «è entrata nella nuova normalità», ossia in una fase di crescita più lenta. Ma anche se non a doppia cifra come nel decennio dorato, l’attendibilità dei dati cinesi solleva dubbi. La pubblicazione è infatti avvenuta all’indomani dell’ammissione sulle cifre falsifica e ritoccate nella provincia del Liaoning, quasi a confermare un sospetto che da tempo aleggia sui numeri reali della crescita cinese. E per il 2017 l’economia della Repubblica popolare si prepara a un’ulteriore frenata. Lo stesso Xi non ha escluso che si possa andare sotto il 6,5%. Un risultato imputato in parte al possibile scontro commerciale che rischia di aprirsi con la nuova amministrazione statunitense di Donald Trump
Un quinto degli anziani nelle campagne vive sotto la soglia di povertà a causa delle spese mediche
Oltre ai "left-behind children", la migrazione della manodopera più giovane verso le città ha causato un altro fenomeno sociale di difficile gestione: quello dei "left-behind elders". Secondo le Nazioni Unite e la China Research Center on Aging, nel 2050 quasi il 27% della popolazione cinese avrà almeno 65 anni. I presupposti attuali preoccupano gli esperti: oggi 80 milioni di anziani, ovvero circa il 60% del totale, vivono nelle zone rurali, lontano dai migliori servizi assistenziali e dalle strutture sanitarie. Di questi un quinto si trova a vivere sotto la soglia di povertà proprio a causa del debito contratto per pagare le spese mediche, nonostante il regime di assicurazione sanitaria rurale istituito oltre dieci anni fa. Il sintomo di disagio più preoccupante è il tasso dei suicidi, tre volte più alto nelle campagne che tra i residenti urbani.
Arriva il giro di vite sui «PayPal» cinesi
In Cina esistono circa 260 «PayPal», piattaforme di pagamento online che facilitano le transazioni, per un giro d’affari stimato sugli 8 miliardi di dollari l’anno. Il problema è che il modello cinese di pagamento online si basa sulla gratuità del servizio per i clienti (che non vengono gravati da una commissione). Da dove traggono profitti le piattaforme? Dagli interessi bancari che incassano grazie all’accumulo dei depositi dei propri clienti. Insomma, fanno soldi non per un servizio offerto, ma dai soldi stessi ed è forte il rischio di «schema Ponzi», un castello di carte finanziario che può collassare qualora le transazioni rallentassero. Per questo motivo, il governo cinese sta pensando a una serie di misure per ridurre di numero gli operatori e monitorare la loro affidabilità.
Aiuto diplomatico per l’anti-corruzione
La Cina ha chiesto il sostegno ai diplomatici stranieri per creare una rete di cooperazione contro la corruzione. Dall’entrata in carica del presidente Xi Jinping, Pechino ha avviato un’ampia campagna anti-corruzione e di repulisti tra le file del partito, delle aziende e dell’esercito. Gli sforzi si sono fatti globali. Le autorità hanno diffuso un lista dei 100 maggiori ricercati fuggiti all’estero per trovare riparo tra le altre destinazioni negli Stati Uniti, in Canada e in Australia. Nei primi undici mesi del 2016, Pechino ha già recuperato 334 milioni di dollari trafugati all’estero. Ora è impegnata nel richiedere l’estradizione dei sospettati, sebbene la poca indipendenze del sistema giudiziario rappresenti un ostacolo.
Duterte contro la chiesa cattolica: preti gay, pedofili e corrotti
Non ci è andato per il sottile Rodrigo Duterte nel rispondere alle critiche arrivategli da alcuni esponenti della Chiesa cattolica nel suo paese riguardo gli omicidi extragiudiziali parte integrante della sua lotta al narcotraffico. Ha così invitato la chiesa a un "duello" a chi la fa più sporca e accusato senza mezzi termini sacerdoti e prelati di omosessualità, corruzione e pedofilia. Nel 2015, Duterte aveva dato del "figlio di puttana" al Papa per aver causato, con la sua visita, disagi al traffico di Manila.
Paesi islamici a difesa dei rohingya
Il premier malaysiano Najib Razak si è appellato ai Paesi musulmani affinché guidino un’azione internazionale a difesa e tutela della minoranza rohingya, perseguitata in Birmania. L’appello rivolto in occasione della conferenza dell’Organizzazione della cooperazione islamica che si sta tenendo a Kuala Lumpur ha già ricevuto il sostegno dell’Indonesia, che si è offerta di fare da mediatrice. Quella dei rohingya è ormai una crisi umanitaria. Sono almeno 65.000 gli sfollati costretti a cercare ripare in Bangladesh per fuggire dalle incursioni dell’esercito birmano che lo scorso ottobre ha iniziato operazioni anti-terrorismo nello stato nord-occidentale di Rakhine. Per Najib Razak il rischio maggiore è che la causa rohingya possa essere infiltrata da simpatizzanti e militanti dello Stato islamico. Come emerso di recente discriminazione e persecuzioni sono però soltanto in parte riconducibili alla religione.