I titoli di oggi:
- Xi a Macron e Scholz: la Cina “svolgerà ruolo positivo”
- Ucraina: Pechino amplifica le fake news sui laboratori biologici Usa
- Capo della CIA: la Cina “sorpresa” dalla guerra in Ucraina
- Nonostante tutto, “la Cina diventerà la prima economia mondiale entro il 2030”
- Covid: Hong Kong prima al mondo per tasso di mortalità
- L’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani in vista in Xinjiang
- Ministro della Giustizia cinese: “pena di morte per traffico di donne e bambini”
- Volano i prezzi del nickel e tycoon cinese perde miliardi di dollari
- Corea del Nord: riprendono i lavori nel sito nucleare
Xi a Macron e Scholz: la Cina “svolgerà ruolo positivo”
La Cina si coordinerà con l’UE per “svolgere un ruolo positivo insieme alla comunità internazionale” al fine di contenere l’escalation in Ucraina. Lo ha dichiarato ieri Xi Jinping durante un videoconfronto con il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Il leader cinese ha aggiunto di “provare profondo rammarico per la ripresa della guerra nel continente europeo” e ha definito la situazione in Ucraina “preoccupante”. “Vorremmo chiedere la massima moderazione per prevenire una crisi umanitaria su larga scala”, ha spiegato Xi senza tuttavia condannare l’invasione russa, né specificare se intercederà nei negoziati con l’amico Putin. Piuttosto, ha avvertito che le sanzioni comminate alla Russia rischiano di interrompere le catene di approvvigionamento globali con gravi ripercussioni per l’economia mondiale. Cina e Unione Europea “dovrebbero assumersi le loro responsabilità e iniettare più stabilità e certezza in un mondo turbolento e in evoluzione. Le parti dovrebbero rafforzare il dialogo, aderire alla cooperazione e promuovere la stabilità e lo sviluppo a lungo termine delle relazioni” bilaterali, ha sottolineato il leader.
Da parte sua la Cina ha proposto un’iniziativa in sei punti per gestire la crisi umanitaria e continuerà a inviare aiuti all’Ucraina. Pechino sceglie ancora di rimanere nell’ambiguità, per quanto lontano dai riflettori forse qualcosa si muove. Sempre ieri l’ambasciatore cinese a Mosca ha incontrato il viceministro degli Esteri russo Igor Morgulov. Secondo Interfax, “Le parti hanno discusso le questioni attuali relative all’interazione russo-cinese”.
Ucraina: Pechino amplifica le fake news sui laboratori biologici Usa
Mentre la Cina dialoga con il Vecchio Continente, i rapporti con gli Stati uniti continuano ad essere freddini. Pechino è fermamente convinto che le responsabilità della crisi ucraina siano principalmente imputabili al militarismo americano nello spazio ex sovietico. Strumento per eccellenza è la NATO, ma non solo. Negli ultimi giorni la stampa cinese, amplificando la propaganda russa, ha accusato la CIA di supportare il reggimento operazioni speciali “Azov”, movimento neonazista ucraino – istituito con lo scopo principale di contrastare le crescenti attività di guerriglia dei separatisti filo-russi del Donbass durante la guerra del Donbass del 2014[- che secondo il Global Times, nel 2019, ha contribuito a fomentare le proteste pro-democrazia di Hong Kong.
Martedì il ministero degli Esteri cinese ha invitato Washington a rilasciare dettagli sui laboratori biologici americani in Ucraina, sottolineando i potenziali rischi per la sicurezza del mondo intero. Come spiega la Xinhua, rilanciando una popolare fake news, ” la Russia ha scoperto nel corso delle operazioni militari che gli Stati Uniti utilizzano quelle strutture per programmi militari biologici.” Gli Usa dovrebbero rilasciare quanto prima informazioni specifiche pertinenti, compresi i virus studiati e la ricerca che è stata condotta”, ha affermato il portavoce Zhao Lijian. Il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti controlla 336 laboratori biologici in 30 paesi. Le attività in Ucraina sono solo “la punta dell’iceberg”, ha avvertito Zhao.”Qual è la vera intenzione degli Stati Uniti? Che cosa hanno fatto esattamente?
Capo della CIA: la Cina “sorpresa” dalla guerra in Ucraina
La risposta cinese alla guerra in Ucraina è stato uno degli argomenti trattati ieri dall’intelligence americana. Presentando il report annuale “Annual Threat Assessment of the US Intelligence Community”, il capo della CIA William Burns ha dichiarato che Pechino “è rimasto sorpreso e in una certa misura sconvolto” dall’invasione russa e dalla risposta coesa dell’occidente. Mentre Burns esclude che la questione taiwanese sia negoziabile, tuttavia è incline a ritenere che quanto avvenuto in Ucraina “impatterà i piani” di Pechino per una riannessione dell’isola. Il rapporto ha anche messo in risalto i rischi associati allo sviluppo dell’arsenale nucleare cinese.
Nonostante tutto, “la Cina diventerà la prima economia mondiale entro il 2030”
Oltre la Grande Muraglia c’è chi, nonostante tutto, ostenta ottimismo. Secondo Justin Lin Yifu, ex vicepresidente della Banca Mondiale e oggi docente presso la Peking University, la guerra in Europa non intralcerà i piani economici di Pechino. “Sono abbastanza fiducioso nella mia stima che la Cina supererà gli Stati Uniti entro il 2030“, ha dichiarato l’economista sottolineando come la crisi comprometterà parzialmente la crescita cinese ma anche quella degli Stati uniti. E’ ancora difficile per la Cina quantificare l’impatto delle sanzioni occidentali contro Mosca. Il dipartimento del Commercio americano confida che le restrizioni sull’export di tecnologia, coordinate con gli alleati europei ed asiatici, siano sufficientemente estese da costringere le aziende cinesi, come il colosso dei semiconduttori SMIC, a interrompere volontariamente le forniture alla Russia.
