In Cina e Asia – Terremoto Nepal, morti e feriti in Tibet

In Uncategorized by Gabriele Battaglia

Il terremoto in Nepal ha coinvolto anche la regione hymalaiana della Cina: il bilancio al momento è di 25 morti e oltre cento feriti. Wang Tianpu, presidente della Sinopec, la principale azienda petrolifera di Stato, è indagato per corruzione. Nuove linee-guida per la coopearazione difensiva tra Usa e Giappone. Le ipotesi di riforma del sistema giudiziario cinese. Le ultime ore prima della decisione sul destino dei cittadini australiani condannati a morte in Indonesia. CINA – Terremoto in Nepal: il bilancio cinese 

In Tibet il bilancio del terremoto che sabato scorso ha colpito il Nepal e l’intera area himalayana è di 25 morti e 117 feriti. Sarebbero inoltre crollate circa 1200 case e un tempio, danneggiati invece quasi seimila case e 54 templi. Le persone colpite dal terremoto sono più di 200.000.
Le contee di Nyalam e di Gyirong, che sono nella prefettura di Shigatse e stanno proprio al confine con il Nepal, sono le più afflitte. In tutto, gli sfollati dovrebbero essere circa 25mila. Le strade che portano a queste località di confine sono danneggiate e questo aumenta le difficoltà. Ricordiamo che la scossa di sabato, in quest’area del Tibet è stata avvertita con un’intensità compresa tra i 5,3 e i 5,9 gradi. Va infine detto che da ieri la Cina ha cancellato tutte le ascensioni primaverili all’Everest dalla parete nord, cioè quella tibetana.

CINA – Petroliere sotto inchiesta 

È un pezzo davvero grosso: Wang Tianpu, presidente di China Petrochemical Corporation (Sinopec), è indagato per “presunti gravi violazioni della legge e dela disciplina”, un eufemismo per dire “corruzione”. Sinopec è la più grande azienda petrolchimica cinese e Wang è l’ultimo alto dirigente dell’industria petrolifera a essere indagato, da quando la Commissione di Ispezione Disciplinare ha preso di mira le grandi imprese di Stato. Molti degli indagati sono stati collegati in passato all’ex zar della sicurezza caduto in disgrazia, Zhou Yongkang. I media di Stato hanno già chiamato questi funzionari “la banda del petrolio” e la vicenda indica che la campagna anticorruzione ha anche il compito di fare piazza pulita di quei piccoli reami interni all’economia che si oppongono alle riforme strutturali.

GIAPPONE – Nuove linee guida per la cooperazione alla difesa 

Foto credit: japantimes.co.jp

Giappone e Usa sono ancora più vicini da ieri. Al termine della visita del primo ministro Shinzo Abe e di una delegazione del governo di Tokyo ieri sono state annunciate nuove linee guida per l’ingaggio delle forze militari giapponesi – formalmente conosciute come Forze di autodifesa – nell’ambito di operazioni congiunte con paesi alleati. Da una parte, gli Usa si assicurano l’appoggio logistico delle forze nipponiche in aree distanti dal paese-arcipelago (in particolare in Medioriente); dall’altra Tokyo ottiene assicurazioni sulla protezione americana in caso di possibili minacce da Cina e Corea del Nord. Una mossa ampiamente prevista dopo che a luglio dello scorso anno il governo guidato dal conservatore Abe aveva approvato una nuova interpretazione dell’articolo costituzionale che impedisce al Giappone l’impiego di militari al di fuori del territorio nazionale in nome del diritto all’autodifesa collettiva sancita dall’ONU. Il pacifismo che negli ultimi anni ha caratterizzato la politica estera giapponese dal dopoguerra è ormai in ricordo: il governo di Tokyo ha fatto infatti sapere che intende procedere a una riforma della carta fondamentale entro il 2018.

CINA – Riforma giudiziaria

Ampliamento del numero dei giurati, meno requisiti di istruzione per la loro nomina, aumento del limite minimo d’età. Sono queste le prime misure inserite a titolo sperimentale nel sistema giudiziario per renderlo più trasparente e meno corruttibile. La sperimentazione avverrà in dieci province e città (tra cui Pechino) e poi, in caso allargata. La riforma del sistema è in corso dal 2005. I giurati, in Cina, sono pescati da liste compilate dalle autorità e dalle comunità locali, non sono scelti a caso come in molti Paesi occidentali. La riforma in atto dovrebbe aumentarne il numero a circa un milione. Lo scopo è di avere più giurati (scelti a caso) che giudici in ogni processo per evitare episodi di corruzione. La riforma del sistema legale cinese è una delle misure a cui la leadership punta maggiormente.

INDONESIA – Pena capitale per due trafficanti australiani, oggi il giorno del giudizio 

Foto credit: news.com.au

È il giorno decisivo per i nove stranieri condannati a morte in Indonesia. Tra loro anche i due australiani, considerati le menti dei cosiddetti nove di Bali, condannati per traffico di droga. I parenti dei due sono arrivati nel carcere dove sono detenuti, per dare loro l’ultimo saluto. Jakarta ha rifiutato anche l’ultima richiesta di clemenza, mentre monta la pressione internazionale e rischia di approfondirsi la crisi diplomatica con Canberra. 

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