Xi Jinping arriva negli Stati Uniti, a Seattle, prima tappa del suo tour americano. La Cina ha varato nuovi regolamenti giudiziari che dovrebbero tutelare i diritti degli imputati nei processi. Dopo il golpe dello scorso anno, il movimento democratico a sostegno dei Shinawatra scende nuovamente in piazza a Bangkok. In Giappone popolarità in calo per il primo ministro Abe dopo le leggi di sicurezza approvate sabato scorso. CINA – Xi Jinping goes America
Domani il presidente cinese Xi Jinping dovrebbe arrivare a Seattle. Il 28 settembre ripartirà da New York, dopo aver partecipato all’Assemblea Generale dell’ONU. In mezzo, un fuoco di fila di incontri sia politici sia economici, con il gotha dell’establishment Usa: da Obama, con conferenza stampa congiunta alla Casa Bianca, a Bill Gates.
Sul piatto, molti temi: dal cyberspionaggio al protezionismo economico, passando per le tensioni nei mari che circondano la Cina, per la campagna anticorruzione e i diritti umani. La Cina cerca di far digerire agli Usa il cosiddetto “nuovo modello di relazioni tra grandi potenze” – cioè un rapporto paritario – gli americani non vogliono rinunciare al proprio “eccezionalismo”, ma al di là delle formule, si vanno ridefinendo i nuovi rapporti di potere tra prima e seconda economia del mondo. Ne vedremo delle belle? Difficile a dirsi, più probabile che i temi più spinosi siano elusi ad arte.
CINA – Più diritti o forse no
La Cina ha varato nuovi regolamenti giudiziari che dovrebbero tutelare meglio i diritti degli imputati nei processi, ma che sollevano anche critiche da parte degli avvocati difensori. In pratica, gli avvocati avranno accesso a tutti gli atti processuali in base al “diritto di conoscere”. Potranno anche comunicare direttamente con il proprio assistito detenuto. Ma non potranno invece rendere pubbliche le informazioni ottenute. Il movimento degli “avvocati per i diritti” applica da anni la strategia di mobilitare l’opinione pubblica rendendo noti i dettagli dei casi su cui lavorano. Le nuove regole sembrano proprio finalizzate a scongiurare queste pratiche in cambio di un processo più “giusto”: più giustizia per i casi generici, controllo e limiti per i casi “sensibili”.
THAILANDIA – Ritormo del movimento democratico
Trascorso un anno e mezzo dal golpe militare di maggio 2014, il movimento democratico thailandese torna in piazza. A Bangkok si è tenuta la più grande manifestazione di protesta dai giorni del colpo di stato. Il nuovo movimento democratico, guidato da uno studente di giurisprudenza, ha annunciato una nuova manifestazione per ottobre. Ma intanto dall’esilio, l’ex premier Thaksin esorta i suoi sostenitori a tenere un profilo basso.
GIAPPONE – Leggi di sicurezza, passo falso per Abe?
Dopo l’approvazione delle nuove leggi di sicurezza che espandono il ruolo dell’esercito giapponese, il primo ministro Shinzo Abe è sotto attacco. Secondo un sondaggio del quotidiano Asahi, oltre il 51 per cento dei cittadini giapponesi sarebbe contro i provvedimenti passati sabato intorno alle 2:30 del mattino in parlamento e oltre il 78 per cento sarebbe insoddisfatto di come il governo ha gestito l’informazione sulla questione nei mesi precedenti il voto parlamentare. Intanto, mentre continuano le proteste di piazza in un clima pacifico, le opposizioni cercano di unirsi e pensare a nuove elezioni e a un governo di unità nazionale.
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