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In Cina e Asia – Ucraina: incontro tra rappresentanti di Cina e Nato

In Notizie Brevi by Redazione

I titoli di oggi:

  • Ucraina: incontro tra rappresentanti di Cina e Nato a Bruxelles
  • G20, la Cina sostiene la Russia nel bloccare il comunicato congiunto
  • Chip war, i “fab 4” al lavoro per una supply chain resiliente
  • Satelliti, il piano di Pechino contro Starlink
  • La Cina espande i test per la coltivazione di mais e soia OGM
  • India e Germania, Scholz promette un accordo di libero scambio
  • Corea del Nord, Kim apre un incontro sulla situazione agricola
Guerra in Ucraina, incontro tra rappresentanti di Cina e Nato a Bruxelles

A ridosso dell’anniversario dall’inizio della guerra in Ucraina, Cina e Nato sono tornate a parlarsi in un vertice a Bruxelles. Come riportato dal South China Morning Post, nei colloqui tra la delegazione cinese e alti funzionari dell’organizzazione militare del Patto Atlantico si è discusso, oltre che del conflitto, anche della “sicurezza globale e marittima” e della “modernizzazione militare della Cina”. Tutte questioni necessarie al “miglioramento della comprensione e fiducia reciproche”, si legge nella dichiarazione del ministero della difesa cinese. Si tratta del settimo incontro di questo tipo dal 2010, il primo dallo scoppio della pandemia. Durante il viaggio nel vecchio continente, la delegazione cinese (guidata dal generale maggiore Yao Qin) ha parlato anche con funzionari dell’Unione Europea in Germania e Ungheria. Venerdì l’ambasciatore di Pechino a Bruxelles, Fu Cong, ha inoltre annunciato al Global Times che Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, e il presidente del Consiglio europeo Charles Michel potrebbero visitare la Cina nella prima metà del 2023. Sarebbe il preludio a “visite di alto livello molto frequenti” che potrebbero tenersi in futuro tra la Repubblica popolare e i leader europei.

Intanto, il presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato che viaggerà in Cina all’inizio di aprile. Prima di lui, a incontrare Xi Jinping a Pechino sarà il presidente della Bielorussia, Alexander Lukashenko, in visita di stato dal 28 febbraio al 2 marzo. Lukashenko è alleato di Vladimir Putin, e si teme che l’esercito bielorusso possa partecipare attivamente all’aggressione russa in Ucraina. Comunque, anche il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy ha detto di star progettando un incontro con Xi Jinping nel prossimo futuro. I due non si sono ancora mai parlati dall’inizio della guerra.

G20, la Cina sostiene la Russia nel bloccare il comunicato congiunto

Sabato si sono conclusi in India due giorni di vertici tra i ministri delle Finanze e i capi delle banche centrali dei paesi del G20 senza che si sia arrivati a un comunicato congiunto. Secondo il Nikkei Asia, questo perché i rappresentanti russi e cinesi si sono uniti nel prendere posizione contro l’inserimento nel documento di due paragrafi in riferimento alla guerra in Ucraina, che per gli esponenti di Mosca e Pechino nulla ha a che fare con le questioni economiche e finanziarie. Di altro avviso erano i restanti diciotto membri del gruppo, che hanno sottolineato le ripercussioni economiche globali generate dal conflitto. Il ministro delle finanze tedesco Christian Lindner ha detto che è “deplorevole” che la Cina abbia bloccato il comunicato. Nuova Delhi, presidente annuale del G20, si è limitata a pubblicare un “documento di sintesi” che riprendeva quanto invece era stato accordato al vertice in Indonesia dello scorso novembre. Ovvero che la maggior parte dei membri “condanna la guerra” (la parola compare nonostante le pressioni russo-cinesi) su cui però ci sono “altri punti di vista”. Nonostante queste frizioni, i membri hanno raggiunto una “posizione comune” su come affrontare il debito dei cosiddetti paesi in via di sviluppo. Quello terminato nel weekend è stato il primo grande vertice dell’anno indiano del G20: questa settimana ci sarà la riunione tra ministri degli Esteri a cui dovrebbero partecipare sia il segretario di Stato americano, Antony Blinken, che il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov.

Chip war, i “fab 4” al lavoro per una supply chain resiliente

Il ministero degli Esteri taiwanese ha comunicato che lo scorso 16 febbraio si è tenuta la prima videoconferenza tra i “fab 4”, una nuova alleanza che vede impegnati Taiwan, Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud in tema di produzione e vendita dei microchip. Al centro della discussione, la necessità di rafforzare la supply chain dopo la difficile esperienza della pandemia e intensificare la collaborazione tra i membri del gruppo. Negli ultimi mesi l’Asia è stata la grande protagonista della guerra dei chip tra Cina e Stati Uniti, tanto che le recenti manovre di Washington stanno spingendo alla revisione delle catene di approvvigionamento che passano da Pechino. In gennaio gli Usa hanno finalizzato un accordo che impegna Giappone e Paesi Bassi a limitare l’esportazione di tecnologie avanzate per la produzione di chip verso la Cina. Lo scorso 17 febbraio, inoltre, proprio il ceo dell’olandese Asml Peter Wennink ha incontrato il ministro degli Esteri sudcoreano per discutere delle collaborazioni future. Un segnale, sottolinea la testata South China Morning Post, che si sta guardando alla Corea del Sud come alternativa alla Cina. Realtà come la californiana Applied Materials hanno già annunciato piani ambiziosi per la costruzione e il finanziamento di centri di ricerca nel campo dei semiconduttori in Corea del Sud, una scelta che – insieme alla stretta statunitense sulle importazioni cinesi – porterà “più investimenti stranieri e crescita”, secondo Kim Dae-jong, professore di economia presso la Sejong University di Seul.

