Un gruppo di attivisti Uiguri in esilio ha presentato delle prove alla Corte penale internazionale per avviare un’investigazione nei confronti del Presidente Xi Jinping e di altri ufficiali con l’accusa di genocidio e crimini contro l’umanità. Non era mai successo che due gruppi di attivisti tentassero di applicare i procedimenti della legge internazionale in merito alla questione dei diritti umani nella regione cinese dello Xinjiang, avviando procedimenti penali contro le più alte cariche del paese. L’accusa è stata presentata a nome del “governo dell’Est Turkistan in esilio e dal Movimento di risveglio nazionale dell’Est Turkistan” e fornirebbe prove su come gli Uiguri siano stati deportati da Tajikistan e Cambogia verso lo Xinjiang, dove avrebbero subito prigionia, torture, controllo delle nascite, matrimoni forzati, sterilizzazioni e altri crimini. Sono sempre più numerose le accuse contro il governo cinese che -tra testimonianze, denunce, immagini satellitari e documenti ufficiali secretati- dimostrano le gravi violazioni perpetrate da Pechino nella regione a maggioranza islamica, in particolare attraverso nuove leggi sulla sicurezza nazionale in risposta alla crescita del terrorismo islamico nel mondo. [fonte: Guardian]
Usa-Cina: L’importanza della Guerra di Corea per una nuova Guerra fredda
Secondo un nuovo editoriale pubblicato dal People Daily, la Guerra di Corea scoppiata 70 anni fa offrirebbe degli importanti insegnamenti su come la Cina debba affrontare le tensioni attuali con gli Stati Uniti, le quali -tra guerre commerciali e scontri diplomatici- assumono sempre più i tratti di una nuova guerra fredda. Secondo gli analisti cinesi Pechino dovrebbe prepararsi ad un esacerbarsi del conflitto, tuttavia, per l’editorialista Xiakedao, Cina e Usa possono essere amici a patto che “la Cina si dimostri un rivale che non possono battere”. La guerra di Corea è scoppiata nel 1950 con l’invasione americana nel sud della penisola allo scopo di liberarla dall’influenza comunista e sovietica, ma generando conseguenze drammatiche ed estremamente attuali. In tre anni, solo nella Corea del Nord, furono sganciate più bombe di tutto il teatro bellico del Pacifico durante la Seconda guerra mondiale, generando un profondo risentimento ancora fortemente radicato nella visione storico-politica del regime. Secondo l’articolo, la Cina è oggi cosciente del proprio ruolo a difesa della regione asiatica e la tutela dell’alleato nordcoreano dagli attacchi della principale potenza politica, militare ed economica al mondo ne sarebbe una prova. Per i cinesi la guerra di Corea rappresenta tanto una vittoria quanto una questione ancora irrisolta e il revival della questione coreana al motto “resistere all’America, aiutare la Corea” è stata infatti una costante della politica nazionalista del governo cinese dal maoismo fino a tempi recenti. Nonostante l’enorme gap tecnologico e militare, la Cina sconfisse gli Usa dall’invasione del nord nel dopoguerra e ha resistito ai suoi tentativi di smantellamento della dinastia Kim fino a oggi. Ora che Pechino è in grado di competere con Washington si trova costretta a sfidare il dominio e l’influenza statunitense nella regione senza -come insegnato dalla storia- dover necessariamente giungere ad un conflitto armato. [fonte SCMP]
Serbia: le armi aeree cinesi arrivano per la prima volta in Europa
La Serbia pianifica di acquistare dei droni militari dalla Cina. Sarebbe la prima volta che Pechino vende armamenti aerei all’Europa, segnando un importante precedente e sollevando perplessità sulla stabilità della regione. Per Aleksandar Vulin, Ministro della Difesa serbo, i droni dovrebbero essere consegnati nei prossimi mesi “rafforzando l’esercito serbo” e “offrendo opportunità mai avute in passato”. Si parla di un ordine che riguarda 9 prototipi di Chengdu Pterodactyl-1 (più potenziali altri 15), conosciuti in Cina come Wing Loong, utilizzati per la sorveglianza aerea nazionale ma capaci di trasportare e sganciare bombe e missili. Ad oggi la Cina è in crescita nella vendita internazionale di armamenti e tecnologia militare, collocandosi al quinto posto dopo Usa, Russia, Francia e Germania. Negli ultimi anni, la gran parte dell’export militare cinese ha riguardato armi convenzionali, elicotteri da combattimento e carri armati, diretti prevalentemente verso Africa, Latin-America e Medio-Oriente. Belgrado è già parte dell’iniziativa 17+1, modello con cui Pechino ha radunato i propri interessi in Europa dell’est. L’acquisto dei droni avvicina maggiormente i due blocchi all’interno dei progetti riguardanti la Nuova Via della Seta e sugli investimenti infrastrutturali avviati dalla Cina in Serbia, per il valore di oltre un miliardo di dollari. [fonte: Telegraph]
E’ ufficiale, anche in Cina torna la peste nera
La regione cinese della Mongolia Interna è ufficialmente in stato di allarme con la conferma del primo caso di peste bubbonica, anche conosciuta come Peste nera. Si tratta della peggiore pandemia che abbia mai afflitto l’umanità e si stima abbia causato oltre 50 milioni di vittime nella sola Europa durante il medioevo. L’infezione è stata riscontrata sabato nella città di Bayannur, 900km a nord ovest di Pechino. Domenica la città ha raggiunto il livello 3 su 4 di allerta pandemica per poi confermare l’infezione con una diagnosi ufficiale avvenuta nella giornata di ieri. Secondo quanto riportato dalla Xinhua, principale agenzia di stampa cinese, il paziente è attualmente in isolamento e in condizioni stabili. La peste bubbonica è una delle tre forme di infezione batterica causate dal bacillo Yersinia Pestis. Si tratta di una zoonosi, proprio come il Covid-19, ovvero è trasmesso all’uomo dagli animali. Ad oggi gli antibiotici sono in grado di curare l’infezione se somministrati per tempo, tuttavia, le autorità di Bayannur stanno invitando la popolazione ad utilizzare protezioni extra in modo da ridurre al massimo la trasmissione da uomo a uomo. Durante il medioevo il bacillo si diffuse tramite le pulci presenti nei ratti ma, in generale, in diversi roditori. Nel 1911, la marmotta sibirica, originaria della steppa mongola, fu alla base della diffusione della peste polmonare in Cina, la quale causò circa 63 mila vittime. Nonostante la pandemia fu contenuta in un anno di tempo, l’infezione non è mai stata realmente eradicata nei decenni successivi. Nell’ultima settimana le autorità avrebbero infatti confermato altri tre casi di peste bubbonica nello Stato dello Mongolia, tutti legati a persone che avrebbero consumato carne di marmotta. [fonte: CNN]
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Classe 1989, Sinologo e giornalista freelance. Collabora con diverse testate nazionali. Ha lavorato per lo sviluppo digitale e internazionale di diverse aziende tra Italia e Cina. Laureato in Lingue e Culture Orientali a La Sapienza, ha perseguito gli studi a Pechino tra la BFSU, la UIBE e la Tsinghua University (Master of Law – LLM). Membro del direttivo di China Files, per cui è responsabile tecnico-amministrativo e autore.