L’Ufficio Informazione del Consiglio di Stato cinese ha pubblicato un libro bianco sulla lotta del paese contro Covid-19, tenendo inoltre una conferenza stampa per delineare il contenuto del documento. Il libro bianco, intitolato “Fighting COVID-19: China in Action”, è composto da quattro capitoli che descrivono nel dettaglio gli sforzi messi in campo dalla Cina nella prevenzione, nel controllo e nella cura della malattia, nonché nella collaborazione internazionale. La pubblicazione del documento avviene dopo che Pechino ha ufficialmente abbassato il livello di emergenza sanitaria, eliminando sabato scorso le restrizioni sulle attività all’aperto, sul movimento di persone e sul turismo. Il panorama post Covid-19 sarebe infatti roseo anche nella provincia dell’Hubei che, secondo i dati governativi, avrebbe infatti compiuto i “sette zeri”- zero nuovi casi, zero casi sospetti, zero nuove morti, zero portatori asintomatici, zero casi confermati, zero casi importati e zero casi sospetti – che permettono l’eliminazione di gran parte delle restrizioni relative all’emergenza sanitaria. Sebbene secondo le autorità cinesi il libro bianco miri a fornire delle linee guida sulla battaglia contro l’epidemia usando il paradigma incoraggiante della città di Wuhan, gli esperti internazionali ritengono che la pubblicazione miri principalmente ad esaltare i meriti di Pechino e a giustificare la posizione cinese riguardo alle prime fasi del contagio, le cui dinamiche restano ancora poco chiare. [fonte CGTN;GT;GT]
Cina: completata la prima linea elettrica “verde”
La Cina ha completato la costruzione di una linea elettrica ad altissima tensione da 22,6 miliardi di yuan (3,17 miliardi di USD) che per la prima volta trasporterà esclusivamente energia pulita per 1600 km. Ad annunciarlo è il suo sviluppatore, la China State Grid. Corp, sottolineando che il progetto – che porterà l’energia verde del Qinghai e del Gansu fino all’Henan – rappresenta la prima linea UHV al mondo costruita per trasmettere solo elettricità priva di carbonio. Il progetto aiuterà Pechino a raggiungere due dei suoi obiettivi energetici: aumentare il consumo di energia rinnovabile e ridurre al contempo la capacità inutilizzata. Inoltre, la nuova linea UHV potrebbe permettere di rilanciare l’economia cinese post Covid-19, poiché si stima che potrà attrarre investimenti fino ad almeno 200 miliardi di yuan – ovvero il 13% degli investimenti annunciati da Pechino per nuove infrastrutture – e creare quasi 10.000 posti di lavoro. Secondo quanto affermato dalla China State Grid, la linea sarà operativa a partire da dicembre e potrà trasportare 40 miliardi di kW/h di energia pulita all’anno. [fonte: Bloomberg]
La Cina intensifica la protezione dei pangolini
Venerdì scorso l’Amministrazione Forestale ed Ambientale cinese ha annunciato che i pangolini saranno inseriti nella categoria di protezione uno, la più alta secondo la legislazione cinese. Sebbene la Cina ne abbia vietato la caccia nel 2007 e, nel 2018, anche l’importazione di prodotti da esso derivati, il pangolino rimane l’animale più trafficato del mondo, ed il contrabbando nel sud-est asiatico è ancora un fenomeno diffuso. Questi animali sono da sempre molto richiesti sul mercato cinese, in quanto dalle loro squame ed il loro sangue si ricavano ingredienti comunemente usati nella medicina tradizionale, mentre la loro carne è considerata un cibo pregiato. Le nuove direttive prevedono pene fino a 10 anni di carcere per bracconieri e trafficanti di pangolini, istituendo inoltre programmi che incentivano la riproduzione dei pangolini in regime di semi-libertà. La tutela dei pangolini è solo l’ultima delle misure adottate da Pechino nella lotta contro il consumo ed il traffico di fauna selvatica: in seguito alle speculazioni secondo le quali il consumo animali selvatici sarebbe stato all’origine dell’epidemia di Covid-19, la Cina ha recentemente vietato il commercio e disincentivato il consumo di animali selvatici, istituendo liste di bestiame atto alla consumazione, categorizzando – tra le diverse varietà – anche la carne di cane come inadatta al consumo. [fonte SCMP]
Taiwan: destituito Han Kuo Yu, il sindaco pro-Cina
Sabato scorso gli elettori di Kaoshiung hanno votato per le dimissioni del celebre sindaco Han Kuo Yu, affiliato al partito filocinese Kuomintang, interrompendone bruscamente l’ascesa politica già danneggiata dalla sconfitta alle presidenziali di gennaio. Oltre il 97% degli elettori si è espresso in favore della destituzione, cifra che secondo gli esperti rappresenta una sorprendente inversione delle preferenze elettorali dei cittadini ed un inasprimento senza precedenti dell’atteggiamento di Taiwan verso la Cina, dovuto alle proteste di Hong Kong, ma anche alla pressione esercitata da Pechino per tenere Taiwan fuori dall’Organizzazione Mondiale della Sanità durante la pandemia di Covid-19. La sconfitta di Han rappresenta per il Kuomintang l’ennesima conferma che il suo tradizionale programma politico di avvicinamento a Pechino dovrà ben presto essere rivalutato, una priorità già affermata anche dal suo giovanissimo leader Chiang.È la prima volta che un sindaco viene richiamato con successo da quando Taiwan ha revocato la legge marziale ed ha tenuto le sue prime elezioni presidenziali democratiche nel 1996. In questi casi, la legge prevede che Kaohsiung assicuri un’elezione ordinaria entro tre mesi per eleggere un nuovo sindaco, che servirà per il resto del mandato di quattro anni. [fonte Reuters; NYT]
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Classe ’94, valdostana, nel 2016 si laurea con lode in lingua cinese e relazioni internazionali presso l’Università cattolica del sacro cuore di Milano. Nonostante la sua giovane età, la sua passione per la cultura cinese e le lingue la portano a maturare 3 anni di esperienza professionale in Italia, Svezia, Francia e Cina come policy analyst esperta in Asia-Pacifico e relazioni UE-Cina. Dopo aver ottenuto il master in affari europei presso la prestigiosa Sciences Po Parigi, Sharon ora collabora con diverse testate italiane ed estere, dove scrive di Asia e di UE.