Satelliti, il piano di Pechino contro Starlink

La Cina potrebbe presto dare via a una rete satellitare capillare con l’intento di soffocare Starlink, il progetto analogo voluto da Elon Musk. La notizia arriva da un team di ricercatori dell’Università di ingegneria spaziale dell’Esercito popolare di liberazione di Pechino guidato dal professore Xu Can. Non è chiara l’entità del progetto “Gw”, ma si parla già di numeri comparabili al piano del miliardario statunitense, che prevede il lancio di 30 mila satelliti entro il 2027 per fornire servizi di rete internet. Secondo Xu la missione potrebbe iniziare quanto prima per contrastare il possibile monopolio di SpaceX in questo campo, ma potrebbe anche venir utilizzato per la “sorveglianza a lungo raggio e a lungo termine dei satelliti Starlink”. Questo perché, spiegano gli esperti, i satelliti a basso raggio sarebbero funzionali alla costruzione dell’architettura di difesa aerospaziale di nuova generazione. Pechino ha iniziato da tempo a lavorare a una propria rete satellitare unificata e nel 2021 il governo ha riunito tutti i progetti nel China Satellite Network Group con lo scopo di creare XingWang, una rete che fornirà servizi alla pari dei colossi delle telecomunicazioni China Telecom e China Mobile.

La Cina espande i test per la coltivazione di mais e soia OGM

La Cina espanderà la portata dei progetti pilota per la coltivazione di mais e soia geneticamente modificati (OGM), aumentando le speranze dei produttori mondiali per una futura apertura totale del secondo mercato di mais al mondo. Lo ha reso noto il ministero dell’Agricoltura e degli affari rurali cinese. Fino ad ora, a causa dei timori per la sicurezza, la Repubblica popolare si era sempre opposta all’uso degli OGM per l’alimentazione umana. Negli ultimi anni le colture geneticamente modificate approvate nel paese erano infatti finalizzate solo alla produzione di cotone o all’alimentazione dei capi di allevamento. Come riportato dal Global Times, anche questi nuovi test riguarderanno la produzione di mangimi per animali. Se tutto filerà senza intoppi “la legalizzazione potrebbe avvenire l’anno prossimo”, ha dichiarato Li Guoxiang, ricercatore presso l’Accademia cinese delle scienze sociali. La Reuters aveva anticipato che a essere coltivati con mais OGM saranno 267.000 ettari, circa l’1% dei campi destinati al mais in Cina. Il presidente Xi Jinping è un sostenitore dell’uso della tecnologia per rafforzare la sicurezza alimentare, ma non per questo la Repubblica popolare abbandonerà il proprio atteggiamento prudente sulla questione degli OGM.

India e Germania, Scholz promette un accordo di libero scambio

Sabato 27 febbraio il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha incontrato il premier indiano Narendra Modi. Dall’incontro, che si è tenuto in occasione del viaggio di una delegazione tedesca in India, sono emerse alcune promesse in tema di cooperazione economica e politica. In questa sede Scholz si è impegnato a portare avanti i negoziati per finalizzare un accordo di libero scambio tra India e Unione Europea. Il giorno successivo il leader tedesco ha poi affermato che verranno attuate delle facilitazioni all’ingresso in Germania per i lavoratori indiani nel settore IT.

Corea del Nord, Kim apre un incontro sulla situazione agricola

Domenica 26 febbraio il leader della Corea del Nord Kim Jong-Un ha aperto una conferenza politica di alto livello dedicata all’agricoltura. Secondo le stime dei ricercatori citati dall’agenzia stampa Associated Press, il paese starebbe attraversando una delle peggiori crisi alimentari degli ultimi trent’anni, con un deficit di almeno 1 milione di tonnellate di grano. L’allarme sarebbe giustificato dal fatto che non si era mai tenuto prima di oggi un incontro di questo tipo dedicato esclusivamente alle problematiche agricole. Sebbene le previsioni parlino di una situazione molto lontana dalla carestia degli anni Novanta, crescono le preoccupazioni sulle conseguenze dello stop dei flussi commerciali con la Cina causato dalla pandemia. La riunione, che si tiene nel quadro del Comitato centrale del Partito dei Lavoratori di Corea affronterà, come cita l’agenzia stampa nazionale, “i compiti urgenti che sorgono nell’attuale fase dello sviluppo economico nazionale.”

 A cura di Sabrina Moles e Francesco Mattogno