In Cina e Asia – Xi Jinping: «Internet non è escluso dallo Stato di diritto»

In by Gabriele Battaglia

Il presidente cinese in un discorso alla Conferenza mondiale su Internet di Wuzhen ribadisce la necessità di «trovare un equilibrio tra ordine e libertà», anche nella Rete. Nuove regole per le mappe «fuorilegge» in Cina, mentre in carcere si prendono misure anti suicidio per i condannati per corruzione. L’Arabia Saudita annuncia una grande coalizione islamica anti Isis, coinvolgendo anche il Pakistan: che però non ne sapeva niente. La nostra rassegna del mattino.Conferenza mondiale su Internet, Xi Jinping: «Internet non è escluso dallo Stato di diritto»

Il presidente cinese Xi Jinping nel suo discorso alla Conferenza mondiale di Internet a Wuzhen, nella provincia dello Zhejiang, ha richiamato la necessità di nuove regole per la gestione del Web. «Il cyberspazio non è un posto che va oltre lo Stato di diritto», ha affermato Xi difendendo i controlli di Pechino sulla Rete – bisogna «trovare un equilibrio tra ordine e libertà», ha detto Xi – e rinnovando l’impegno della Cina a cooperare con il resto del mondo per fermare il cybercrimine. Xi ha quindi ricordato che «non può esserci un’egemonia di internet» e affermato la volontà cinese di rispettare i diritti degli altri paesi «nel coinvolgimento nella governance del cyberspazio internazionale».

Turisti in Cina controllate le vostre mappe!

Il governo cinese ha approvato una legge che obbliga tutti gli individui e le aziende di settore a produrre, mostrare o vendere mappe che rispettino gli standard nazionali, ovvero la versione ufficiale che comprende anche le isole contese del Mar cinese meridionale. La stessa legge si applica anche a chi visita il paese di mezzo, con il rischio di sanzioni penali. È l’ultimo provvedimento che mira al rafforzamento dei confini nazionali in un periodo storico di espansione territoriale per Pechino.

La Cina rallenta, il Tibet no

Nella nuova normalità cinese – crescita al 7 per cento e più equità, almeno nelle intenzioni della leadership – c’è un’eccezione importante: il Tibet. La regione autonoma nel sudovest della Cina continua a registrare un tasso di crescita a doppia cifra (12,4 per cento di media negli ultimi 20 anni), e non sembra intenzionata a rallentare. Ma, spiega il vice presidente esecutivo dell’amministrazione regionale Deng Xiaogang a Bloomberg, continua ad esserci «un gap» di sviluppo enorme tra il Tibet, una delle aree più povere e meno industrializzate della Cina e il resto del paese.

Niente suicidi in carcere per i corrotti

Celle imbottite e cucchiai morbidi: sono queste le nuove misure carcerarie prese contro i sospettati di corruzione del Pcc per evitare che questi si suicidino in custodia, mentre continua la lotta alle «tigri» lanciata da Xi Jinping nel 2012.

L’immagine di una cella costruita secondo i nuovi standard – relativamente di lusso, con biancheria e condizionatore dentro e giardini all’esterno — è stata diffusa qualche giorno fa dal West China Metropolitan Daily, quotidiano del Sichuan, ed è diventata virale. Nella struttura sono ospitati 11 sospetti, compresi alcuni funzionari di partito locali. Altra particolarità: niente pesce nel menù per evitare soffocamenti o altri incidenti con le spine.


Pakistan: «Non sappiamo niente della coalizione islamica anti-terrorismo»

Per l’Arabia Saudita il Pakistan è uno dei 34 paesi alleati militari nella lotta contro il gruppo dello Stato islamico. Ma a Islamabad non ne sapevano niente. Il quid pro quo è nato dopo una rara conferenza stampa a Riyad durante la quale il ministro della difesa principe Mohammed bin Salman ha annunciato la formazione di una nuova alleanza militare di paesi di religione musulmana – Pakistan compreso – contro il terrorismo, senza fornire ulteriori dettagli sulle modalità dello sforzo militare. Ma a Islamabad non ne sapevano niente. Un funzionario del ministero degli esteri locale ha dichiarato al quotidiano The Tribune che il dicastero è stato «colto di sorpresa» dall’annuncio di Riyad.

Giappone, le donne devono mantenere il cognome dei mariti

La corte suprema giapponese ha confermato in una sentenza la costituzionalità di un articolo del Codice civile che impone alle coppie sposate di usare lo stesso cognome – quello del marito – per questioni ufficiali. La sentenza sferra un colpo alle campagne di incostituzionalità lanciate da gruppi di attiviste negli scorsi anni.

Per il giudice Itsuro Terada che presiedeva la corte giudicante, l’articolo è «fortemente radicato nella società giapponese e permette agli individui di identificarsi con una famiglia». Per i sostenitori dell’incostituzionalità dell’articolo però, esso pone dei problemi di pari opportunità per le donne divorziate. Queste affrontano numerose difficoltà burocratiche quando decidono di utilizzare nuovamente il proprio cognome da nubili. Difficoltà che possono ripercuotersi anche sul posto lavoro.

[Foto credit: latimes.com]