I titoli della rassegna di oggi:
– Il GKNB conferma la matrice uigura dell’attentato all’ambasciata cinese in Kirghizistan
– Dagli Usa 90 milioni di dollari al Laos contro gli ordigni inesplosi
– Nuove prove dell’aggressività cinese gettano ombre sul summit di Vientiane
– Il primo produttore di tè al mondo (la Cina) compra in Gran Bretagna
– Tra app e forum online aumentano i canali per le adozioni illegali in Cina Il GKNB conferma la matrice uigura dell’attentato all’ambasciata cinese in Kirghizistan
C’è l’estremismo uiguro dietro l’attentato che alla fine di agosto aveva visto un furgone schiantarsi contro il cancello dell’ambasciata cinese a Bishkek, in Kirghizistan. A dichiararlo è stato martedì il servizio di sicurezza kirghiso GKNB, specificando che il committente sarebbe un gruppo terroristico uiguro attivo in Siria, mentre l’attentatore un membro del East Turkestan Islamic movement (ETIM), l’organizzazione contro cui Pechino punta il dito per i vari episodi violenti partiti dalla regione autonoma cinese del Xinjiang. L’uomo, morto nell’esplosione, sarebbe un cittadino di etnia uigura con passaporto tagico. Cinque sospetti accusati di essere coinvolti sono stati arrestati mentre le autorità stanno dando la caccia a quattro che si crede siano in Turchia. L’episodio sembra confermare il pericolo che minaccia obiettivi cinesi in paesi terzi, come già avvenuto nel caso delle esplosioni di Bangkok lo scorso anno (anche in quel caso si era parlato di una pista uigura), non una buona notizia per la Cina e il suo progetto per la realizzazione di una nuova Via della Seta che coinvolge in buona parte Asia Centrale e Medio Oriente.
Dagli Usa 90 milioni di dollari al Laos contro gli ordigni inesplosi
Mentre parte dei leader mondiali hanno lasciato la Cina del G20 alla volta di Vientiane per il vertice Asean, gli Stati Uniti hanno stanziato 90 milioni di dollari per aiutare il Laos a risolvere la piaga delle bombe inesplose, che dai tempi della guerra del Vietnam hanno causato oltre 20mila vittime tra morti e feriti. Una cifra che si avvicina ai 100 milioni sborsati negli ultimi 20 anni.
L’annuncio è arrivato in occasione della visita di Barack Obama nella capitale laotiana, la prima da parte di un presidente americano nel paese del Sud-est asiatico dalla fine della guerra. Washington ha da farsi perdonare gli orrori seminati tra il 1964 e il 1973, quando gli Stati uniti hanno sganciato oltre 270 milioni di esplosivi sul paese comunista. Un’eredità che continua a costare la vita a decine di persone l’anno e rende altamente rischiosa l’esercitazione di una delle attività alla base dell’economia locale: l’agricoltura.
Nuove prove dell’aggressività cinese gettano ombre sul summit di Vientiane
A poche ore dal vertice Asean in corso nella capitale laotiana Vientiane, mercoledì il ministero della difesa delle Filippine ha rilasciato le prove che attestano il tentativo cinese di espandere artificialmente il famigerato Scarborough Shoal, lo scoglio nel Mar cinese meridionale di cui Pechino ha assunto il controllo nel 2012, scatenando una delle peggiori crisi diplomatiche sino-filippine degli ultimi anni. Una serie di foto e video sono state recapitate via mail ai giornalisti confluiti a Vientiane, anche se non è ancora ben chiaro se le dispute territoriali verranno inserite nell’agenda del summit. Negli scorsi giorni il presidente filippino Duterte aveva dichiarato di voler sorvolare sulla sentenza dell’Aja che a luglio ha rigettato i diritti storici che Pechino pretende di esercitare sul 90 per cento del Mar cinese meridionale. Intanto sempre in queste ore il think tank americano Centre for Strategic and International Studies ha rilasciato i risultati di ricerche effettuate a partire dal 2010 che due terzi dei 45 incidenti avvenuti nei tratti di mare contesi ha visto il coinvolgimento della guardia costiera cinese.
Il primo produttore di tè al mondo (la Cina) compra in Gran Bretagna
Nonostante la Cina produca circa la metà del tè venduto nel mondo, sempre più cinesi amano degustare le miscele provenienti dall’altro paese amante della bevanda: la Gran Bretagna. Complice l’appeal esercitato sulla middle class cinese dalla raffinatezza british e dal soft power delle serie tv d’oltremanica quali Sherlock Holmes e Game of Thrones. E poi c’è la questione sicurezza alimentare, un cruccio che spinge sempre più cinesi abbienti a rifornirsi all’estero; specie dopo una serie di scandali che hanno colpito il settore del food & beverage. Risultato: secondo dati di U.K. HM Revenue & Customs, nei primi cinque mesi del 2016 l’export di tè britannico verso Hong Kong è triplicato rispetto a due anni prima, mentre nella Cina continentale è raddoppiato. E sebbene le esportazioni verso la Greater China rappresentino solo il 7 per cento del totale di quanto attraversa la Manica, il trend è in netto aumento.
Tra app e forum online aumentano i canali per le adozioni illegali in Cina
«Home to Fulfill Your Dream» è un gruppo reperibile sull’app cinese QQ che conta oltre 470 membri. Qui sostanzialmente si incontrano virtualmente coppie che vogliono adottare un bambino e chi invece si vuole disfare del proprio, come nel caso dell’utente Qingxi e della sua ragazza in dolce attesa di un bambino a cui è stato diagnosticato un difetto di nascita che richiederà costosi interventi. Ma QQ non è l’unica risorsa per le adozioni illegali. Sul forum Tieba di Baidu vi sono sezioni in cui è possibile avere consigli su come adottare un bambino o trovare dei nuovi genitori per chi nono può tenerlo. Sempre più persone si rivolgono ai canali illegali, dal momento che quelli ufficiali risultano praticabile solo per pochi. Il governo accetta quasi soltanto le adozioni che passano per orfanotrofi e strutture statali e i tempi di attesa sono molto lunghi. Ma la realtà dei fatti è molto più complessa: secondo statistiche ufficiali, nel 2015 solo 92mila dei 502mila orfani erano sotto la protezione di centri specializzati nell’accoglienza dei bambini.