La nostra rassegna asiatica
Taiwan gioca con il fuoco, via a esercitazioni militari nello stretto
L’opzione militare è sempre sul tavolo, quando si parla di Taiwan. Alcuni vascelli della marina militare cinese, tra cui una portaerei e incrociatori classe Aegis, hanno eseguito esercitazioni manovre di accerchiamento, nelle acque circostanti e entrando nella zona di identificazione aerea dell’isola. Una mossa che pare una dimostrazione di forza da parte di Pechino contro ogni accenno di aspirazione indipendentista da parte di Taiwan. Un invito alle forze indipendentiste, che hanno ritrovato nuova forza dopo l’elezione nel 2016 della democratica Tsai Ing-wen alla presidenza, a non giocare con il fuoco. La notizia delle esercitazioni arriva in coincidenza con l’arrivo del segretario alla difesa americano Jim Mattis a Pechino per una serie di colloqui con la controparte cinese in cui ribadirà la posizione di assistenza militare degli Usa a Taiwan in caso di conflitto.
Niente Cina ai mondiali, ma i fan tifano Asia — anche Giappone
La nazionale di calcio cinese non è riuscita a qualificarsi per la fase finale dei mondiali di Calcio di Russia 2018. La kermesse rimane però molto seguita dagli appassionati di calcio del Paese di mezzo. Alcuni di questi hanno ridiretto il proprio entusiasmo negli ultimi giorni verso le altre nazionali asiatiche presenti al campionato del mondo, non ultima il Giappone. Dopo la partita con il Senegal, finita con un 2–2, qualche netizen cinese ha definito i samurai blue la “luce d’Asia”. Qualcun altro ha tracciato paralleli con il famoso manga calcistico Capitan Tsubasa (in Italia Holly e Benji), molto popolare anche Oltre muraglia. Molto apprezzato anche il comportamento dei tifosi giapponesi, conosciuti per raccogliere tutti i rifiuti prima di abbandonare lo stadio. Il calcio, insomma vince anche i pregiudizi nazionalistici.
Chi non fa figli è egoista, ma intanto è emergenza sociale per i figli delle donne single
Toshihiro Nikai, segretario generale del partito di maggioranza in Giappone, il Partito liberaldemocratico, ha affermato che chi non fa figli è egoista, in quello che appare come l’ennesimo, goffo, tentativo della classe politica nipponica di risollevare le sorti demografiche del paese-arcipelago. Facendo un paragone con il periodo postbellico, periodo di crescita economica e demografica del Giappone, Nikai ha ribadito che alcune persone pensano egoisticamente che sia meglio non avere figli. Parole contraddette dai sondaggi sull’argomento che vedono il 70 per cento delle coppie giapponesi desiderose di avere più di un figlio, ma bloccate dalle difficoltà economiche. Intanto rivela un altro studio, è vera emergenza sociale: centinaia di migliaia di bambini figli di madri single (con un reddito dimezzato rispetto alla media nazionale) faticano ad accedere ai servizi di base, come asili e scuole. La povertà infantile in Giappone è oggi al 13 per cento, tra i tassi più alti dell’area Ocse.