Dopo settimane di speculazioni è arrivata la conferma: Trump e Xi Jinping si incontreranno in Giappone a margine del G20. I due leader hanno trovato l’intesa ieri durante “una bella conversazione telefonica”, avvenuta su richiesta degli Stati Uniti. Secondo quanto specificato da Trump, il faccia a faccia con Xi sarà preceduto da colloqui tra i rispettivi team (i negoziati riprenderanno già oggi), mentre la versione fornita dai media cinesi sottolinea la necessità che le dispute commerciali vengano risolte attraverso il dialogo e tenendo conto delle “reciproche legittime preoccupazioni”. Il meeting servirà a scongiurare – come già avvenuto in Argentina a dicembre – l’imposizione di nuove tariffe americane. Mentre l’inquilino della Casa Bianca continua a decantare i benefici delle barriere commerciali, la comunità d’affari non sembra essere dello stesso avviso.
Lunedì, l’Ufficio del U.S. Trade Representative, il dipartimento del Commercio e altre agenzie federali hanno cominciato a raccogliere opinioni a riguardo. 47 delle 50 società presenti hanno chiesto di essere esonerate dai dazi, solo due si sono dette favorevoli. Decine di testimonianze scritte e orali hanno posto l’accento non solo sull’aumento dei costi (fino al 50% più alti) ma anche su una serie di problematiche logistiche di difficile risoluzione. Secondo molti, spostare le operazioni dalla Cina al Vietnam o altri paesi non sarebbe fattibile per anni a causa della mancanza di competenze e infrastrutture in grado di rivaleggiare con quelle cinesi. La Repubblica popolare domina la produzione industriale globale, dalle scarpe all’elettronica. L’elenco proposto – che raggiungerà la scrivania di Trump il 2 luglio – include quasi tutti i prodotti di consumo, in particolare telefoni cellulari, computer, giocattoli e gadget elettronici [fonte: Scmp, Reuters]
Nuovo terremoto. Il Sichuan sventa la catastrofe grazie a un sistema di allerta
La contea di Changning, nella provincia sismica del Sichuan, é stata colpita da una scossa di terremoto del sesto grado nella serata di lunedì. 13 le vittime accertate e numerosi i feriti. Un sistema di allerta attraverso la tv, telefono, social network, ha permesso di avvisare la popolazione fino a 10 secondi (considerati critici per salvare delle vite) prima dell’arrivo del terremoto, evitando conseguenze peggiori. L’ideatore del sistema è Wang Tun, un ingegnere del Sichuan che ai tempi del terremoto del 2008 che fece 87000 vittime, viveva negli Stati Uniti. Rientrato nel suo paese si è dedicato a mettere a punto il sistema che ha già sventato una prima catastrofe [fonte: Caixin]
La Bibbia secondo Marx
Il Partito comunista cinese sta costringendo il clero a reinterpretare la Bibbia secondo i valori del socialismo. Lo riporta il sito specializzato Bitter Winter, secondo il quale un documento emesso il 21 maggio impone alle chiese dello Shandong di includere l’ideologia socialista nel contenuto dei loro sermoni. Le nuove disposizioni sottolineano la necessità di guidare i credenti e rafforzare la loro formazione ideologica attraverso l’integrazione dei valori fondamentali socialisti nelle attività religiose collettive e nella vita quotidiana. Il programma prevede inoltre che le diocesi espongano poster propagandistici in cui i versetti della Bibbia vengono utilizzati per spiegare i dodici principi dei valori centrali del socialismo: prosperità, democrazia, civiltà, armonia, libertà, uguaglianza, giustizia, stato di diritto , patriottismo, dedizione, integrità e amicizia. Quello dello Shandong non è un caso isolato. Episodi simili sono stati riportati a Pechino e nello Henan [fonte: Bitter Winter]
Minireattori per riscaldare le città cinesi
La Cina ha avviato la costruzione in via sperimentale di un reattore nucleare su piccola scala in grado di sostituire carbone e gas per riscaldare le regioni più fredde. L’apparecchio è stato progettato per la città di Jiamusi, nella provincia nord-orientale di Heilongjiang, ed è la prima di due unità che congiuntamente ci si attende avranno una capacità combinata di 400 megawatt. I dispositivi sono grandi un quinto rispetto ai normali reattori nucleari e utilizzano una frazione del materiale nucleare impiegato nelle centrali convenzionali. Un fattore che i funzionari locali ammettono potrebbe non bastare a rassicurare i cittadini sulla loro sicurezza. Dopo l’incidente di Fukushima, la transizione verso l’energia atomica ha subito una battuta d’arresto oltre la Muraglia, per poi riprendere velocità in concomitanza con la campagna anti-inquinamento lanciata cinque anni fa [fonte: Scmp]
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Classe ’84, romana doc. Direttrice editoriale di China Files. Nel 2010 si laurea con lode in lingua e cultura cinese presso la facoltà di Studi Orientali (La Sapienza). Appena terminati gli studi tra Roma e Pechino, comincia a muovere i primi passi nel giornalismo presso le redazioni di Agi e Xinhua. Oggi scrive di Cina e Asia per diverse testate, tra le quali Il Fatto Quotidiano, Milano Finanza e il Messaggero. Ha realizzato diversi reportage dall’Asia Centrale, dove ha effettuato ricerche sul progetto Belt and Road Initiative. È autrice di Africa rossa: il modello cinese e il continente del futuro.