I titoli della nostra rassegna di oggi:
– A Hong Kong i Panama Papers fanno saltare i giornalisti
– Nucleare sulle isole contese
– Sospesa la squadra anti-corruzione del G20 a guida cinese.
– Lo scandalo abusi tocca uno dei Paesi meno cattolici al mondo: il Giappone
– Pirati delle Filippine A Hong Kong i Panama Papers fanno saltare i giornalisti
Ufficialmente si tratta di provvedimento per ridurre i costi. Il licenziamento di Keung Kwok-yuen, direttore del prestigioso quotidiani MingPao, sembra però legato alla scelta di pubblicare articoli sulle personalità del mondo della politica, del business e dello spettacolo di Hong Kong coinvolte nello scandalo Panama Papers.
L’allontanamento lo stesso giorno in cui il giornale usciva con in prima le rivelazioni sul scandalo fiscale lascia pochi dubbi sulla reali motivazioni dell’azienda, denunciano i giornalisti. Soprattutto allunga nuove ombre sullo stato della libertà di espressione e di stampa nell’ex colonia britannica tornata nel 1997 alla Cina, per l’aumento dei casi di censura su argomenti sgraditi a Pechino e alla dirigenza locale.
Nucleare sulle isole contese
Non soltanto fari o piste d’atterraggio. Pechino non esclude infatti la costruzione di impianti nucleari marittimi che possano approvvigionare di energia le isole contese nel Mar cinese meridionale. Lo scrive il Global Times, spin-off del governativo Quotidiano del popolo.
La China Shipbuilding Industry, riporta il tabloid, sta spingendo per il progetto. La prima piattaforma potrebbe essere pronta già nel 2018. Almeno questo è quanto trapelato lo scorso gennaio.
Sospesa la squadra anti-corruzione del G20 a guida cinese
Il presidente Xi Jinping sarà anche impegnato a promuovere la campagna anti-corruzione. Intanto però, da presidente di turno del G20, la Cina ha sospeso la task force sul tema ideata all’interno del consesso globale, perché le aziende cinesi non erano interessate a farne parte.
Il gruppo di lavoro sulla corruzione avrebbe dovuto lavorare in particolare sulla definizione di politiche per favorire la trasparenza delle strutture finanziare offshore. La guida spetta solitamente alle società del Paese cui tocca la presidenza di turno del G20. Secondo fonti citate dalla Reuters in ambienti istituzionali europei e statunitensi, i cinesi si sarebbero trovatati di fronte alla riluttanza delle proprie aziende ad aderire all’organismo.
Lo scandalo abusi tocca uno dei Paesi meno cattolici al mondo: il Giappone
Lo scandalo degli abusi sui minori nella Chiesa cattolica si espande a uno dei Paesi in cui l’influenza del cattolicesimo è meno forte. Ex studenti della St Mary’s International School a Tokyo hanno denunciato stupri e violenze quando erano alunni dell’istituto.
I fatti risalgono agli anni Sessanta del secolo scorso. Alcune denunce era apparse su giornali in lingua inglese nell’arcipelago, ricevendo tuttavia scarsa attenzione. In Giappone ci sono infatti appena 500mila cattolici su una popolazione di 127 milioni. La vicenda è così passata sotto silenzio, almeno fino al 2013. Al momento esiste anche un’indagine interna all’istituto, i cui risultati tuttavia non sono ancora stati resi noti.
Pirati delle Filippine
Cresce la paura per la pirateria nella acque filippine e della regione dell’Asia-Pacifico. L’allarme è stato lanciato dall’Indonesia. Per Giacarta esiste infatti il rischio che l’area, una delle principali arterie marittime al mondo, possa trasformarsi in una nuova Somalia. Di recente almeno 18 tra indonesiani e malaysiani sono stati catturati in assalti che si pensa legati a gruppi vicini alla rete islamista di Abu Sayyaf.
I ministri degli Esteri di Malaysia, Filippine e Indonesia, discuteranno a breve l’ipotesi di pattugliamenti congiunti per garantire il passaggio in sicurezza delle navi. Per la prima volta comunque il rischio di possibili attacchi di gruppi islamisti si sta rivelando un ostacolo al commercio tra i Paesi del Sudest asiatico.