In Cina e Asia – Xi promette Olimpiadi “sicure e splendide”

In Notizie Brevi by Sharon De Cet

I titoli di oggi:

  • Xi promette Olimpiadi “sicure e splendide”
  • Omicron:  dalla Cina una possibile cura contro tutte le varianti
  • Capodanno lunare: si viaggia di più ma si esce meno
  • Iraq: gli USA si ritirano, la Cina investe
  • Cina: stretta sui drammi televisivi a sfondo omosessuale

 

“Sicure e splendide”. Sono gli aggettivi utilizzati dal presidente cinese Xi Jinping per descrivere le imminenti Olimpiadi invernali di Pechino a poche ore dalla cerimonia di apertura. Incontrando virtualmente il Comitato olimpico internazionale, – nonostante l’aumento di casi di Covid tra il personale sportivo il leader cinese ha ostentato sicurezza nella buona riuscita dell’evento, aggiungendo che dalle Olimpiadi del 2008 “la Cina ha preso parte attiva al movimento olimpico e ha costantemente sostenuto lo spirito olimpico”. Da parte sua, il presidente del CIO Thomas Bach ha sottolineato le potenzialità commerciali del coinvolgimento cinese, vagheggiando “una nuova era per gli sport invernali globali”. Secondo Bach, l’industria cinese degli sport invernali varrà circa 150 miliardi di dollari entro il 2025. Il presidente del CIO ha poi difeso la posizione dell’organizzazione internazionale invitando a scacciare le “nuvole nere della politicizzazione dello sport”, chiaro riferimento alle polemiche sulle violazioni delle libertà in Tibet, Xinjiang e Hong Kong. Secondo il Washington Post, almeno due team occidentali hanno in programma di boicottare la cerimonia inaugurale. Non è chiara l’entità della protesta; diversi atleti hanno espresso preoccupazione per i rischi, che spaziano dall’arresto all’eventualità di sanzioni da parte delle autorità sportive. Come quasi sempre all’approssimarsi di grandi eventi, negli ultimi giorni dissidenti e accademici liberali cinesi hanno ricevuto minacce o sono stati sottoposti a restrizioni nell’uso dei social network.  

Omicron:  dalla Cina una possibile cura contro tutte le varianti

Un gruppo di scienziati dell’università Fudan in Cina avrebbe sviluppato un nuovo tipo di anticorpo in grado di neutralizzare Omicron e future varianti di coronavirus. Il nuovo anticorpo è stato sintetizzato dai componenti di due diversi anticorpi prodotti dalle cellule immunitarie umane: quando usati nelle loro forme naturali, questi anticorpi sarebbero inutili contro la variante Omicron, ma si sono dimostrate efficaci se combinate assieme artificialmente. Huang ha dichiarato che la scoperta del suo team è stata inaspettata perché la tecnologia degli anticorpi bispecifici – in grado di legarsi a due antigeni – che hanno usato non è stata sviluppata per Omicron, ma per un’altra malattia infettiva, che ha rifiutato di identificare. Otto dei dieci anticorpi creati dallo staff di Huang possono colpire Omicron e, nonostante provengano da diversi anticorpi naturali, avrebbero “ruoli collaborativi nel processo di neutralizzazione”. Gli anticorpi bispecifici possono anche neutralizzare ceppi precedenti, tra cui Delta, Sindrome respiratoria acuta grave (un lontano parente mortale dell’attuale ceppo emerso ma scomparso rapidamente nel 2003) e persino alcuni coronavirus trasportati dai pipistrelli. I risultati hanno suggerito che questi nuovi anticorpi avevano molto potenziale per affrontare nuove varianti in futuro, secondo i ricercatori, fiduciosi sulla possibilità di poterli riprodurre con un metodo standard.

Capodanno lunare: si viaggia di più ma si esce meno

Si rialza il settore ferroviario in Cina, che durante il capodanno lunare di quest’anno ha trasportato oltre 86 milioni di passeggeri, secondo China State Railway Group Co. Ltd. La cifra rappresenta un aumento del 65% rispetto alle vacanze dello scorso anno, ma è ancora del 40% inferiore al livello pre-pandemia del 2019. Al 30 gennaio, il giorno prima del Capodanno lunare, sono 380 milioni i viaggiatori, un aumento del 47,4% rispetto al 2021 e un calo del 65,8% rispetto al 2020, secondo i dati del Ministero dei Trasporti. In discesa invece le entrate dei botteghini cinesi, complici i focolai delle grandi città di Tianjin e Pechino: gli incassi nei cinema sono stati pari a 1,5 miliardi di yuan, in calo rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, secondo la piattaforma di biglietteria Maoyan. A fare da deterrente, oltre che al Covid, anche l’aumento dei prezzi dei biglietti: 58,6 yuan (9,20 dollari USA) è stato il costo medio di un biglietto per il cinema quest’anno, un massimo storico che segna un aumento del 20% rispetto allo scorso anno. A Pechino alcuni biglietti sono stati venduti per più di 100 yuan. Battle at Lake Changjin II, una rappresentazione patriottica dei soldati cinesi che hanno combattuto le forze americane durante la guerra di Corea, ha rappresentato più della metà degli incassi al botteghino di martedì nel suo primo giorno di proiezione, superando il miliardo di yuan.

