In Cina e Asia – Un nuovo codice morale per una Cina “civile” e “onesta”

In Notizie Brevi by Alessandra Colarizi

Pechino ha pubblicato nuove linee guida per ispirare “moralità” nei cittadini. Il nuovo codice di condotta copre ogni aspetto della vita quotidiana, dall’educazione civica al corretto modo con cui smistare i rifiuti o issare la bandiera nazionale. Enfasi speciale viene data all’esigenza di mantenere un comportamento “civile” e “onesto” anche all’estero così da “difendere l’onore della Cina” nel mondo. Con il titolo “Linee guida per l’implementazione della costruzione morale dei cittadini nella nuova era”, il documento si presenta come un aggiornamento del codice di condotta varato nel 2001 con una differenza sostanziale. Nella nuova versione sono spariti i numerosi riferimenti a Mao e Deng Xiaoping, mentre i cittadini sono invitati a modellare il proprio comportamento sulla base di quanto insegnato dal “pensiero di Xi Jinping”. Tra le novità va annoverata una sezione sull’ “etica nel cyberspazio” che istruisce persone e imprese a “promuovere contenuti positivi e fornire educazione morale, oltre a rafforzare la supervisione dei social media e degli account pubblici” [fonte: Guardian]

Tecnologia e pene severe contro il ritocco dei dati economici

Pechino ha pronto un nuovo disegno di legge che minaccia punizioni severissime – compreso il licenziamento – per i leader locali e i dirigenti pizzicati a ritoccare le statistiche economiche. Le disposizioni, al vaglio dell’opinione pubblica fino al 9 novembre, dovrebbero disincentivare una pratica ben nota al governo centrale (sopratutto dopo il mea culpa della provincia del Liaoning, della Mongolia Interna e della municipalità di Tianjin) ma che finora raramente è stata sanzionata seriamente. Per assicurare una maggiore affidabilità dei numeri la bozza invita espressamente all’utilizzo delle nuove tecnologie come i big data, il cloud computing e l’intelligenza artificiale. La stretta segue l’annuncio del rallentamento della crescita al 6%, il ritmo più lento in 30 anni ma ritenuto da molti ugualmente poco credibile considerati gli indici relativi ai profitti aziendali e alle entrate fiscali. Tra i dubbiosi anche l’economista Xiang Songzuo, professore della Scuola di finanza presso l’università Renmin, che in un post (censurato) spiega perché quel 6% sia matematicamente impossibile [fonte: SCMP, Asia News]

Giro di vite contro il mahjong

Diverse città e province cinesi hanno annunciato un giro d vite contro il gioco d’azzardo che rischia di colpire uno dei passatempi più amati dai vecchi cinesi: il mahjong. Ultima in ordine di tempo Yushan, contea del Jiangxi, che alcuni giorni fa ha minacciato la chiusura di tutte le sale da mahjong entro il 22 ottobre per “purificare la condotta sociale” nell’ambito di una “campagna contro il crimine”. Sebbene non sia obbligatorio scommettere denaro, spesso i giocatori puntano piccole somme tra gli 1 e i 15 dollari. In Cina il gioco d’azzardo è illegale, tuttavia le leggi del Jiangxi prevedono che se le perdite al mahjong e al poker sono inferiori ai 200 yuan non debbano essere previste pene. Dopo appena un giorno, la campagna antiscommesse è stata ritratta a causa delle polemiche suscitate tra i fan del popolare gioco. Saranno sanzionate solo le attività senza regolare licenza, ha rettificato la polizia di Yushan senza troppo successo. Secondo la Bbc, sono molte le case da gioco ad aver temporaneamente chiuso per paura di finire nel mirino delle autorità. [fonte: Bbc]

La CIA dietro i “Xiao xian rou”

Un rapporto dell’Accademica cinese delle scienze sociali ha accusato la CIA di aver rammollito le star asiatiche. “Xiao xian rou” è il termine con cui in Cina vengono chiamati i giovani effeminati che popolano il panorama televisivo e musicale locale. Secondo il Times, nello studio dal titolo “Sai quanto lavora duramente la CIA?” il prestigioso think tank cinese riconduce l’ascesa degli “artisti maschili efebici” alla Johnny & Associates, un’agenzia fondata dall’imprenditore giapponese Johnny Kitagawa nel 1962. Kitagawa avrebbe tramato con la CIA per “indebolire il temperamento maschile della società giapponese” innescando un effetto domino in tutta l’Asia, compresa la Cina. Mentre gli  Xiao xian rou godono di grande popolarità tra le ragazze cinesi, il governo comunista ha accusato il nuovo modello estetico di contaminare l’ideale cinese dell’uomo virile, patriottico e virile. Lo scorso settembre, l’agenzia di stampa Xinhua, ha dichiarato che le “niang pao” (“femminucce”) sono addirittura un pericolo per la società. [fonte: RadiiChina]

L’Indonesia bandisce i prodotti privi di olio di palma

La Drug And Food Control Agency (BPOM) indonesiana ha bandito dal paese, prodotti indicati come “palm-oil free”. A giustificare la mossa, l’asserzione che la specifica “privi di olio di palma”, potrebbe fare incorrere i consumatori nella convinzione che tali prodotti siano più sani di quelli contenenti olio di palma, principale prodotto per l’esportazione del paese. La mossa viene in seguito alla decisione all’emissione della Renewable Energy Directiveda parte dell’Unione Europea. Tra le altre cose, la direttiva stabilisce entro il 2030 l’abbandono di colture che provocano la deforestrazione, e in particolare vieta l’utilizzo dell’olio di palma nella produzione di biodiesel.  Come è noto, infatti, la coltivazione di olio di palma ha effetti ambientali devastanti, producendo danni irreversibili alla biodiversità delle zone interessate, come è già ben visibile in alcune parti dell’Indonesia e della Malesia, i maggiori produttori mondiali di olio di palma. La mossa di Jakarta potrebbe essere letta come una barriera non tariffaria all’ingresso dei prodotti privi di olio di palma e di conseguenza dare vita a una procedura davanti all’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO). [Fonte: Mongabay]

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