I titoli di oggi:
- Le big tech cinesi elogiate dal governo di Pechino
- Gli hacker cinesi hanno usato Microsoft per colpire il governo americano
- Ambasciatore cinese visita il Pentagono
- Putin atteso a Pechino a ottobre
- Le Filippine celebrano con un sito web la sentenza dell’Aja contro la Cina
- Hong Kong pensa di vietare i prodotti ittici del Giappone
- Il ministro degli Esteri thailandese ha incontrato Aung San Suu Kyi in prigione
Le big tech cinesi elogiate dal governo di Pechino
Cambio di passo del governo cinese sulla repressione delle big tech. La Commissione nazionale per lo sviluppo e la riforma cinese ha elogiato i progetti di 10 importanti giganti del web, tra cui Alibaba, Tencent e Meituan. Il principale organo nazionale per la pianificazione economica ha definito i dettagli secondo cui i giganti del web cinese possono investire e ricevere sostegno economico dal governo centrale. Una decisione che ravviva le speranze per il loro ruolo nel progresso tecnologico e nella crescita economica del paese. Il riconoscimento arriva dopo che ieri il premier cinese Li Qiang ha incontrato i rappresentanti delle principali aziende tecnologiche. All’incontro, incentrato sui modi per promuovere lo sviluppo sano e sostenibile dell’economia da parte delle piattaforme, hanno partecipato Alibaba Cloud, Meituan, Douyin di proprietà di ByteDance e Xiaohongshu, secondo un rapporto dell’emittente statale China Central Television (CCTV). Le principali piattaforme del web sono state oggetto di un intenso controllo normativo negli ultimi due anni e mezzo, quando Pechino si è attivata per frenare l‘espansione “irrazionale” del capitale e perseguire la prosperità comune.
Nel frattempo la fortuna di Jack Ma, fondatore di Alibaba, si sta ulteriormente assottigliando dopo aver ceduto il controllo del gigante fintech, Ant Group. Ma attualmente detiene una quota del 9,9%, che vale 4,1 miliardi di dollari in meno rispetto a quasi un anno fa. Il colpo è stato inflitto dopo un riacquisto delle azioni di Ant Group, che si è dimostrato fallimentare. Il patrimonio di Ma, un tempo la persona più ricca della Cina, potrebbe ora valere circa 30 miliardi di dollari, meno della metà della sua fortuna raggiunta alla fine del 2020, prima che il governo cinese bloccasse l’Ipo da 37 miliardi di dollari di Ant.
Gli hacker cinesi hanno usato Microsoft per colpire il governo americano
Un gruppo di hacker cinese, intento a condurre attività di spionaggio, ha colpito una serie di account di posta elettronica collegati ad agenzie governative dell’Ue e degli Stati Uniti. I pirati informatici della Cina hanno sfruttato un bug informatico nel cloud di Microsoft. L’attacco cyber è stato scoperto il mese scorso, dopo che il governo di Washington ha identificato una falla nella sicurezza del cloud di Microsoft.
L’azienda informatica statunitense ha fatto sapere che il gruppo hacker, identificato come Storm-0558, è stato in grado di portare avanti la sua azione per un intero mese, ottenendo l’accesso ai dati di posta elettronica di circa 25 organizzazioni, inclusi gli account di funzionari del governo statunitense. Secondo il New York Times, tra le vittime figura la segretaria al Commercio Gina Raimondo. Storm-0558 ha effettuato l’attacco falsificando i token di autenticazione necessari per accedere agli account di posta elettronica degli utenti.
Il numero degli account di posta elettronica americani ritenuti finora interessati è limitato e l’attacco è apparso mirato, sebbene sia in corso un’indagine dell’Fbi. Il Pentagono, la comunità dell’intelligence e gli account di posta elettronica militari non sembrano essere stati colpiti. La notizia arriva non molto tempo dopo che il co-fondatore di Microsoft, Bill Gates, ha incontrato il presidente cinese Xi Jinping a Pechino.
Ambasciatore cinese visita il Pentagono
Scontro e confronto: le relazioni tra Cina e Stati Uniti procedono ormai lungo un doppio binario. Così se la lista delle accuse reciproche si allunga, contestualmente aumentano però anche le occasioni di dialogo. Nella seconda categoria rientra una rara visita al Pentagono del nuovo ambasciatore cinese a Washington Xie Feng, che ieri ha incontrato Ely Ratner, assistente segretario alla Difesa degli Stati Uniti, per discutere “questioni di sicurezza internazionale e regionale”. “Una relazione sana e stabile tra Cina e Stati Uniti è nell’interesse comune di entrambi i paesi”, ha detto Xie durante il meeting, che però ha chiesto “alla parte statunitense di agire per rimuovere gli ostacoli, gestire le differenze, gestire Taiwan e altre questioni importanti e delicate con cautela in conformità con i principi dei tre comunicati congiunti sino-americani”. Lo scambio sembra segnalare l’intenzione di trovare un compromesso dopo il negato faccia faccia tra il segretario alla Difesa Lloyd Austin e l’omologo cinese Li Shangfu a Singapore.
