I titoli di oggi:
- Cina-Usa, Wang e Sullivan per riannodare le relazioni Cina-Usa
- Covid, l’Oms chiede “massima accessibilità” alla Cina sulle origini del virus
- Economia, delocalizzare dalla Cina non funziona?
- L’Irlanda multa TikTok, “minorenni a rischio”
- Niente colloqui? I giovani lavoratori cinesi si rivolgono alle dating app
- La Cina lancia la nuova Smart Card per i residenti stranieri
- Crisi immobiliare, arrestati dipendenti di Evergrande
- Sfida Apple-Huawei: sui social cinesi si parla del nuovo iPhone 15
- Corea del Nord, Kim ispeziona armi e navi da guerra russe
Cina-Usa, Wang e Sullivan al lavoro per la ripresa delle relazioni
Nel finesettimana il consigliere per la Sicurezza Usa Jake Sullivan ha incontrato il ministro degli Esteri cinese Wang Yi a Malta. Il meeting sarebbe stato predisposto, spiega il Financial Times, in vista di un possibile incontro tra il presidente statunitense Joe Biden e il presidente cinese Xi Jinping a novembre, in occasione del Summit Apec. Ipotesi non ancora confermata e incerta data la recente assenza del leader cinese ai lavori del G20 in India (mentre l’anno precedente, a Bali, si è presentata l’unica occasione di dialogo con la controparte Usa). I colloqui, non anticipati dai media, farebbero seguito a un incontro (avvenuto sempre senza preavviso) quattro mesi prima a Vienna. Wang si è poi diretto in Russia, dove rimarrà per una visita di quattro giorni. Anche in questo caso l’obiettivo sarebbe quella di preparare una visita del presidente Vladimir Putin a Pechino prevista per il prossimo ottobre in occasione del terzo forum della Belt and Road. Nel frattempo, il vicepresidente Han Zheng è atteso ai lavori dell’annuale assemblea generale dell’Onu. Qui, confermano le fonti, incontrerà il segretario di Stato Usa Antony Blinken. A riprova, segnalano gli analisti, che sarebbe in corso un dispiegamento di forze su tutti i fronti per il riassetto delle relazioni tra i due paesi dopo mesi di tensioni.
Covid, l’Oms chiede “massima accessibilità” alla Cina sulle origini del virus
La Cina deve permettere il massimo accesso alle indagini dell’Organizzazione mondiale della sanità sll’origine del Covid-19. A lanciare l’appello è, ancora una volta, il direttore dell’organizzazione Tedros Adhanom Ghebreyesus. La dichiarazione è stata rilasciata al Financial Times in occasione di un incontro di alto livello dedicato alla risalita dei casi Covid. Non si esclude una nuova missione nella Repubblica popolare per approfondire le ricerche iniziate nel corso del 2021 e per le quali lo stesso Tedros si è dovuto recare a Pechino per convincere il presidente Xi. Anche i paesi membri dovrebbero fare pressioni a Pechino durante i colloqui bilaterali affinché possano continuare le indagini, ha chiesto il direttore dell’Oms.
Economia, delocalizzare dalla Cina non funziona?
La strategia di spostare le catene di approvvigionamento fuori dalla Cina per andare, per esempio, nel Sud Est asiatico, si sta rivelando un processo più complesso di quanto auspicato. Almeno secondo quanto riferisce Nikkei Asia, che in un approfondimento dedicato alla manifattura vietnamita mostra alcuni numeri poco incoraggiati rispetto alle iniziali previsioni delle grandi compagnie. Per citare alcuni dati: il record delle esportazioni, che nel 2022 – con le restrizioni sanitarie ancora in vigore – si era attestato a un +17%, è già sceso al 10% nel periodo tra gennaio e agosto 2023. Le ragioni dietro all’ascesa “al rallentatore” del Vietnam come hub manifatturiero per il continente asiatico potrebbe essere legata a varie ragioni, tra queste le lungaggini della burocrazia locale e una domanda globale in generale contrazione.
L’Irlanda multa TikTok, “minorenni a rischio”
345 milioni di euro: a tanto ammonta la somma richiesta dalla Commissione irlandese per la protezione dei dati (Dpc) a TikTok, accusata di violazione dei diritti dei minori. L’ente regolatore ha dimostrato che l’app cinese non verificava che gli account degli adulti collegati ai profili dei minori fossero effettivamente quelli dei genitori o di un tutore legale. Il colosso tech avrebbe inoltre mancato di proteggere gli under 13 dall’esposizione social permettendo di diffondere e salvare i contenuti in arrivo da questi account.
