I titoli di oggi:
- Xi incontra Bachelet
- I Xinjiang Police Files fanno luce sul sistema della rieducazione
- Stoltenberg: l’Occidente allenti la dipendenza economica dalla Cina
- Forum Davos: la Cina anticiperà il taglio delle emissioni
- Lavrov: la Russia punterà sulla Cina
- Prima esercitazione aerea sino-russa nel Pacifico dall’inizio della guerra
- La Corea del Nord saluta Biden con tre missili
Dopo essere stata accolta da Wang Yi, stamattina Michelle Bachelet ha avuto un incontro virtuale con Xi Jinping. Secondo la CCTV, il presidente cinese ha sfruttato il meeting per difendere lo stato dei diritti umani oltre la Muraglia, condannandone qualsiasi “politicizzazione” e rimarcando la necessità di adattare il concetto alle circostanze locali dei singoli paesi. Bachelet – almeno stando alla versione cinese – avrebbe lodato Pechino per i progressi compiuti nella lotta alla povertà, la tutela dei diritti umani e lo sviluppo economico. Il readout non fa menzione del Xinjiang.
I Xinjiang Police Files fanno luce sul sistema della rieducazione
Mentre prosegue la visita di Bachelet in Cina, nuove rivelazioni gettano ulteriori ombre sulle politiche etniche nello Xinjiang. Si tratta di materiale pubblicato dalla Victims of Communism Memorial Foundation, proveniente dai computer della polizia locale: tra i file sono compresi discorsi classificati di alti funzionari e 5.000 foto di uiguri scattate tra gennaio e luglio 2018. In alcune immagini al fianco del detenuto è visibile una guardia armata, un elemento che già di per sé sembra contestare la versione ufficiale dei campi come semplici scuole. Le motivazioni del fermo – non sempre note – spaziano da comportamenti sospetti, come non bere alcol o aver usato troppo poco il cellulare. La più giovane è una ragazza di 15 anni, la più anziana una signora di 73 anni. C’è chi è stato arrestato per “crimini” commessi anche decenni prima. Protocolli interni fanno inoltre luce sulle ferree misure di sicurezza adottate all’interno dei campi: si parla di agenti armati in tutte le strutture, mitragliatrici e fucili di precisione posizionati nelle torri di guardia e l’ordine di sparare per uccidere chi cerca di scappare. Misure di controllo sono state adottate anche per chi vive nelle proprie abitazioni. I file attestano inoltre una stretta relazione tra il sistema dei campi e quello delle incarcerazioni formali per “terrorismo”. Il materiale è stato autenticato da un consorzio di 14 media outlet nell’arco di diversi mesi e rilasciato solo ora – sembrerebbe – per mettere sotto pressione Bachelet.
La pubblicazione del report ha suscitato preoccupazione nelle cancellerie occidentali. La ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock, confrontandosi con l’omologo cinese Wang Yi, ha definito “scioccanti” le ultime testimonianze. “I diritti umani sono una parte fondamentale dell’ordine internazionale e la Germania si impegna a proteggerli in tutto il mondo”, ha aggiunto Baerbock. Sullo stesso spartito la collega britannica Liz Truss che ha rimarcato la posizione di Londra “al fianco dei nostri partner internazionali nel denunciare la spaventosa persecuzione da parte della Cina dei musulmani uiguri e di altre minoranze”. Nel caso della Germania però potrebbe trattarsi di un vero e proprio cambio di strategia. Stando al ministro dell’Economia Robert Habeck, i diritti umani saranno sempre più centrali nella definizione dei rapporti con Pechino.
Stoltenberg: l’Occidente allenti la dipendenza economica dalla Cina
Il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, ha sfruttato il vertice di Davos (cominciato lunedì) per avvertire i leader occidentali sui rischi di rapporti economici troppo stretti con Pechino e Mosca. “La libertà è più importante del libero scambio. La protezione dei nostri valori è più importante del profitto”, ha sentenziato Stoltenberg. Secondo l’ex ministro degli Esteri norvegese,
l’abbattimento delle barriere commerciali nel perseguimento del libero scambio ha reso l’Europa dipendente dal petrolio e dal gas russo. La condivisione di tecnologia rischia di far perdere all’Occidente il suo vantaggio tecnologico negli armamenti moderni e lascia le infrastrutture vitali – come le reti 5G – alla mercé del controllo straniero. “Se condividiamo la tecnologia, potremmo guadagnare soldi ma indebolire la sicurezza occidentale”, ha affermato Stoltenberg. “Si tratta della Russia, ma anche della Cina”.
Forum Davos: la Cina anticiperà il taglio delle emissioni
La ridotta presenza cinese al forum di quest’anno rende qualsiasi replica priva di mordente. Come segnala il SCMP, a differenza di quanto avvenuto in passato, la Cina ha mandato all’ultima edizione del World Economic Forum funzionari di livello medio-basso. Spicca come unica eccezione il nome di Xie Zhenhua, inviato cinese per il Clima, che ha fatto un grande annuncio che non c’entra nulla con la Russia: la Cina anticiperà gli obiettivi di riduzione delle emissioni.
Lavrov: la Russia punterà sulla Cina
Prima esercitazione aerea sino-russa nel Pacifico dall’inizio della guerra
Airbnb lascia la Cina
La Corea del Nord saluta Biden con tre missili
Classe ’84, romana doc. Direttrice editoriale di China Files. Nel 2010 si laurea con lode in lingua e cultura cinese presso la facoltà di Studi Orientali (La Sapienza). Appena terminati gli studi tra Roma e Pechino, comincia a muovere i primi passi nel giornalismo presso le redazioni di Agi e Xinhua. Oggi scrive di Cina e Asia per diverse testate, tra le quali Il Fatto Quotidiano, Milano Finanza e il Messaggero. Ha realizzato diversi reportage dall’Asia Centrale, dove ha effettuato ricerche sul progetto Belt and Road Initiative. È autrice di Africa rossa: il modello cinese e il continente del futuro.