Il presidente Usa Joe Biden e il leader cinese Xi Jinping dovrebbero incontrarsi virtualmente prima della fine dell’anno. “L’accordo di principio” è arrivato a seguito del faccia a faccia di ieri a Zurigo tra il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca Jake Sullivan e il consigliere per la politica estera cinese Yang Jiechi.
Secondo una nota della Casa Bianca, Sullivan ha sottolineato al diplomatico di più alto livello cinese la necessità di mantenere linee di comunicazione aperte, mentre ha espresso preoccupazione per le recenti provocazioni militari della Cina nei confronti Taiwan, le violazioni dei diritti umani contro le minoranze etniche dello Xinjiang e gli sforzi di Pechino per soffocare i sostenitori della democrazia a Hong Kong. Dello stesso tono le dichiarazioni del segretario di Stato americano Antony Blinken che, in un’intervista a Parigi con Bloomberg Television, ha criticato le recenti manovre militari della Cina intorno a Taiwan, esortando i leader di Pechino a porre subito la parola fine alle esercitazioni militari. Inoltre Blinken, prima dell’incontro dell’Osce a Parigi, ha affermato che Pechino farebbe meglio a occuparsi delle questioni economiche che la riguardano, prima tra tutte il collasso finanziario del gruppo Evergrande. I commenti di Blinken sono le prime osservazioni di un alto funzionario dell’amministrazione Biden sulla crisi finanziaria dello sviluppatore immobiliare, che ha minacciato impatti più ampi sull’economia cinese e sugli investitori stranieri. [fonte AP Bloomberg]
Cosa ha detto la Chief Executive di Hong Kong nel suo ultimo discorso politico?
La futura traiettoria di sviluppo di Hong Kong sarà incentrata sull’innovazione tecnologica, la salvaguardia del patriottismo e l’espansione economica. E’ su questi temi che si è concentrata la Chief Executive Carrie Lam in quello che è stato il quinto e ultimo discorso politico del suo mandato. Davanti ai membri del LegCo, ormai a trazione pro-establishment, Lam ha presentato diverse misure per la trasformazione della città. Sul piano finanziario, vuole adottare una serie di provvedimenti per rafforzare lo status di Hong Kong come centro finanziario globale, includendo il miglioramento del regime di quotazione del mercato azionario e facilitando il flusso transfrontaliero dello yuan. Per questo il governo è pronto a sostenere la Hong Kong Exchanges and Clearing Limited con l’obiettivo di migliorare il regime di quotazione e di crearne uno ad hoc per società di acquisizione con fini particolari. Lam mira così a migliorare le agevolazioni fiscali nel tentativo di attirare maggiori imprese nella città. L’impegno sul fronte finanziario procederà di pari passo con gli obiettivi sulla sostenibilità e il tentativo di controllare l’emergenza abitativa con un mega progetto di sviluppo urbano nei Nuovi Territori, al confine con la Cina. Lam ha anche ribadito che sarà a breve introdotta una nuova norma sulla sicurezza nazionale in base al contrastato articolo 23 della Basic Law. Dai radar, sembra essere sparita la priorità del coronavirus: a premiare, secondo la Chief Executive, sono le restrittive misure di prevenzione. Ma non la pensano così le aziende europee che stanno valutando di trasferire le proprie attività da Hong Kong a Singapore a causa delle rigide misure di quarantena attuate dal governo. Molti dirigenti aziendali considerano “frustranti” le quarantene obbligatorie di 21 giorni per chi arriva con un volo internazionale. (HKFP HKFP HFKP SCMP Bloomberg Bloomberg HKFP]
La Belt and Road si sposta su porto pakistano di Karachi
Nei giorni scorsi Cina e Pakistan hanno deciso di segnare un cambio di passo nell’iniziativa per il Corridoio economico Cina-Pakistan, nell’ambito della Belt and Road. Allontanatesi dalla controversa area di Gwadar, nel Belucistan, Pechino e Islamabad puntano adesso alla costa di Karachi. Durante la decima riunione del comitato di cooperazione congiunta, i due paesi hanno firmato un memorandum di intesa per il progetto Karachi Coastal Comprehensive Development Zone. E’ un piano ambizioso, che prevede un investimento da 3,5 miliardi di dollari destinato alla costruzione di nuove strutture nel porto di Karachi e un impianto di depurazione