Niente colloqui? I giovani lavoratori cinesi si rivolgono alle dating app
Quello della disoccupazione giovanile in Cina è un fenomeno sempre più rilevante. E alcuni cercano di combattere il deserto delle offerte di lavoro sfruttando le app di appuntamenti per fare networking. Lo racconta il sito di informazione Sixth Tone, che in un lungo approfondimento spiega questa nuova tendenza tra coloro che cercano di allargare la propria cerchia sociale per trovare nuove opportunità di lavoro. Non una novità in Cina, quando si tratta di app e “bolle virtuali”, soprattutto se il tentativo è quello di accedere a una community più internazionale e con i “giusti” agganci, come nel caso di Tinder. Ma il dibattito si sta facendo acceso, tra chi etichetta questo comportamento come “opportunista” e chi mette in dubbio la coerenza di queste interazioni con le linee guida delle piattaforme d’incontri.
La Cina lancia la nuova Smart Card per i residenti stranieri
L’Amministrazione nazionale per l’immigrazione ha annunciato che la Cina lancerà una nuova versione della sua Smart Card, la carta rilasciata agli stranieri che risiedono stabilmente nel paese. La Repubblica popolare ha introdotto il suo programma di residenza permanente per gli stranieri nel 2004, emettendo le prime Smart Card nel 2017. Dotata di un chip contenente le informazioni personali del suo possessore, la carta serve a facilitare alcune operazioni quotidiane, come la prenotazione dei biglietti del treno o l’acquisto di prodotti online. Introdotta per attrarre talenti stranieri, in realtà solo in pochi riescono a ricevere la Smart Card a causa delle stringenti condizioni necessarie per ottenerla (come l’essere sposati con un cittadino cinese da cinque anni o l’aver investito 500 mila dollari nel paese). Come riportato dal South China Morning Post, dal 2004 al 2018 la Cina ha consegnato solamente 12 mila Smart Card, un decimo delle corrispettive “Green Card” mediamente rilasciate dagli Stati Uniti in un solo anno.
Crisi immobiliare, arrestati dipendenti di Evergrande
Diversi dipendenti di Evergrande Financial Wealth Management – l’unità di gestione patrimoniale di Evergrande, colosso dell’immobiliare cinese entrato in crisi due anni fa – sono stati arrestati e messi sotto indagine penale. Lo ha rivelato in un comunicato la polizia di Shenzhen, che ha chiesto anche a chi ha investito nei progetti del gruppo di riportare eventuali altri reati commessi dall’azienda. Venerdì Evergrande ha inoltre annunciato di aver rimandato a fine ottobre la decisione sulla ristrutturazione del proprio debito offshore. Intanto, come riportato dal Global Times, l’Amministrazione nazionale della regolamentazione finanziaria cinese ha dichiarato che il ramo assicurativo del gruppo (Evergrande Life Assurance) è stato rilevato dalla società statale Hai Gang Life per via della sua “grave insolvenza” sul debito.
Sfida Apple-Huawei: sui social cinesi si parla del nuovo iPhone 15
Il rilascio in Cina del nuovo iPhone 15 ha generato accese discussioni sul web cinese. Come riportato da Reuters, su Weibo i post riguardanti il nuovo prodotto Apple hanno raggiunto oltre 380 milioni di visualizzazioni, con i consumatori cinesi che si sono divisi tra chi ha apprezzato le funzionalità dell’iPhone 15 (che utilizza un chip a 3 nanometri) e chi non ha ancora deciso se preferire uno smartphone americano a uno cinese. Su tutti, a sfidare l’ultimo iPhone è il Huawei Mate 60 Pro, che molti ritengono superiore (al di là del patriottismo) per alcune sue specifiche tecniche. Oltre alla concorrenza di Huawei, si prevede che in Cina il nuovo iPhone possa vendere meno rispetto al passato anche a causa delle difficoltà economiche del paese. A inizio settembre, inoltre, il governo ha vietato ad alcuni dipendenti pubblici l’utilizzo degli smartphone di Apple.
Corea del Nord, Kim ispeziona armi e navi da guerra russe
Sabato il leader supremo della Corea del Nord, Kim Jong-un, ha passato in rassegna alcuni dei più sofisticati armamenti russi in un tour a Vladivostok ampiamente pubblicizzato dalle agenzie di stampa dei due paesi. Come riportato da KCNA, il ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu, ha accompagnato Kim a ispezionare bombardieri strategici nucleari, missili ipersonici e le navi da guerra della Flotta del Pacifico della marina russa. I due hanno discusso di come “rafforzare gli scambi e la cooperazione tra i rispettivi eserciti”, mentre la KCNA ha esaltato l’inizio di una nuova “epoca d’oro” delle relazioni tra Mosca e Pyongyang. Dopo una settimana trascorsa in Russia, domenica Kim è partito dalla stazione di Artëm per fare ritorno in patria. Intanto Jake Sullivan, consigliere per la Sicurezza nazionale degli Stati Uniti, ha detto che secondo Washington i colloqui tra Russia e Corea del Nord per la fornitura di armi nordcoreane da utilizzare in Ucraina “stanno avanzando”. Sullivan, riporta Agenzia Nova, ha anche esortato la Cina ad applicare le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’Onu sulla Corea del Nord.
A cura di Sabrina Moles e Francesco Mattogno