I titoli di oggi:
- Verso il Congresso del Pcc: Arrestati cinque neomaoisti, riparte la campagna anticorruzione
- Covid: Riapre il confine tra Cina e Vietnam
- Taiwan stanzia fondo da 1 miliardo di dollari per la Lituania
- Noto economista promuove “bolla delle nascite”
- Cina: c’è chi licenzia e chi assume
- JD arriva in Europa
Un gruppo di neo-maoisti è stato condannato a pene detentive tra i nove mesi e i due anni di carcere per avere diffamato i leader cinesi. La sentenza emessa a fine dicembre da un tribunale di Pingdingshan, Henan, accusa due donne e tre uomini tra i 20 e i 30 anni di “aver provocato litigi e provocato guai”. Sotto la lente ci sono oltre 100 articoli, pubblicati attraverso decine di account WeChat tra la fine del 2020 e l’aprile dello scorso anno, in cui Deng Xiaoping e gli altri leader riformisti vengono criticati per aver tradito il pensiero di Mao. Il verdetto della corte li definisce “una banda di forze del male che ha lavorato sotto il nome di Associazione Cultura Rossa per promuovere quella che chiamavano ‘cultura rossa'”. Tutt’altro che pentito il leader del gruppo ha dichiarato di essere “orgoglioso” di quanto fatto: “Sarebbe un onore se dovessi andare in prigione per aver promosso i pensieri di Mao, che riguardano l’uguaglianza per tutti”. Secondo Deng Yuwen, ex redattore della rivista teorica Study Times, con il giro di vite sulla sinistra radicale la leadership cinese promette tolleranza zero per gli estremismi. A meno di un anno dal XX congresso la parola d’ordine è più che mai stabilità. Nella giornata di martedì, presiedendo una riunione della Scuola centrale del partito, Xi Jinping ha rilanciato la campagna anticorruzione promettendo nessuna pietà per le violazioni della disciplina. Letteralmente: “Dobbiamo continuare a combattere la dura e lunga battaglia per costruire un partito onesto e pulito.Non ci sarà pietà indipendentemente da chi sia il trasgressore se le regole del partito e le leggi del paese vengono infrante”.
Covid: Riapre il confine tra Cina e Vietnam
La Cina ha riaperto il confine con il Vietnam, serrato a fine dicembre per contenere un nuovo picco di casi di Covid nelle aree di frontiera. Secondo la stampa cinese, dopo i posti di blocco di Pingxiang e Baise, lunedì anche a Dongxing, al confine con la città vietnamita di Mong Cai, è ripreso il regolare transito di merci e persone, sebbene limitatamente ai viaggiatori in possesso di certificato vaccinale e risultato negativo al test nei sette giorni precedenti. Stando al governo vietnamita, a causa delle ferree misure anti-Covid fino a sabato oltre 3.600 camion, la maggior parte dei quali carichi di frutta e prodotti agricoli, erano rimasti bloccati ai checkpoint. In Vietnam , dove i produttori locali di dragon fruit scontano il ban sulle importazioni dalla Cina dopo che alcuni pezzi sono risultati positivi al virus. In Vietnam, l’episodio ha riacceso il dibattito sull’eccessiva dipendenza dell’economia locale dall’incombente vicino asiatico.
Taiwan stanzia fondo da 1 miliardo di dollari per la Lituania
Continua la luna di miele tra Taipei e Vilnius. Nella giornata di ieri il governo taiwanese si è impegnato a istituire un fondo di credito da 1 miliardo di dollari in sostegno della Lituania, vittima delle ritorsioni commerciali cinesi proprio a causa dei rapporti sempre più stretti con l’isola democratica. L’annuncio segue di pochi giorni lo stanziamento di altri 200 milioni di dollari e l’acquisto di 20.000 bottiglie di rum lituano bloccate dalle dogane cinesi. Entrambi i fondi sono destinatari principalmente all’industria dei semiconduttori, alle biotecnologie, nonché alla finanza e la ricerca scientifica. La Lituania è uno dei paesi occidentali più attivi nel supportare Taipei, ma non l’unico. Anche il Canada comincia a mostrare interesse per il potenziale economico dell’isola che non c’è. Domenica i ministri del commercio canadese e taiwanese hanno annunciato l’inizio di negoziati per un accordo di investimento bilaterale. Secondo il comunicato congiunto, le due parti si impegnano “a lavorare insieme per promuovere ulteriormente la resilienza della catena di approvvigionamento e opportunità commerciali reciprocamente vantaggiose, nonché per aumentare la collaborazione su scienza, tecnologia e innovazione, istruzione, ed economia verde”. Intanto, la Francia, appena assunta la presidenza Ue, ha fatto sapere che difenderà la Lituania dalle angherie cinesi con o senza l’appoggio di Bruxelles.
