- Ucraina: Pechino disposta a riconoscere l’integrità territoriale del 1991
- Netanyahu a Pechino, per l’intelligence israeliana è “un errore”
- Economia cinese in affanno: manipolate le entrate fiscali, censurato commentatore finanziario
- Mar cinese meridionale e cooperazione militare al centro dei colloqui Cina-Vietnam
- Corea del Sud, la società ringiovanisce di un anno
- Giappone: libro bianco avverte sui rischi del disaccoppiamento
Ucraina: Pechino apre al riconoscere dell’integrità territoriale del 1991
Pechino potrebbe appoggiare l’istanza dell’Ucraina che reclama l’integrità territoriale del 1991. I confini rivendicati da Kiev comprendono la Crimea, la penisola annessa da Putin alla Federazione russa nel 2014. Fu Cong, l’inviato della Cina presso l’Unione Europea, ha risposto “non vedo perché no” al giornalista di Al Jazeera che chiedeva conto di quale fosse la posizione di Pechino rispetto al supporto delle richieste ucraine. “Noi rispettiamo l’integrità territoriale di tutti i Paesi”, ha affermato. “Ma come ho detto, queste sono questioni storiche che devono essere negoziate e risolte dalla Russia e dall’Ucraina e questo è ciò che sosteniamo”. Non è certo fino a che punto la fedeltà cinese alla Russia di Putin possa resistere alle pressioni internazionali e ai segnali di cedimento endogeni. Il recente ammutinamento di Wagner, secondo l’analista Andrew Small, ha evidentemente innervosito la Cina, perché “i disordini interni in Russia sarebbero uno dei peggiori scenari possibili”. Per Small, d’ora in avanti Pechino penserà “più intensamente a scenari politici alternativi rispetto a quelli attuali”.
Netanyahu a Pechino, per l’intelligence israeliana è “un errore”
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato un imminente viaggio a Pechino, sottolineando, però, che sono gli Stati Uniti l’alleato chiave di Tel Aviv. Il potenziale incontro con il presidente cinese Xi Jinping arriverà a qualche settimana di distanza dalla recente visita del presidente palestinese Mahmoud Abbas a Pechino, avvenuta a giugno. In questa occasione, la Cina si è resa disponibile a intermediare nei colloqui di pace con lo Israele. Times of Israel riporta come fonti diplomatiche israeliane ritengano che lo scopo della visita sia quello di mostrare a Washington che Netanyahu “ha altre opzioni diplomatiche”. Per l’ex capo dell’intelligence israeliana Amos Yadlin si tratta di un errore. “Se qualcuno nella cerchia del primo ministro pensa che sia intelligente comportarsi come [il principe ereditario saudita Mohammed] bin Salman e viaggiare in Cina per infastidire Biden e mostrargli che Israele ha un’altra opzione strategica, sta commettendo un grave errore e non capisce l’importanza della competizione tra le superpotenze geopolitiche del XXI secolo״, ha detto Yadlin in un tweet.
Economia cinese in affanno: manipolate le entrate fiscali, censurato commentatore finanziario
Le amministrazioni locali cinesi hanno manipolato le entrate fiscali aggravando l’oneroso fenomeno del debito nascosto, che oggi si ritiene ammonti a miliardi di dollari. L’Ufficio nazionale di revisione contabile ha divulgato i risultati di un rapporto sull’attuazione del bilancio 2022, dal quale si evince come i governi locali abbiano gonfiato le loro performance fiscali. D’altro canto, l’economia nazionale è evidentemente in difficoltà. La Cina ha recentemente censurato lo scrittore Wu Xiaobo per aver “gonfiato il tasso di disoccupazione” sul social cinese Weibo, accusandolo di aver “diffuso informazioni negative e dannose”. Le denunce di Wu sui social sono state considerate un attacco alle politiche economiche nazionali, e arrivano in un contesto di difficile ripresa post-pandemica. “L’economia industriale è fiacca e gli imprenditori privati mancano collettivamente della volontà di investire”, aveva detto a maggio su un’altra piattaforma social, Xiaohongshu. Aveva poi aggiunto che “i settori manifatturiero e immobiliare, che tradizionalmente potrebbero assorbire centinaia di milioni di dipendenti, sono deboli e non sono in grado di fornire nuovi posti di lavoro”.
