I titoli di oggi:
- La Cina accusa gli Usa di spiare Huawei
- L’Ue chiede alla Cina di fare di più per la pace in Ucraina
- L’ex viceministro Lui alla guida del dipartimento reclami del Partito comunista cinese
- La Cina facilita il processo di richiesta del visto per gli stranieri
- Al via le prime manovre navali congiunte dell’ASEAN
- Il Giappone chiede alla Cina di rimuovere una boa dalla ZEE giapponese
- Corea del Sud: indagini nelle basi Usa su contrabbando di stupefacenti
La Cina accusa gli Usa di spiare Huawei
La Cina ha accusato gli Stati Uniti di aver condotto per anni attività di hackeraggio ai danni del colosso cinese delle telecomunicazioni Huawei, sospettata da Washington di spionaggio per conto di Pechino. È l’accusa lanciata dal ministero della Sicurezza di Stato cinese, attraverso il suo profilo WeChat, in un post dal titolo “Rivelare i metodi spregevoli chiave delle agenzie di intelligence statunitensi nello spionaggio informatico e nei furti”. “Nel 2009 – si legge – l’Ufficio per le operazioni informatiche di rete (alle dipendenze dell’Agenzia di sicurezza nazionale Usa, Nsa) ha intrapreso attività di infiltrazione dei server nel quartier generale di Huawei, e ha continuato a condurre tali attività di sorveglianza”.
Il Centro nazionale di risposta emergenziale ai virus informatici della Cina avrebbe scoperto le attività dell’intelligence Usa ai danni di Huawei nell’ambito di indagini su un attacco informatico condotte lo scorso anno dalla Northwestern Polytechnical University di Xi’an. Pechino accusa Washington di avere utilizzato un programma di intrusione informatica per gli attacchi contro Huawei, per “ottenere il controllo di decine di migliaia di apparecchi e sottrarre una quantità sostanziale di dati di grande valore”.
L’Ue chiede alla Cina di fare di più per la pace in Ucraina
Alla riunione del Consiglio di Sicurezza che si è tenuta ieri durante l’Assemblea Generale annuale di alto livello delle Nazioni Unite a New York, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel si sarebbe rivolto alla delegazione cinese per chiedere di fare di più per spingere la Russia verso una “pace giusta” in Ucraina. Questo è quando emerso dalla bozza del suo discorso visionata dall’agenzia Reuters prima dell’inizio dei lavori.
La richiesta di Michel arriva nel giorno in cui il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, è stato ricevuto da Vladimir Putin a San Pietroburgo. Wang ha detto che la Cina è interessata a continuare e ampliare l’interazione con la Russia e rafforzare il coordinamento in tutte le sedi per “difendere i comuni interessi”. Putin, invece, ha affermato che l’’iniziativa cinese della Via della Seta è in linea con l’idea russa di “creare un vasto spazio euroasiatico”. Il leader del Cremlino ha confermato di aver accettato l’invito del presidente Xi Jinping per recarsi il mese prossimo a Pechino, dove parteciperà al Forum del Belt and Road.
Mentre era a Mosca, martedì, Wang ha anche partecipato a un incontro trilaterale sulla sicurezza con le controparti di Russia e Mongolia. I tre Paesi hanno concordato di approfondire il coordinamento strategico per “garantire la stabilità nella regione”. Secondo il ministero degli Esteri cinese, Wang ha esortato i tre vicini a rafforzare la cooperazione trilaterale grazie ai loro “vantaggi geografici intrinseci e tradizioni profondamente radicate”.
L’ex viceministro Lui alla guida del dipartimento reclami del Partito comunista cinese
Liu Zhao, ex viceministro della pubblica sicurezza, è stato nominato capo del gruppo di ispezione disciplinare presso il nuovo dipartimento del lavoro sociale (SWD) del Comitato centrale del Partito comunista cinese. Liu è il quinto funzionario dell’SWD a essere nominato da quando il dipartimento è stato istituito a marzo durante un’importante ristrutturazione delle istituzioni del governo e del Partito.
L’ente supervisiona il modo in cui il Paese gestisce i reclami e sollecita le opinioni del pubblico. Dirige inoltre l’Amministrazione nazionale dei reclami e delle proposte pubbliche, un ente governativo che ora è sotto il controllo diretto del Consiglio di Stato, dopo essere stato in precedenza sotto il suo Ufficio Generale.