Noto economista promuove “bolla delle nascite”
Passare dalla bolla immobiliare alla bolla delle nascite. E’ il consiglio di Ren Zeping, ex capo economista di Evergrande Group, secondo il quale “la banca centrale cinese [dovrebbe] stampare 2 mila miliardi di yuan per incoraggiare la società ad avere 50 milioni di bambini in più in 10 anni”. La somma, fa notare l’esperto, equivale ad appena circa il 2-3% del prodotto interno lordo del paese.”In passato, abbiamo stampato denaro per stimolare il settore immobiliare e ci siamo ritrovati con prezzi delle case elevati”, perchè allora non stampare denaro per incoraggiare il parto. Perché la strategia funzioni, però, bisogna puntare su una fascia della popolazione precisa:”Le persone nate tra il 1975 e il 1985 sono ancora condizionate a credere che più figli siano una benedizione, mentre le generazioni post anni ’90 non sono nemmeno disposte a sposarsi”. La teoria di Ren non ha mancato di suscitare qualche alzata di sopracciglio. Se gli economisti temono un aumento repentino dell’inflazione, i demografi ritengono sia una follia scommettere su donne ultraquarantenni per trainare le nascite, ai minimi da sessant’anni. Nonostante alcune province siano ricorse ai sussidi, la scarsa efficacia dimostrata dagli incentivi economici in altri paesi, come il Giappone, scoraggia il governo centrale ad estendere la politica a livello nazionale.
Cina: c’è chi licenzia e chi assume
Mentre la stretta sulle big tech e le aziende di tutoring ha innescato un’ondata di licenziamenti, i produttori di materiali sanitari sono in fase di assunzioni.Secondo un rapporto pubblicato lunedì da Securities Times, sono soprattutto le aziende del Zhejiang a incrementare lo staff. La scorsa settimana Orient Gene Biotech, uno dei punti principali produttori cinesi di test, ha assoldato 2.500 lavoratori temporanei in un solo giorno tramite una società di recruiting. Questo vuol dire che sommando turni diurni e notturni, il personale provvisorio ammonta ormai a 15.000 lavoratori temporanei,più di 10 volte il numero del personale permanente. Il trend nel settore medicale, sostenuto dall’arrivodi Omicron, bilancia quanto sta avvenendo nel comparto tecnologico e dell’istruzione online: il colosso New Oriental Education ha messo alla porta 60mila dipendenti nel 2021,mentre il gigante dei micro-video Kuaishou ha snellito del 10-30% il team dedicato l’e-commerce, al gaming e all’internazionalizzazione. Negli ultimi tempi i leader cinesi hanno manifestato l’intenzione di rafforzare il settore manifatturiero nelle industrie strategiche, dove la Cina è in competizione con le economie occidentali. La pandemia ha reso anche più imperativo raggiungere l’autonomia nella produzione di materiale sanitario.
JD arriva in Europa
Il colosso dell’ecommerce cinese JD.com sta per arrivare in Europa con l’apertura di due negozi automatizzati a Leiden e Rotterdam,nei Paesi Bassi. Ordinato il prodotto con l’app Ochama, i clienti possono recarsi personalmente presso gli store dove troveranno dei robot ad accoglierli per terminare la procedura di individuazione e impacchettamento della merce. L’obiettivo conclamato è quello di contrastare il semi-monopolio di Amazon e Zalando nel Vecchio Continente. Per JD è un passo importante verso una maggiore internazionalizzazione delle attività, finora limitate principalmente al Sudest asiatico.
A cura di Alessandra Colarizi
Classe ’84, romana doc. Direttrice editoriale di China Files. Nel 2010 si laurea con lode in lingua e cultura cinese presso la facoltà di Studi Orientali (La Sapienza). Appena terminati gli studi tra Roma e Pechino, comincia a muovere i primi passi nel giornalismo presso le redazioni di Agi e Xinhua. Oggi scrive di Cina e Asia per diverse testate, tra le quali Il Fatto Quotidiano, Milano Finanza e il Messaggero. Ha realizzato diversi reportage dall’Asia Centrale, dove ha effettuato ricerche sul progetto Belt and Road Initiative. È autrice di Africa rossa: il modello cinese e il continente del futuro.