Taiwan bloccherà i servizi di video-streaming gestiti dai colossi cinesi Baidu e Tencent. Motivo? “Siamo preoccupati che questi servizi, che hanno stretti contatti con Pechino, possano esercitare un’influenza culturale e politica su Taiwan, compromettendo le elezioni”, previste per il 2020, ha spiegato al Nikkei Asian Reviewvicedirettore del Mainland Affairs Council, l’agenzia preposta alla gestione dei rapporti con la mainland. Nel mirino ci sono iQiyi, il Netflix cinese, e Tencent Video. Mentre iQiyi è già formalmente bandito sull’isola, sono 2 milioni gli utenti attivi giornalieri grazie a una partnership tra Baidu e un’azienda locale. Da quando a gennaio Xi Jinping ha ribadito le rivendicazioni cinesi su Taiwan, le “infiltrazioni culturali” della terraferma hanno vissuto un incremento sostanziale attraverso la manipolazione dell’informazione sui social network e i servizi di messaggistica. Secondo gli esperti, la strategia adottata da Pechino oltre lo Stretto potrebbe essere facilmente replicata per diffondere la propaganda cinese anche in altri paesi [fonte: Nikkei]
Le rassicurazioni di Xi sul “socialismo con caratteristiche cinesi”
Il periodico comunista Qiushi (Cercare la Verità) spesso si rivela un’utile bussola per orientarsi nel mondo della politica cinese. Nella giornata di lunedì, il bimensile ha ripreso un vecchio discorso di Xi Jinping sul “socialismo con caratteristiche cinesi” e le sfide rappresentate dal sistema politico occidentale. Pronunciato il 5 gennaio 2013, pochi mesi dopo aver assunto le cariche di segretario generale del partito e presidente della Commissione militare centrale, il discorso – che attinge a piene mani all’eredità ideologica di Deng Xiaoping – invita i membri del partito ad “avere una solida comprensione della capacità autocorrettiva delle società capitaliste, a non sottovalutare il vantaggio a lungo termine dei paesi sviluppati occidentali su fronti economico, scientifico e militare, e a prepararsi coscienziosamente a tutti gli aspetti della cooperazione a lungo termine e della lotta tra i due sistemi sociali “. Non solo. “Per un lungo periodo a venire, il socialismo nella fase primaria deve anche cooperare e competere con i paesi capitalisti armati di una maggiore produttività sviluppata”. Perché ripubblicarlo ora? Secondo gli esperti, il messaggio di Xi va letto alla luce delle critiche americane contro il sistema cinese e le sue insidie. Ma non è da escludere che abbia anche un uso interno. Dall’inizio della guerra commerciale con Washington lamentele più o meno dirette nei confronti della postura cinese si sono levate dalle fila del partito. Ribadire la giustezza della strategia cinese è di fondamentale importanza per assicurare la stabilità del sistema davanti al rallentamento dell’economia [fonte: Scmp]
Crollano gli investimenti immobiliari lungo la B&R
Lo shopping immobiliare lungo la Belt and Road ha il fiato corto. Secondo i dati compilati dalla società di consulenza RWR Advisory, finora quest’anno, sono stati investiti meno di 1 miliardo di dollari in progetti commerciali all’estero in paesi BRI designati., lasciando presagire un netto crollo rispetto ai 14 miliardi dello scorso anno e al picco di 23,6 miliardi registrato nel 2016. Cosa succede?! Che da quando Pechino ha varato la nuova via della seta il progetto è diventato un espediente per le aziende cinesi interessate a parcheggiare capitali all’estero, spesso attraverso la costruzione di progetti controversi come casinò. Ma da quando i radar internazionali si sono focalizzati sulle criticità del piano – come l’accumulo del debito nei paesi target – molte società (come HNA, e CEFC) sono state costrette a liberarsi degli acquisti fatti sotto lo slogan della BRI. Secondo Sam Xie, analista della società di consulenza CBRE China, gli investitori immobiliari cinesi sono diventati venditori netti sul mercato globale, sebbene gli investimenti nei paesi BRI abbiano retto meglio rispetto ai progetti avviati nei mercati sviluppati [fonte: Financial Times]
Condannato a 3 anni per aver diffuso liquore sovversivo
A distanza di tre anni dal suo arresto, Fu Hailu è stato condannato a tre anni di detenzione con sospensione della pena per aver realizzato, insieme ad altre tre persone, bottiglie del liquore baijiu con etichette commemorative del massacro di Tian’anmen. L’accusa è di “incitamento alla sovversione dello Stato”. Mentre gli anni già scontati dietro le sbarre soddisfano la pena, la sentenza preannuncia una stretta sorveglianza per Fu e chiunque abbia intenzione di utilizzare il 30esimo anniversario delle proteste del 1989 per criticare la leadership comunista [fonte: Financial Times]
Giappone: educazione e territorio
Pubblicati le direttive per i nuovi testi di studio per le scuole ell’obbligo giapponesi. Le questioni territoriali irrisolte del Giappone del dopoguerra si rispecchiano nell’istruzione. Con tutti i suoi vicini Tokyo ha delle questioni di sovranità su delle isole in sospeso: Corea (Takeshima), Russia (Territori del Nord) e Cina (Senkaku). I testi sono diventati anche strumento di polemica nelle trattative in corso tra Russia e Giappone per due isole contese a nord dell’Hokkaido e a sud delle Curuli.
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Classe ’84, romana doc. Direttrice editoriale di China Files. Nel 2010 si laurea con lode in lingua e cultura cinese presso la facoltà di Studi Orientali (La Sapienza). Appena terminati gli studi tra Roma e Pechino, comincia a muovere i primi passi nel giornalismo presso le redazioni di Agi e Xinhua. Oggi scrive di Cina e Asia per diverse testate, tra le quali Il Fatto Quotidiano, Milano Finanza e il Messaggero. Ha realizzato diversi reportage dall’Asia Centrale, dove ha effettuato ricerche sul progetto Belt and Road Initiative. È autrice di Africa rossa: il modello cinese e il continente del futuro.