Tra il 2016 e il 2017, quasi 36 milioni di persone hanno preso parte ha un programma noto come “Physicals for All” nell’ambito del quale le autorità della regione islamica del Xinjiang hanno raccolto campioni di DNA, scansioni dell’iride e altri dati personali “per uso interno”. Non solo spesso i rilevamenti sono stati effettuati senza il consenso dei diretti interessati. Secondo un’inchiesta del NYT il programma si sarebbe avvalso di tecnologia americana e del materiale genetico scambiato con la comunità scientifica internazionale, ignara dell’utilizzo coercitivo che ne sarebbe stato fatto. Proprio ieri Thermo Fisher, azienda con base nel Massachusetts, ha annunciato di aver sospeso le vendite nella regione della strumentazione necessaria a sequenziare il DNA per smarcarsi dalle critiche di quanti l’hanno accusata di contribuire alla repressione delle minoranze etniche locali. ll mercato cinese delle apparecchiature di sequenziamento genico e altre tecnologie correlate ha raggiunto un valore di 1 miliardo di dollari nel 2017 e potrebbe più che raddoppiare in cinque anni, secondo CCID Consulting.
Libero il calciatore uiguro
Erfan Hezim è libero e vuole ringraziare il partito comunista. Il calciatore del Jiangsu Sunning FC di etnia uigura era sparito lo scorso febbraio dopo una serie di trasferte sportive in Spagna e a Dubai, nell’ambito della campagna di detenzioni extragiudiziali messa in atto nel Xinjiang. Da allora di lui non si è saputo nulla finché lo scorso mese è riapparso in un video per augurare un Buon Anno e ringraziare il governo comunista per aver permesso alla Cina di diventare una “nazione felice”. Lunedì la conferma del rilascio è arrivata con la pubblicazione di alcune foto di Hezim insieme al resto della squadra da parte dell’allenatore. Il ventenne rientra tra le quasi duecento persone ad essere state rilasciate dai campi di rieducazione negli ultimi mesi, segno che come annunciato dalle autorità il programma sta entrando in una seconda fase. Che per molti, meno fortunati di Hezim, però, consistete di fatto nei domiciliari.
The Wandering Earth arriva su Netflix
The Wandering Earth, il secondo film di maggior successo della storia del cinema cinese, sarà trasmesso su Netflix al più presto. Non è chiaro quando ma Netflix ha preannunciato che sarà tradotto in 28 lingue e trasmesso in oltre 190 paesi. “Sono felice che il nostro film possa raggiungere persone di diverse parti del mondo”, ha commentato il regista Frant Gwo. Mentre The Wandering Earth consacra innanzitutto la sperimentazione del genere sci-fi – tradizionalmente occidentale – in Cina, la pellicola non è rimasta indenne da critiche e polemiche per via del suo messaggio neanche troppo velatamente nazionalistico: la trama, che vede un astronauta cinese sacrificare la propria vita per salvare la Terra minacciata dall’imminente implosione del Sole, traspone sul grande schermo gli sforzi messi in atto dalla Cina per proteggere l’ordine mondiale dalla crisi vissuta dall’Occidente.
La metà della popolazione nordcoreana è denutrita
La Corea del Nord si trova ad affrontare un deficit alimentare di circa 1,4 milioni di tonnellate nel 2019 ed è stata costretta a dimezzare le razioni a causa delle alte temperature, di siccità e alluvioni unitamente alle sanzioni Onu. “Il governo della RPDC chiede alle organizzazioni internazionali di rispondere con urgenza alla situazione alimentare “, recita un memorandum della missione nordcoreana all’ONU compilato sulla base di valutazioni congiunte con il World Food Programme tra il 26 novembre e il 7 dicembre 2018. Secondo il portavoce Stephane Dujarric , lo scorso anno le Nazioni Unite e gli operatori umanitari sono stati in grado di aiutare solo un terzo dei sei milioni di persone in situazioni di bisogno a causa della mancanza di finanziamenti. Secondo le stime dell’ONU, un totale di 10,3 milioni di persone – quasi la metà della popolazione – sono in difficoltà e circa il 41% dei nordcoreani risulta denutrito. Oltre alle condizioni meteorologiche estreme, il memorandum nordcoreano punta il dito contro le sanzioni internazionali per aver limitato la fornitura di materiali agricoli e di carburante per il settore agricolo. Proprio le sanzioni saranno argomento di discussione durante l’imminente meeting tra Kim e Trump
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Classe ’84, romana doc. Direttrice editoriale di China Files. Nel 2010 si laurea con lode in lingua e cultura cinese presso la facoltà di Studi Orientali (La Sapienza). Appena terminati gli studi tra Roma e Pechino, comincia a muovere i primi passi nel giornalismo presso le redazioni di Agi e Xinhua. Oggi scrive di Cina e Asia per diverse testate, tra le quali Il Fatto Quotidiano, Milano Finanza e il Messaggero. Ha realizzato diversi reportage dall’Asia Centrale, dove ha effettuato ricerche sul progetto Belt and Road Initiative. È autrice di Africa rossa: il modello cinese e il continente del futuro.