Iraq: gli USA si ritirano, la Cina investe

Un rapporto pubblicato mercoledì dal Green Finance & Development Center della Fudan University di Shanghai – e analizzato dal Financial Times – ha evidenziato che l’Iraq sia diventato uno dei maggiori beneficiari della Belt and Road Initiative di Xi attraverso contratti nei settori delle costruzioni e dell’energia da miliardi di dollari. Gli sforzi di Pechino per promuovere legami economici più profondi con l’Iraq, il secondo produttore di petrolio dell’Opec, coincidono con una crescente percezione tra i leader arabi che gli Stati Uniti si stiano disimpegnando dal Medio Oriente. I ricercatori hanno notato che, sebbene il piano quinquennale del Ministero del Commercio cinese per il 2025 abbia promesso investimenti all’estero di 550 miliardi di dollari – in calo del 25% rispetto ai 740 miliardi di dollari del 2016-2021 – nei paesi mediorientali e arabi, il livello degli investimenti in costruzioni e dei contratti è aumentato rispettivamente del 360% e del 116%. I settori più interessanti per Pechino restano energia e infrastrutture: la grande centrale petrolifera di Al-Khairat nella provincia di Karbala, la ricostruzione dell’aeroporto internazionale di Nassiriya e lo sviluppo del giacimento di gas di Mansuriya vicino al confine con l’Iran sono solo tre dei nuovi contratti sino-iracheni conclusi nel 2021. A dicembre, l’Iraq ha firmato inoltre un accordo con le società cinesi Power Construction Corporation of China e Sinotech per costruire 1.000 scuole, che saranno pagate attraverso prodotti petroliferi. La Cina ha consolidato la sua posizione nella regione mentre il presidente Joe Biden ha formalmente concluso la missione statunitense in Iraq e i talebani hanno ripreso il controllo dell’Afghanistan dopo la caotica uscita delle forze della coalizione. Gli Stati Uniti mantengono circa 2.500 soldati in Iraq, dove sono stati parte integrante della lotta contro i militanti dell’Isis, ma sono passati a un ruolo di addestramento e consulenza.

Cina: stretta sui drammi televisivi a sfondo omosessuale

I drammi di genere Dangai (耽改) sono essenzialmente adattamenti live-action di romanzi nel genere danmei (耽美), originari della letteratura giapponese. Un tempo considerato un movimento letterario di nicchia, il genere, che ha per tema storie d’amore tra uomini, si è lentamente evoluto in un fenomeno della cultura pop che ha attirato fan da tutto il mondo.  Ritraendo le relazioni omosessuali senza elementi erotici, i dangai sono dallo scorso anno nella mira delle autorità cinesi, che li considerano “fuorvianti” per le giovani generazioni. Le autorità sono sempre più preoccupate per il panorama del fandom cinese, dove gruppi organizzati di fan dedicano tempo e denaro per aumentare la popolarità del loro idolo tramite il voto online, l’acquisto di merchandising di celebrità e commenti favorevoli sui social media. Per ridurre il supporto dei giovani a questi “idoli tossici” all’inizio di questo mese Yang Shuo, dirigente dell’Ufficio radiotelevisivo municipale di Pechino, ha bandito completamente il genere dangai nei film e nelle serie TV per “creare un cyberspazio pulito e salutare per la capitale”. Sebbene l’autorità abbia il controllo solo sui contenuti prodotti nell’area municipale di Pechino, il divieto avrà un’influenza molto più ampia poiché due delle tre principali piattaforme di trasmissione cinesi, iQiyi e Youku, si trovano a Pechino. Il nuovo divieto segue una direttiva del principale regolatore dei media del paese: a settembre scorso la National Radio and Television Administration (NRTA) ha emanato una richiesta di bandire completamente i dangai e tutta una serie di fenomeni di intrattenimento, tra cui la i voti online, proponendo altresì limiti agli stipendi per le celebrità per combattere l’evasione fiscale.

A cura di Sharon De Cet; ha collaborato Alessandra Colarizi