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In Cina e Asia – Vietnam, è morto il segretario del Partito Nguyen Phu Trong

In Notizie Brevi by Redazione

I titoli di oggi:

  • Vietnam, è morto il segretario del Partito Nguyen Phu Trong
  • IA, Pechino lavora a un’intelligenza “socialista”. Ma rischia di non avere una legge nazionale
  • Mar cinese meridionale, la Cina protesta contro le rivendicazioni di Hanoi in sede ONU
  • L’agenda di von der Leyen: “Lavoreremo per difendere lo status quo su Taiwan”
  • Cina, si intensificano le indagini anti-dumping a carico dei prodotti europei
  • I leader del Pacifico si impegnano a rafforzare la cooperazione di sicurezza con il Giappone
  • Proteste in Bangladesh: tagliate le comunicazioni con l’esterno
  • Corea del Sud, copertura assicurativa per le coppie gay
  • Coree: Seul torna a bombardare il Nord con la propaganda 
Vietnam, è morto il segretario del Partito Nguyen Phu Trong

AGGIORNAMENTO ORE 13:00 – Nguyen Phu Trong, segretario generale del Partito Comunista del Vietnam (CPV), è morto il 19 luglio. La notizia, anticipata da Asia Sentinel nella mattina italiana, è stata confermata dai media statali vietnamiti. Trong era malato da tempo. Nei prossimi giorni o settimane il CPV dovrebbe nominare un segretario generale ad interim fino al 2026, anno in cui sarebbe terminato il terzo mandato di Trong.

Il presidente del Vietnam To Lam ha temporaneamente assunto le funzioni di capo del Partito Comunista del Vietnam al posto di Nguyen Phu Trong, il quale starebbe seguendo delle cure mediche che gli impediscono di svolgere le normali funzioni di segretario (fonti di Asia Sentinel lo danno già per morto). La mossa convalida le recenti speculazioni circa un indebolimento della salute di Trong, che dirige il CPV dal 2011. Lam, ex capo della Sicurezza, è da tempo considerato uno dei possibili sostituti di Trong alla guida del Partito.

IA, Pechino lavora a un’intelligenza “socialista”. Ma rischia di non avere una legge nazionale

La Cina potrebbe presto abbandonare l’idea di avere una legge unificata che regoli l’utilizzo dell’intelligenza artificiale (IA) su scala nazionale. Secondo quanto riferito al South China Morning Post da Zheng Ge, docente di diritto pubblico presso la Shanghai Jiao Tong University e coinvolto nelle discussioni per la stesura della legge, il problema principale si trova nel “notevole disaccordo” tra l’industria e il mondo accademico. La bozza di legge è stata recentemente presentata al Comitato permanente dell’Assemblea nazionale del popolo (ANP), il massimo organo legislativo del paese, e potrebbe venir declinata in più settori e industrie poiché “le tecnologie IA sono in continua e rapida evoluzione.” I tempi non sarebbero, quindi, ancora maturi.

Nel frattempo, hanno riferito al Financial Times diversi addetti ai lavori della Cyberspace Administration of China (CAC), Pechino ha chiesto a big tech e start-up dell settore IA di sottoporsi a una revisione governativa obbligatoria dei loro modelli di intelligenza artificiale. Aziende come ByteDance (casa madre di TikTok e Douyin), Alibaba, Moonshot e 01.AI. L’obiettivo ultimo sarebbe quello di lavorare su modelli linguistici ispirati ai “valori socialisti fondamentali” che sappiano monitorare e intervenire sui contenuti che “minacciano l’unità nazionale”.

Mar cinese meridionale, la Cina protesta contro le rivendicazioni di Hanoi in sede ONU

Giovedì 18 luglio il Vietnam ha presentato una richiesta formale alla Commissione delle Nazioni Unite sui limiti della piattaforma continentale (CLCS) dove chiede il riconoscimento dei diritti di sfruttamento oltre il limite di 200 miglia nautiche (370 km). Ciò serve a includere nella domanda un’area da tempo contesa con la Cina e che, se la richiesta venisse accolta, concederebbe ad Hanoi la possibilità di utilizzare le risorse naturali nel quadro della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare del 1982 (UNCLOS). A giugno anche le Filippine avevano inviato una richiesta simile. Il governo cinese ha presto risposto affermando, attraverso le parole del portavoce del ministero degli Affari esteri Lin Jian, che “tali azioni sono prive di senso e servono solo ad esacerbare le differenze esistenti e ad intensificare i conflitti, il che non favorisce la risoluzione delle controversie.”

L’agenda di von der Leyen: “Lavoreremo per difendere lo status quo su Taiwan”

Giovedì 18 luglio il parlamento europeo ha confermato Ursula von der Leyen come presidente della Commissione europea per un secondo mandato (2024-2029). Nella sua agenda politica dei prossimi cinque anni, pubblicata a ridosso della votazione, la leader europea ha descritto anche quale dovrebbe essere l’approccio dell’Unione riguardo vari temi asiatici. La prima novità è che la parola “Cina” compare 4 volte, mentre nel manifesto del 2019 non era mai stata menzionata.