La Cina facilita il processo di richiesta del visto per gli stranieri
Con l’obiettivo di attrarre più visitatori stranieri, la Cina ha semplificato la procedura di richiesta del visto. Tra le modifiche, secondo quanto dichiarato dal ministero degli Esteri cinese, ora è necessario elencare solo i viaggi svolti nell’ultimo anno, anziché negli ultimi cinque anni come previsto in precedenza. Inoltre, non sarà può obbligatorio elencare tutto il curriculum universitario, ma ci si può limitare a segnare solo il titolo di istruzione più alto conseguito.
Al via le prime manovre navali congiunte dell’ASEAN
I Paesi dell’Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico (ASEAN) hanno iniziato le loro prime manovre navali congiunte, in un momento di tensione con la Cina per le dispute di sovranità nel Mar Cinese Meridionale. In un comunicato, l’esercito indonesiano ha annunciato che le esercitazioni, chiamate ASEAN Solidarity Training Exercises (Asex-01), si svolgeranno fino al 23 settembre sulle isole Natuna, situate nel nord-ovest dell’arcipelago indonesiano e nel sud del Mar Cinese. Le esercitazioni potrebbero aiutare a dimostrare l’unità del blocco dell’ASEAN nell’affrontare le minacce alla sicurezza, ma potrebbero essere percepite dalla Cina come un tentativo di costruire un’alleanza militare nella regione, stando a quanto dichiarato al Nikkei da Emil Radhiansyah, docente di relazioni internazionali presso l’Università Paramadina di Giacarta.
Le analisi del docente non sono del tutto errate. La Cina ha costruito due stazioni terrestri per il suo sistema satellitare BeiDou nel Mar Cinese Meridionale. Le stazioni, collegate al sistema di identificazione automatica delle navi terrestre (AIS) cinese, sono installate presso gli atolli di North Reef e Bombay Reef delle Isole Paracel. La rete satellitare BeiDou – completata nel 2020 come rivale del sistema GPS degli Stati Uniti – consente alla Repubblica popolare di ottenere informazioni sull’identificazione e tracciamento delle navi nella zona contesa.
Il Giappone chiede alla Cina di rimuovere una boa dalla ZEE giapponese
Si apre un ulteriore fronte nello scontro tra Giappone e Cina. Tokyo ha chiesto a Pechino di rimuovere una boa galleggiante dalla sua zona economica esclusiva giapponese nel Mar Cinese Orientale. La boa è stata avvistata lo scorso luglio nelle acque vicino alle Isole Senkaku controllate dal Giappone ma rivendicato dalla Cina con il nome di Diaoyu. “Abbiamo chiesto l’immediata rimozione della boa poiché” la sua presenza “è contraria alle leggi internazionali”, ha affermato all’AFP un funzionario giapponese coperto da anonimato. I rapporti tra i due Paesi si sono inaspriti in seguito alla decisione da parte di Tokyo di avviare, a partire dal 24 agosto, il piano di rilascio in mare delle acque radioattive della centrale nucleare di Fukushima, danneggiata dal terremoto del 2011.
Corea del Sud: indagini nelle basi Usa su contrabbando di stupefacenti
Le autorità della Corea del Sud hanno arrestato due persone e interrogato oltre una dozzina di militari statunitensi, nell’ambito di indagini sul contrabbando e la distribuzione di oppiacei sintetici tramite due basi militari americane nel Paese. Gli arresti sono l’esito di perquisizioni effettuate lo scorso maggio ma rese note soltanto nella giornata di ieri. Le operazioni della polizia hanno interessato in particolare Camp Humphreys, la più grande base militare Usa al di fuori degli Stati Uniti, a sud di Seul, e Camp Casey, a nord della capitale coreana. Le perquisizioni sono state condotte sulla base di informazioni d’intelligence fornite dalla Divisione di indagini penali dell’Esercito degli Stati Uniti. Le persone arrestate sono un cittadino coreano e un filippino, accusati della distribuzione degli stupefacenti. Altre 20 persone, inclusi 17 miliari americani, sono stati interrogati e sono oggetto di ulteriori indagini.
A cura di Serena Console; ha collaborato Alessandra Colarizi
Sanseverese, classe 1989. Giornalista e videomaker. Si è laureata in Lingua e Cultura orientale (cinese e giapponese) all’Orientale di Napoli e poi si è avvicinata al giornalismo. Attualmente collabora con diverse testate italiane.