La nostra rassegna quotidiana
Un’alternativa alla nuova via della seta
Australia, Giappone, India e Stati Uniti starebbero cercando un’alternativa alla nuova via della seta cinese nel tentativo di contrastare l’influenza cinese in Asia. Non si tratterebbe però di un progetto concorrente, quanto più di un’alternativa, ha dichiarato un diplomatico Usa all’agenzia Reuters. Se per l’Australia il progetto è ancora in fase embrionale, il Giappone non fa mistero, e lo riporta nel libro bianco della cooperazione internazionale, di voler creare una zona libera nella regione indo-pacifica, una strategia sostenuta anche da Washington. Le basi di questa regione saranno investimenti e aiuti in infrastrutture di alta qualità.
Cina, traffico di donne vietnamite
Arrivano in treno a Kunming, nello Yunnan, accompagnate da uomini cinesi o vietnamiti e con un documento falso in tasca. Dopodiché vengono vendute ai loro mariti, uomini residenti in aree rurali, disposti a pagare tra i 20mila e i 60mila yuan (circa 6mila euro) per una moglie straniera, denaro che finisce nelle tasche di trafficanti e intermediari cinesi e stranieri che procacciano donne nelle aree più povere dell’Asia sudorientale. Il traffico è, secondo le autorità cinesi, diffuso dagli anni 90 e largamente dipendente dalla rapida crescita economica ella Cina.
La Cina impone lo stop alla pesca nel fiume giallo
Niente pesca per tre mesi a partire da quest’anno. Il governo cinese adotta una misura drastica per conservare le risorse ittiche di uno dei grandi fiumi del paese, il Fiume giallo, nel tentativo di sensibilizzare ulteriormente la popolazione sul tema della sovrapesca e del depauperamento delle risorse naturali. Simili divieti sono in vigore da anni sullo Yangtze e sul Fiume delle perle. L’industria della pesca in Cina vive un momento di crisi: il prodotto si è ridotto del 7,5 per cento tra il 2016 e il 2017 con una riduzione di circa 5mila barche da pesca.