Von der Leyen ha definito “pericolosa” la dipendenza dal monopolio cinese sulle materie prime necessarie per chip e batterie”, ribadendo la volontà di fare “de-risking e non de-coupling”, ha citato la crescita della spesa militare di Pechino e ha fatto riferimento alle sfide all’ordine internazionale basato sulle regole” causate “dalla competizione economica sleale della Cina e dalla sua amicizia “senza limiti” con la Russia”. Il punto più significativo riguarda però Taiwan: “Lavoreremo con i nostri partner [nell’Indo-Pacifico] (…) per dissuadere la Cina dal modificare unilateralmente lo status quo con mezzi militari, in particolare su Taiwan”, ha scritto. Tra i vari punti è stata citata anche la volontà di cooperare con l’India e i paesi ASEAN.

Cina, si intensificano le indagini anti-dumping a carico dei prodotti europei

La Cina sta intensificando le indagini anti-dumping a carico di alcuni prodotti importati dall’Unione Europea, come brandy e carne di maiale. Giovedì 18 luglio si è tenuta un’udienza dell’inchiesta relativa all’ingresso in Cina dei superalcolici europei, soprattutto francesi, e lo stesso giorno tre aziende (la danese Danish Crown A/S, l’olandese Vion Boxtel B.N. e la spagnola Litera Meat S.L.U.) sono state ufficialmente inserite nell’indagine sull’import di carne suina cominciata a giugno. Come riportato dal South China Morning Post, l’accelerazione nelle investigazioni riflette la volontà di Pechino di agire in ritorsione ai dazi provvisori sulle auto elettriche cinesi imposti a inizio luglio dall’Unione Europea. Nel 2023 la Cina ha acquistato 3 miliardi di dollari di carne suina dai paesi UE.

I leader del Pacifico si impegnano a rafforzare la cooperazione di sicurezza con il Giappone

Si è concluso giovedì 18 luglio, a Tokyo, il 10° Incontro dei leader delle isole del Pacifico (PALM10), un forum a cadenza triennale ideato dal Giappone per rafforzare i legami con i paesi della regione. Nei 36 punti della dichiarazione finale congiunta, redatta dai 18 membri del Forum delle Isole del Pacifico più il Giappone, le parti si sono impegnate a rafforzare la cooperazione in termini di sicurezza, commercio e contrasto ai cambiamenti climatici. Istituito con un focus su scambi e investimenti per lo sviluppo regionale, dal 2018 il PALM ha spostato parte della sua attenzione sulle questioni di sicurezza. Come riportato dal Nikkei, i leader hanno espresso la loro “forte opposizione” ai “tentativi unilaterali di cambiare lo status quo” con le minacce o con la forza, senza menzionare esplicitamente nessun paese, ma richiamando il linguaggio utilizzato da Stati Uniti e alleati per denunciare la crescente influenza cinese nell’area.

Non tutti i paesi del Pacifico sono però d’accordo nel ritenere Pechino una minaccia: per esempio il primo ministro delle Isole Cook, Mark Brown, ha detto che le priorità per la regione restano lo sviluppo economico e la sicurezza climatica.

Proteste in Bangladesh: tagliate le comunicazioni con l’esterno

Notiziari TV bloccati e comunicazioni a singhiozzo. Dopo giorni di proteste, la situazione in Bangladesh è sempre più confusa. Già giovedì le autorità avevano interrotto alcuni servizi di telefonia mobile. Difficile anche effettuare chiamate tramite Internet. Secondo AFP è salito a 39 vittime il bilancio delle rimostranze che il 18 luglio hanno preso di mira la stazione televisiva di Stato. Per l’Economic Times le autorità hanno dispiegato l’esercito per “riportare l’ordine” e contenere le manifestazioni, scaturite in risposta alla reintroduzione del controverso sistema delle quote lavorative nella pubblica amministrazione.

Corea del Sud, copertura assicurativa per le coppie gay

La Corte Suprema della Corea del Sud ha stabilito che le coppie omosessuali abbiano diritto agli stessi piani di copertura assicurativa coniugale offerti dal programma di assicurazione sanitaria nazionale alle coppie eterosessuali. Il pronunciamento è il primo in Corea del Sud a riconoscere alle coppie omosessuali tale diritto, che pure non è previsto dalle leggi nazionali. La Corte Suprema ha confermato la sentenza di una corte inferiore in favore di una coppia omosessuale che aveva presentato ricorso contro l’esclusione dai piani assicurativi coniugali, e in particolare dalla possibilità di uno dei due partner di estendere la propria copertura assicurativa all’altro, disoccupato. [via Nova Agenzia]

Coree: Seul torna a bombardare il Nord con la propaganda

L’esercito sudcoreano ha ripreso a trasmettere propaganda lungo il confine con la Corea del Nord in risposta all’invio da parte di Pyongyang di migliaia di palloncini carichi di spazzatura. L’operazione è stata condotta nella notte del 19 luglio e ha previsto la propagazione di notizie dal mondo e musica K-pop attraverso altoparlanti. Le trasmissioni, considerate una forma efficace di guerra psicologica, erano state interrotte in base a un accordo firmato nel 2018, che è stato recentemente dichiarato nullo in seguito all’aumento della tensioni tra le due parti.