“Il virus è il diavolo e non gli permetteremo di nascondersi”. Accogliendo il direttore dell’Oms, il presidente Xi Jinping ha promesso che la Cina rafforzerà la cooperazione internazionale per sconfiggere la diabolica malattia. “Riteniamo che l’OMS e la comunità internazionale forniranno una valutazione calma, obiettiva e razionale. La Cina è fiduciosa di vincere la battaglia contro il virus”, ha spiegato il leader cinese. Dal canto suo Tedros Adhanom Ghebreyesus ha lodato Pechino per le misure adottate e ha invitato la popolazione alla calma, definendo non necessarie le operazioni di rimpatrio dei cittadini stranieri ancora a Wuhan. Affermazioni che non influiranno sui voli già programmati dalla Francia e che, stando a quanto affermato ieri dalla Commissione europea, saranno estesi anche a un centinaio di persone provenienti da altri paesi Ue, proprio mentre in Germania è stata riportata la prima trasmissione secondaria. Xi avrebbe inoltre accettato di accogliere un team internazionale guidato dall’Oms per condurre ricerche sul campo insieme ai colleghi cinesi. L’annuncio arriva a stretto giro dalla sospensione di servizi ferroviari e traghetti che collegano Hong Kong alla Cina. Da giorni la popolazione locale protestava contro le misure adottate dall’amministrazione Lam ritenute insufficienti per proteggere l’ex colonia britannica dal virus.[fonte: Reuters, Reuters]
Huawei: la Gran Bretagna dà il semaforo
Huawei potrà partecipare allo sviluppo della rete 5G britannica, sebbene limitatamente alle infrastruttura wireless che non costituiscono una minaccia per l’integrità del sistema, come le antenne. Secondo il comunicato rilasciato ieri dalle autorità londinesi – che non cita espressamente Huawei – a nessun singolo “venditore ad alto rischio” sarà consentito di superare una quota di mercato del 35%. Una precisazione che rivela la volontà di diversificare i fornitori a prescindere dalla nazionalità. L’attesa decisione disattende le speranze dell’amministrazione Trump – che da mesi spinge per un’esclusione totale del colosso di Shenzhen dal 5G europeo con l’accusa di spionaggio – e fornisce un precedente a quei paesi, come la Germania, in procinto di definire i termini per la realizzazione della propria rete di quinta generazione. D’altronde, con la Brexit alle porte, bandire Huawei avrebbe potuto compromettere le relazioni con Pechino in un momento in cui Londra ha bisogno più che mai di partner extraeuropei. Le nuove misure sembrano quindi voler accontentare tanto la Cina quanto gli Stati uniti. La posizione americana apparirà più chiara quando il segretario di stato Mike Pompeo incontrerà quest’oggi Boris Johnson nella City. [fonte: NYT]
Luminare di Harvard arrestato per aver preso finanziamenti dal governo cinese
Il direttore del dipartimento di chimica dell’Harvard University è stato arrestato per non aver reso noti i finanziamenti milionari ricevuti dal governo cinese attraverso il controverso programma Thousand Talents Plan, come richiesto dalla legge americana. Secondo le autorità federali del Massachusetts, Charles Lieber – uno dei massimi esperti di nanotecnologia – avrebbe mentito al Dipartimento della Difesa e ai National Institutes of Health, continuando a ricevere fondi per 15 milioni di dollari. Il caso, l’ultimo di una lunga serie, rientra nella campagna messa in atto dall’amministrazione Trump per difendere il settore della ricerca dal presunto furto di proprietà intellettuale. Segno che “l’accordo di fase uno” servirà a ricucire i rapporti commerciali ma non a rinsaldare la fiducia nei confronti del competitor più minsaccioso. Secondo statistiche di Bloomberg, la Cina sta rapidamente raggiungendo gli Stati uniti in termini di innovazione. [fonte: WSJ, Bloomberg]
Berlino chiude il “City Hostel”: fruttava a Pyongyang 30mila dollari al mese
Un tribunale di Berlino ha ordinato la chiusura del controverso “City Hostel”, un economico ostello situato nei pressi dell’iconico Checkpoint Charlie da diverso tempo nel mirino delle autorità tedesche per la sua vicinanza al regime di Pyongyang. Aperta nel 2007, la struttura – gestita dalla società turca EGI – sorge infatti nei locali dell’ambasciata nordcoreana, fornendo al governo di Kim Jong-un valuta forte in barba alle sanzioni internazionali. L’affitto dello stabile ha fruttato al governo del Nord circa 38.000 dollari al mese. Secondo una risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del 2016, le rappresentanze straniere nordcoreane sono obbligate a “limitarsi alle attività diplomatiche e consolari”. Questo vuol dire che “qualsiasi tipo di attività commerciale è vietata”, ha spiegato il ministero degli Esteri tedesco. [fonte: AFP]
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Classe ’84, romana doc. Direttrice editoriale di China Files. Nel 2010 si laurea con lode in lingua e cultura cinese presso la facoltà di Studi Orientali (La Sapienza). Appena terminati gli studi tra Roma e Pechino, comincia a muovere i primi passi nel giornalismo presso le redazioni di Agi e Xinhua. Oggi scrive di Cina e Asia per diverse testate, tra le quali Il Fatto Quotidiano, Milano Finanza e il Messaggero. Ha realizzato diversi reportage dall’Asia Centrale, dove ha effettuato ricerche sul progetto Belt and Road Initiative. È autrice di Africa rossa: il modello cinese e il continente del futuro.