Putin atteso a Pechino a ottobre
In qualità di importanti esponenti del G20, Cina, Russia e Indonesia dovrebbero rafforzare il coordinamento, promuovere il multilateralismo, la pace e la stabilità regionali. Lo ha detto il direttore della commissione Esteri del Comitato centrale del Partito comunista cinese, Wang Yi, al termine di un trilaterale con gli omologhi di Russia e Indonesia, Sergej Lavrov e Retno Marsudi, avvenuto ieri a Giacarta, dove sono riuniti i capi della diplomazia Asean e dei paesi partner. Secondo l’emittente CCTV, Wang – che oggi dovrebbe incontrare anche Antony Blinken – ha invitato le controparti a mantenere la “corretta” traiettoria di cooperazione in Asia orientale, notando come la ricerca di pace e sviluppo sia una tendenza “inarrestabile” nel mondo odierno. Intanto sempre ieri i media russi hanno diffuso la notizia di una possibile visita di Putin a Pechino, su invito cinese. Il capo del Cremlino pare sia atteso a ottobre per presenziare al terzo forum sulla Belt and Road Initiative. L’ultima visita di Putin nella Repubblica popolare risale al febbraio 2022.
Le Filippine celebrano con un sito web la sentenza dell’Aja contro la Cina
Il governo delle Filippine ha aperto un sito web per fornire “informazioni ufficiali” sulla decisione del tribunale dell’Aja, che ha gestito l’arbitrato sul Mar cinese meridionale a favore di Manila e contro le rivendicazioni di Pechino. In occasione del settimo anniversario della sentenza del 12 luglio 2016, che ha annullato le rivendicazioni della Cina sulle acque circoscritte dalla “linea a nove tratti”, il lancio del sito rappresenta l’ultimo sforzo dell’amministrazione del presidente Ferdinand Marcos Jr. di ribadire la posizione delle Filippine nella controversia territoriale. Come sette anni fa, Pechino sostiene ancora di non accettare né riconoscere la sentenza del tribunale dell’Aja.
Hong Kong pensa di vietare i prodotti ittici del Giappone
Sono arrivate le prime e inaspettate ritorsioni, dopo il riconoscimento arrivato dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) al piano dell’esecutivo di Tokyo del 2021 di scaricare nell’oceano Pacifico le acque radioattive della centrale elettrica di Fukushima. Hong Kong ha minacciato il governo di Tokyo di vietare le importazioni dei prodotti ittici provenienti da 10 prefetture giapponesi se il Giappone scaricherà nel Pacifico l’acqua radioattiva trattata. La misura si applicherà ai prodotti freschi, congelati, surgelati o essiccati, così come al sale marino e alle alghe. L’ex colonia britannica ha scelto di abbracciare la politica restrittiva già attuata dalla Cina e di abbandonare il pragmatismo del passato.
Il ministro degli Esteri thailandese ha incontrato Aung San Suu Kyi in prigione
Il ministro degli Esteri thailandese, Don Pramudwinai, ha incontrato Aung San Suu Kyi, in quello che è il primo incontro fra un funzionario straniero e la ex leader birmana, deposta e arrestata con il golpe militare del 2021. Il capo della diplomazia della Thailandia ha riferito al Nikkei Asia che la Premio Nobel per la Pace nel 1991, è “in buona salute”. San Suu Kyi ha affidato al ministro thailandese il messaggio da riportare ai suoi omologhi riuniti a Giacarta per il summit Asean che si tiene questa settimana: “incoraggiare il dialogo” e “cercare di trovare una soluzione” per porre fine alla guerra civile nel suo paese. Don ha spiegato di essersi recato domenica 9 luglio a Naypyidaw, capitale del Myanmar, d’accordo sia con la giunta militare che con la premio Nobel.
A cura di Serena Console; ha collaborato Alessandra Colarizi
Sanseverese, classe 1989. Giornalista e videomaker. Si è laureata in Lingua e Cultura orientale (cinese e giapponese) all’Orientale di Napoli e poi si è avvicinata al giornalismo. Attualmente collabora con diverse testate italiane.