I titoli di oggi:
- Corea del Sud, l’opposizione chiede impeachment di Yoon
- Le sanzioni Usa contro il petrolio iraniano colpiscono anche la Cina
- Gli Usa arrestano cittadino cinese per export militare alla Corea del Nord
- L’Omc chiede alle medie potenze di difendere il multilateralismo commerciale
- Operativa la prima stazione di monitoraggio atmosferico cinese in Antartide
- Il premier del Nepal visita la Cina in cerca di investimenti
- Mar Cinese meridionale, nuovi scontri tra le guardie costiere di Cina e Filippine
Sei partiti dell’opposizione in Corea del Sud hanno presentato una mozione di impeachment del presidente Yoon Suk Yeol dopo la dichiarazione a sorpresa della legge marziale d’emergenza, annunciata ieri in un discorso tv e revocata poco dopo il voto dell’Assemblea nazionale – il parlamento sudcoreano – che l’aveva bocciata con i voti favorevoli di tutti i 190 deputati presenti al momento della votazione su un totale di 300 (l’opposizione dispone di 170 seggi).
Il presidente Yoon (il cui tasso di approvazione è sceso al 25 per cento la scorsa settimana) ha introdotto la legge marziale per proteggere il Paese dalle “forze comuniste nordcoreane”. Nell’elencare le sue motivazioni, aveva spiegato che la misura si è resa necessaria a causa delle azioni dell’opposizione del Paese, accusata di controllare il Parlamento, di simpatizzare con la Corea del Nord e di paralizzare il governo.
Il terreno di scontro tra il People Power Party di Yoon e il Partito Democratico, che siede all’opposizione seppur abbia conquistato un’ampia maggioranza parlamentare alle elezioni legislative dello scorso aprile, è la legge di bilancio. La scorsa settimana i parlamentari dell’opposizione hanno approvato un piano di bilancio molto ridimensionato rispetto ai desiderata presidenziali, in una mossa vista come un tentativo di contrastare la presidenza di Yoon. Gli Stati Uniti non erano stati avvisati in anticipo della mossa del presidente sudcoreano, ha ammesso il Consiglio per la sicurezza nazionale.
Le sanzioni Usa contro il petrolio iraniano colpiscono anche la Cina
Le nuove sanzioni statunitensi contro il settore petrolifero iraniano hanno rallentato la consegna alla Cina del greggio della Repubblica iraniana, che è diventato sempre più caro. Come ricostruito da Bloomberg, Teheran fornisce il greggio a Pechino attraverso le petrolifere al largo della Malesia. A seguito dell’ennesima stretta statunitense sulle imbarcazioni iraniane, arriva sempre meno petrolio in Cina a prezzi non più vantaggiosi. Una situazione, questa, che ha spinto i cinesi a cercare forniture alternative dall’Africa e da altre regioni del Medio Oriente, accaparrandosi il petrolio invenduto delle precedenti tornate commerciali.
L’Omc chiede alle potenze medie di difendere il multilateralismo commerciale
L’Organizzazione mondiale del commercio ha esortato potenze medie, come Brasile, India, Giappone, Singapore, Corea del Sud e Turchia, a unirsi in difesa del libero commercio globale. È il monito lanciato da Ngozi Okonjo-Iweala, la direttrice generale eletta recentemente per un secondo mandato alla guida dell’Omc (che inizierà ufficialmente nel settembre 2025), in vista di un ritorno di alla Casa Bianca di Donald Trump e di una nuova guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti. Okonjo-Iweala ha affermato che le potenze economiche di media grandezza dovrebbero impegnarsi in una “diplomazia congiunta con Pechino e Washington per rafforzare le relazioni commerciali” in nome del multilateralismo.
Gli Usa arrestano cittadino cinese per export militare alla Corea del Nord
Shenghua Wen, un cittadino cinese clandestino residente negli Stati Uniti, è stato accusato di aver procurato e spedito armi, munizioni e dispositivi elettronici alla Corea del Nord. Secondo ABC News, Wen avrebbe trasportato oggetti in Corea del Nord nascondendoli in container da Long Beach, California, attraverso Hong Kong e poi in Corea del Nord. L’obiettivo era sferrare un attacco contro la Corea del Sud. È stato arrestato martedì mattina nella sua casa in Ontario, California.
Operativa la prima stazione di monitoraggio atmosferico cinese in Antartide
La Cina ha annunciato che questa settimana è entrata in funzione la sua prima stazione di monitoraggio atmosferico a Larsmann Hills, nell’Antartide orientale. Secondo quanto reso noto dall’amministrazione meteorologica cinese, la stazione nazionale di monitoraggio atmosferico di Zhongshan è volta a osservare i cambiamenti dell’Antartide e a supportare la risposta globale ai cambiamenti climatici. Come gli Stati Uniti, la Cina ha ampliato la propria presenza in Antartide e nell’Artico per esplorare le risorse polari, ma anche per allargare le sue rotte marittime-commerciali.
Il premier del Nepal visita la Cina in cerca di investimenti
La Cina considera il Nepal un vicino importante con cui promuovere una partnership strategica. Sono le parole del presidente cinese Xi Jinping pronunciate ieri al premier nepalese Khadga Prasad Sharma Oli, in visita ufficiale in Cina. Oli vuole mostrare al leader cinese la distanza presa dall’India, con cui il Nepal ha legami secolari, per ottenere un nuovo slancio per i progetti infrastrutturali nell’ambito della Belt and Road e per gli scambi commerciali bilaterali. I due paesi hanno firmato un accordo in nove punti, tra cui diversi memorandum d’intesa. Pechino si impegna a portare avanti in Nepal progetti per un valore di 300 milioni di yuan cinesi, circa 4,13 milioni di dollari. nella lista della spesa mancano tuttavia grossi progetti infrastrutturali riguardo i quali l’establishment nepalese ha visioni discordanti a causa dei costi.
Mar Cinese meridionale, nuovi scontri tra le guardie costiere di Cina e Filippine
Mercoledì 4 dicembre la guardia costiera cinese ha impedito a quattro navi della guardia costiera filippina di transitare nelle acque attorno all’atollo di Scarborough, uno dei territori rivendicati da entrambi i paesi nel mar Cinese meridionale. Secondo le ricostruzioni di Manila, le navi filippine stavano svolgendo un pattugliamento di routine prima di essere “bloccate” dall’arrivo di alcune imbarcazioni cinesi: una di queste avrebbe poi speronato e sparato con un cannone ad acqua a una delle navi filippine. Pechino, che ha recentemente formalizzato le sue rivendicazioni su Scarborough, ha invece dichiarato di aver reagito in risposta alle “provocazioni” e alle manovre pericolose della guardia costiera di Manila. Qualcosa di simile sarebbe poi accaduto più tardi anche vicino all’atollo di Sabina. Questi due episodi si aggiungono a una lunga serie di scontri e tensioni tra Cina e Filippine nel mar Cinese meridionale.