delle acque, oltre allo sviluppo di un nuovo porto per la pesca e una zona commerciale di 640 ettari nella zona occidentale del Karachi Port Trust. Il progetto prevede anche la realizzazione di un ponte portuale che collega il porto con le vicine isole di Manora. Adesso, Gwadar rischia di perdere ancora più investimenti esteri. Karachi è il principale centro commerciale del Pakistan e ospita anche il porto più trafficato. A spingere i cinesi ad abbandonare l’area di Gwadar è la sua instabilità: proprio qui, lo scorso agosto c’è stato un attentato suicida dei separatisti beluci che ha colpito un automobile al cui interno c’erano cittadini cinesi. [fonte Nikkei ]
La stretta cinese minaccia il settore immobiliare a Londra
Da anni il colosso immobiliare cinese Greenland Group ha iniziato a volgere lo sguardo verso l’Europa, aprendo cantieri nelle principali capitali del vecchio continente, come Londra. Qui doveva aprire la torre residenziale più alta dell’Europa occidentale, lo Spire London. Ma qualcosa è andato storto. La costruzione di 67 piani, per un valore di nove miliardi di dollari, è iniziata nel 2016 ma non è ancora stata conclusa. Greenland ha dovuto sospendere i lavori a causa di un rallentamento nella vendita di appartamenti residenziali di fascia alta e dalla pandemia di Covid-19. Ora si teme che un giro di vite nel settore messo in atto dal governo cinese possa porre fine all’interesse dei colossi dell’immobiliare nella capitale del Regno Unito. A giustificare il timore, le nuove regole di Pechino che cercano di frenare l’eccessiva leva nel settore immobiliare, limitando il numero di società gravate dai debiti. Il caso Evergrande, così come quello più recente di Fantasia, suscita timori nei mercati globali. Tra il 2013 e il 2018, gli acquirenti della Cina continentale e di Hong Kong hanno investito quasi 3,5 miliardi di sterline a Londra, rappresentando quasi tutto il flusso di investimenti transfrontalieri nella terra della città nel 2017, secondo Real Capital Analytics. Negli ultimi tre anni, però, si è registrata una drastica riduzione, nonostante numerosi appartamenti siano ancora finanziate dai colossi cinesi. Ma molti di questi sono incompiuti e invenduti. La domanda che gli investitori si pongono è se i colossi cinesi, a seguito della stretta di Pechino nel settore immobiliare, saranno ancora interessati al mercato londinese. [fonte FT]
Filippine: scoppia la protesta per la candidatura alle presidenziali del figlio dell’ex dittatore Marcos
Il figlio dell’ex dittatore filippino Ferdinand Marcos, Ferdinand junior, scende in campo e si candida per le presidenziali delle Filippine nel maggio 2022. Marcos aveva già corso per la carica di vicepresidente nel 2016, uscendone però sconfitto. Marcos Jr., noto anche con il suo soprannome “Bongbong”, ha 64 anni ed è in politica dagli anni Novanta, avendo ricoperto incarichi di governatore, deputato e senatore. Ha sempre difeso l’eredità del padre, bollando come menzogne le accuse mosse di violazioni dei diritti umani e atrocità commesse tra il 1972 e il 1981 da Ferdinand Marcos, quando impose la legge marziale nel Paese. La dittatura fu successivamente rovesciata nel 1986 da un’insurrezione filo-democratica appoggiata dall’esercito e solo tre anni dopo l’ex dittatore morì mentre era in esilio alle Hawaii. Nel registrare la sua candidatura per le elezioni presidenziali, Marcos ha provocato un’onda di protesta da parte di un centinaio di attivisti. Sul piede di guerra, i manifestanti hanno promesso di portare avanti una campagna politica contro la candidatura di Marcos Jr.
Marcos Jr. si unisce così alla lista dei candidati alle presidenziali, che conta già la figlia dell’attuale presidente Rodrigo Duterte, il pugile Manny Pacquiao e il sindaco di Manila, Isko Moreno. A breve arriverà anche l’annuncio della candidatura della vice presidente Leni Robredo, leader dell’opposizione, che già sconfisse Marcos Jr. nella corsa alla vicepresidenza del 2016. [fonte Rappler, SCMP]
Sanseverese, classe 1989. Giornalista e videomaker. Si è laureata in Lingua e Cultura orientale (cinese e giapponese) all’Orientale di Napoli e poi si è avvicinata al giornalismo. Attualmente collabora con diverse testate italiane.