I titoli di oggi:
- Xi smentisce la tesi del golpe
- Meta blocca campagna di disinformazione sino-russa
- Shenzhen protesta contro la Zero Covid
- Pompeo torna a Taiwan: “l’era del ‘blind engagement’ con Pechino è finita”
- Navi cinesi e russe lambiscono l’Alaska
- Apple produrrà l’iPhone14 in India
Il presidente cinese Xi Jinping è ricomparso in pubblico partecipando a una mostra a Pechino sui successi del Paese durante i suoi due mandati, mentre il Partito comunista cinese annuncia la pubblicazione di una collana di libri sui meriti del presidente in carica. A qualche settimana da uno degli appuntamenti politici più importanti per il Partito, il presidente è riapparso in pubblico per la prima volta dopo il suo ritorno dal viaggio in Asia centrale di inizio mese. L’agenzia di stampa statale Xinhua ha affermato che negli ultimi dieci anni il Partito ha guidato il paese attraverso varie sfide politiche, economiche, ideologiche e disastri naturali. Ha aggiunto che le autorità cinesi dovrebbero “diffondere ampiamente” i successi ottenuti dal 2012, anno di insediamento alla guida del Partito e del paese del presidente Xi Jinping. Nonostante le voci infondate di un colpo di stato, Xi sembra avviarsi speditamente verso la riconferma a un terzo mandato al prossimo Congresso.
Meta blocca campagna di disinformazione sino-russa
La società madre di Facebook e Instagram, Meta, ha dichiarato martedì di aver bloccato una campagna cinese finalizzata a influenzare le elezioni statunitensi di metà mandato. Secondo un rapporto dell’azienda di Zuckerberg, sarebbero apparsi sulle piattaforme social una serie di account falsi che si spacciavano per convinti conservatori o liberali. La loro falsa identità sarebbe stata tradita da un imperfetto utilizzo della lingua inglese nei post che pubblicavano, che riguardavano temi caldi della campagna elettorale per le elezioni di metà mandato previste per novembre. Nelle precedenti operazioni di interferenza, sostiene il New York Times, l’apparato di propaganda del Partito comunista cinese si era concentrato su un’aspra critica alla politica estera statunitense. Ben Nimmo, il responsabile di Meta per l’intelligence delle minacce globali, ha affermato che l’operazione appena arrestata rifletterebbe “una nuova direzione per le operazioni di interferenza”. La nuova strategia si serve anche di profili falsi impiegati per influenzare la competizione elettorale.
Shenzhen protesta contro la Zero Covid
Nel centro tecnologico di Shenzhen sono esplose le proteste dopo che le autorità hanno annunciato la chiusura di alcuni distretti della città per rispettare le disposizioni della “politica zero-Covid”. Alcuni filmati circolati sui social media mostrano un gruppo consistente di manifestanti urlare slogan contro le rigide restrizioni per il contenimento delle infezioni a Shawei, un quartiere nel distretto di Futian in cui ha sede il governo della città. Nella megalopoli di 18 milioni di persone sono stati rilevati solo dieci casi di infezione, ma le disposizioni della “politica zero-Covid” hanno portato alla chiusura di 14 “aree ad alto rischio” nei distretti di Futian, Luohu e Longgang, e di altri 15 quartieri a “medio rischio”. L’hub tecnologico di Shenzhen si era appena ripreso dalle interdizioni antivirus, che hanno visto la chiusura di scuole e altri centri di aggregazione all’inizio di settembre.
Pompeo torna a Taiwan: l’era del “blind engagement” con Pechino è finita
L’ex segretario di stato statunitense Mike Pompeo, in visita a Taiwan, ha detto che l’era del “blind engagement” con Pechino è finita. La visita fa seguito a una serie di altri incontri diplomatici che hanno fatto arrabbiare il governo di Xi Jinping, come quello di Nancy Pelosi il mese scorso, e che precedono l’imminente congresso del Partito comunista cinese. In un discorso a un forum d’affari nella città di Kaohsiung, Pompeo ha descritto gli anni dei due mandati di Xi come un punto di svolta nelle relazioni tra Washington e Pechino. L’ex Segretario ha affermato che “la condotta aggressiva della Cina, diplomaticamente, militarmente, economicamente (…) ha cambiato questa regione. E ha avvicinato ancora di più coloro che preferiscono la pace e il commercio”.
Washington ha rilanciato i rapporti con Taiwan sotto l’amministrazione Trump, in concomitanza con un progressivo peggioramento delle relazioni con Pechino. Da quando ha lasciato l’incarico con il cambio di presidenza, Pompeo ha sostenuto il riconoscimento di Taiwan come nazione “già indipendente”, criticando la postura ambigua e le “dichiarazioni confuse” del presidente Joe Biden. Secondo Pompeo, Washington deve impegnarsi “realisticamente” per impedire la realizzazione del sogno di Xi Jinping di un “secolo cinese”.
Navi cinesi e russe lambiscono l’Alaska
Una pattuglia della Guardia Costiera statunitense si è imbattuta la scorsa settimana in un’operazione congiunta “di solidarietà” tra navi russe e cinesi nel mar di Bering, a 75 milgia nautiche dall’Alaska. La prossimità diplomatica tra Mosca e Pechino sembra così resistere alle pressioni della comunità internazionale. A riprova di questa intesa, la Russia ha dichiarato di voler usare il rublo digitale per stipulare i suoi accordi con la Cina, in una mossa finalizzata a indebolire l’egemonia finanziaria di Washington. Mosca ha iniziato a testare la sua valuta digitale negli ultimi due anni, per modernizzare il suo sistema bancario e finanziario. Attualmente le sanzioni imposte dalla comunità internazionale hanno ridotto il suo accesso al mercato finanziario globale, per questo sta cercando mezzi alternativi per effettuare transazioni. Il capo della commissione finanziaria nella camera bassa del parlamento russo, Anatoly Aksakov, ha affermato in un’intervista che la digitalizzazione è fondamentale per aggirare sistemi controllati da paesi ostili.
Apple produrrà l’iPhone14 in India
Apple ha annunciato di aver avviato la produzione di nuovi iPhone 14 in India. Si tratta di una vittoria per il paese dell’Asia meridionale che si aggiudica così un posto di primo piano nella catena di produzione della multinazionale statunitense. Apple, infatti, ha sempre lanciato la produzione di nuovi smartphone in Cina, spostandola tradizionalmente solo nel momento in cui era sicura che il processo scorresse senza intoppi. La maggior parte dei modelli di iPhone è ancora prodotta in Cina, ma negli ultimi anni la multinazionale ha cercato di diversificarne la produzione. Stavolta il subcontinente è stato coinvolto dopo appena tre settimane dal lancio dei nuovi dispositivi di iPhone 14 da 6,1 pollici. La realizzazione degli altri modelli, secondo Nikkei Asia, potrebbe seguire nei prossimi mesi.
A cura di Agnese Ranaldi