Covid: Hong Kong prima al mondo per tasso di mortalità
Hong Kong ha ormai il tasso di mortalità più elevato al mondo. Secondo calcoli di Bloomberg, la media mobile su 7 giorni è salita a 27 morti su un milione di persone, il doppio della Lettonia, seconda classificata. I numeri sono spiegabili alla luce del basso tasso di vaccinazione tra gli ottantenni. Per questa ragione il governo di Carrie Lam ha deciso di archiviare l’idea di avviare test massa per concentrare l’attenzione sulla cura dei casi più gravi e ridurre l’impatto sulla popolazione più anziana.
L’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani in vista in Xinjiang
L’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Michelle Bachelet si recherà in Cina a maggio. Lo ha confermato ieri la stessa Bachelet aggiungendo che la visita includerà il Xinjiang, la regione autonoma dove, secondo varie testimonianze, Pechino ha internato e sottoposto alla rieducazione un milione di persone appartenenti alle minoranze islamiche nell’ambito della lotta al terrorismo. Era dal 2018 che andavano avanti i negoziati. Il governo cinese si era reso disponibile in caso di una visita “amichevole”, ma Bachelet aveva affermato che avrebbe accettato l’invito solo in caso di “accesso illimitato e significativo, compresi colloqui senza supervisione [esterna] con la società civile”.
L’annuncio del viaggio è stato accolto con ottimismo dai gruppi per la difesa dei diritti umani, ma non accennano a diminuire le critiche per la mancata pubblicazione del rapporto sulla repressione in Xinjiang che l’Onu ha in cantiere da oltre tre anni. La trasferta di Bachelet sarà a suo modo “storica”. L’ultima missione in Cina di un Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani risale al 2005.
Ministro della Giustizia cinese: “pena di morte per traffico di donne e bambini”
Il ministro della Giustizia cinese ha auspicato l’ utilizzo della pena di morte nei casi più efferati di violenza contro donne, bambini e anziani. Presentando il rapporto annuale della Corte suprema del Popolo, ieri Zhou Qiang ha affermato che la pena capitale sarà “applicata in modo coerente contro i reati che violano gravemente la sicurezza pubblica”. Il monito giunge in risposta al discusso caso della donna disabile tenuta in catene dal marito nelle campagne del Jiangsu. Non l’unico del genere ad aver infiammato l’opinione pubblica cinese nell’ultimo mese.
Secondo le leggi nazionali, mentre i trafficanti possono incorrere nella pena di morte, i clienti ricevono sanzioni non superiori ai tre anni di carcere. Solo la scorsa settimana il Ministero della Pubblica Sicurezza ha annunciato una campagna di un anno per combattere la tratta di donne e bambini.
Volano i prezzi del nickel e tycoon cinese perde miliardi di dollari
La crisi Ucraina sta creando scompiglio nei mercati delle materie prime. Le oscillazioni dei prezzi del nickel, di cui la Russia è il primo produttore al mondo, hanno costretto il London Metal Exchange a sospendere le attività di trading, quando il prezzo del nickel è letteralmente esploso raggiungendo il massimo storico assoluto di 100.000 dollari per tonnellata. Il tycoon cinese Xiang Guangda, che dopo aver ammassato shorts per miliardi di dollari proprio sul nickel, sta ora fronteggiando altrettante perdite mark-to-market.
Sui salva ancora China Construction Bank Corp. Una delle principali banche cinesi, che – pur incorrendo in perdite solo milionarie sul nickel – ha ottenuto un periodo di grazia dalla LME. Ovvero un trattamento di favore della Borsa dei metalli londinese che ha garantito all’unità operativa della banca – CCBI Global Markets – di non attivare procedure di default sulle posizioni.
Corea del Nord: riprendono i lavori nel sito nucleare
Riprese satellitari mostrano sospette attività presso il sito nucleare nordcoreano di Punggye-ri. Chiuso dal governo di Kim Jong-un nel 2018 all’annuncio di una moratoria volontaria, secondo gli specialisti del James Martin Center for Nonproliferation Studies (CNS) con sede in California, il complesso è interessato dalla costruzione di un nuovo edificio e la riparazione di uno già esistente. “Una possibilità è che la Corea del Nord stia pianificando di riportare il sito di test in uno stato di preparazione per riprendere i test sugli esplosivi nucleari», afferma il rapporto. Ma anche fosse questo richiederà verosimilmente anni.
A cura di Alessandra Colarizi
Classe ’84, romana doc. Direttrice editoriale di China Files. Nel 2010 si laurea con lode in lingua e cultura cinese presso la facoltà di Studi Orientali (La Sapienza). Appena terminati gli studi tra Roma e Pechino, comincia a muovere i primi passi nel giornalismo presso le redazioni di Agi e Xinhua. Oggi scrive di Cina e Asia per diverse testate, tra le quali Il Fatto Quotidiano, Milano Finanza e il Messaggero. Ha realizzato diversi reportage dall’Asia Centrale, dove ha effettuato ricerche sul progetto Belt and Road Initiative. È autrice di Africa rossa: il modello cinese e il continente del futuro.