Troppe poche nascite: Pechino valuta incentivi alle famiglie
Le autorità cinesi stanno studiando la possibilità di introdurre incentivi economici per incoraggiare le nascite, dopo che decenni di politiche di pianificazione hanno lasciato il paese con una forza lavoro sempre più ridotta. L’iniziativa, avviata dalla National Health Commission, arriva in concomitanza con iniziative a livello locale. La scorsa settimana il Liaoning è diventata la prima provincia a varare un piano demografico di lungo termine mirato a portare la popolazione locale a quota 45 milioni entro il 2030. Chi deciderà di avere due figli avrà accesso a sgravi fiscali e vari incentivi. Secondo gli esperti, la situazione demografica è tra i principali fattori ad aver frenato la crescita economica del Nord-est del paese. Le province dello Heilongjiang, Jilin e Liaoning, hanno “perso” oltre un milione di persone negli ultimi 10 anni, secondo i dati della Commissione nazionale per lo sviluppo e la riforma.
La Corea del Nord continua a violare le sanzioni
Nella giornata di ieri, gli Stati Uniti hanno accusato la Corea del Nord di aver violato il tetto applicato dalle Nazioni Unite sulle importazioni nordcoreane di petrolio raffinato mediante trasferimenti illeciti tra navi in mare. Secondo un documento visionato dalla Reuters, gli Stati Uniti hanno presentato denuncia al Comitato delle sanzioni del Consiglio di sicurezza Onu relativamente all’introduzione nel paese di prodotti petroliferi raffinati ottenuti illegalmente. Tra il 1 gennaio e il 30 maggio scorso le operazioni sono avvenute almeno 89 volte, ma non è chiara la nazionalità delle navi coinvolte nel trasbordo. Secondo i dati del Comitato nel 2018 gli unici paese ad aver condotto esportazioni dichiarate sono Russia e Cina.
Intanto scricchiola l’accordo di Singapore. Proprio ieri è saltato un incontro tra funzionari di Washington e Pyongyang per il rimpatrio delle salme dei caduti durante la Guerra di Corea. Un episodio che si aggiunge Trump ostenta ottimismo e pubblica su twitter la lettera personale autografata da Kim Jong-un, fattagli avere attraverso Mike Pompeo.