Corea del Sud, la società ringiovanisce di un anno
Mercoledì i sudcoreani hanno un anno in meno. Una recente riforma allineerà la Corea del Sud allo standard internazionale per il calcolo dell’età anagrafica, rinunciando al peculiare sistema per cui ai neonati sudcoreani si conta un anno di vita appena nati. Per Seul, infatti, il tempo trascorso nel grembo materno rientra nel conteggio degli anni di una persona. Il cambiamento, voluto dal presidente Yoon Suk-yeol, era stato già annunciato alla fine del 2022. Ora la società sudcoreana si ritrova ringiovanita di un anno: non sarà necessario l’aggiornamento dei documenti di identificazione, perché l’età anagrafica utilizzata dalla burocrazia nazionale si basa già sul sistema internazionale. Secondo un sondaggio di Hankook Research del gennaio 2022, questo cambiamento è supportato da tre quarti della popolazione sudcoreana.
Mar cinese meridionale e cooperazione militare al centro dei colloqui Cina-Vietnam
Le dispute nel Mar cinese meridionale sono state al centro dei colloqui tra Cina e Vietnam. Lunedì il primo ministro cinese Li Qiang ha incontrato l’omologo vietnamita Pham Minh Chinh, e ha affermato che bisognerebbe “evitare di intraprendere qualsiasi azione che complichi e faccia degenerare la situazione” sulle acque contese. Nel frattempo, la Cina ha offerto una più stretta cooperazione militare con Hanoi. Si è detta disposta a collaborare per rafforzare la comunicazione e la cooperazione ad alto livello tra le rispettive forze armate, secondo quanto ha dichiarato martedì il ministro della Difesa cinese Li Shangfu, che ha incontrato il suo omologo vietnamita Phan Van Giang. Per il generale Li, la situazione internazionale è complessa e può compromettere la sicurezza della regione Asia-Pacifico: “La Cina e il Vietnam devono continuare a lavorare fianco a fianco, a unirsi strettamente nel nuovo cammino del socialismo, a salvaguardare gli interessi strategici comuni dei due Paesi e a contribuire positivamente alla pace e alla stabilità regionale”.
Giappone: libro bianco avverte sui rischi del disaccoppiamento
L’economia globale affronta una “crisi di disgregazione” sull’onda del conflitto per il primato tecnologico tra Stati Uniti e Cina. Lo ha ammesso il governo giapponese in un libro bianco, avvertendo che un “pesante disaccoppiamento economico” tra gli Stati democratici e autocratici causerebbe per gravi ricadute per entrambi, e un danno al Pil globale quantificabile in 7,9 punti percentuali di minor crescita entro il 2030. Il documento traccia lo scenario di un mondo economicamente diviso in tre blocchi: l’Occidente, guidato dagli Stati Uniti; l’Est, guidato da Cina e Russia; e i Paesi neutrali, grossomodo corrispondenti al cosiddetto “Sud Globale”. Il rafforzamento della cooperazione allo sviluppo con questi ultimi, discusso anche durante il recente vertice del G7 a Hiroshima, in Giappone, è presentato come una priorità anche nel libro bianco di nuova pubblicazione, in cui Tokyo ribadisce l’importanza di ricostruire un ordine commerciale basato sulle regole e di rafforzare le catene di fornitura. (Agenzia Nova)
A cura di Agnese Ranaldi
Laureata in Relazioni internazionali e poi in China&Global studies, si interessa di ambiente, giustizia sociale e femminismi con un focus su Cina e Sud-est asiatico. Su China Files cura la rubrica “Banbiantian” sulla giustizia di genere in Asia orientale. A volte è anche su La Stampa, il manifesto, Associazione Italia-Asean.