I titoli di oggi:
- Summit Nato: “La Cina minaccia l’ordine internazionale”
- Thailandia: il premier ed ex generale golpista Prayut annuncia di volersi ritirare dalla politica
- Taiwan, pronta esercitazione di evacuazione su larga scala
- Bulgari si scusa con Pechino per aver separato la Rpc da Taiwan sul proprio sito
- Tik Tok, senatore Usa: il “lobbying aggressivo di Pechino sta rallentando la corsa al RestrictAct”
- Allarme talenti, le aziende cinesi cercando di “riprendersi” i cittadini all’estero
- Corea del Nord: test missilistico con record di tempo di volo
- Clima, piogge record causano morti e danni in tutta l’Asia
Summit Nato: “La Cina minaccia l’ordine internazionale”
Il comunicato della prima giornata di vertice Nato a Vilnius chiama in causa Pechino tra le minacce alla sicurezza globale e ai valori del blocco euro-atlantista. Nel documento, diffuso nella giornata di martedì 11 luglio, si legge che “la Repubblica popolare cinese utilizza un’ampia gamma di strumenti politici, economici e militari per aumentare la sua influenza globale e la proiezione del suo potere, pur rimanendo opaca sulla sua strategia, intenzioni e rafforzamento militare”. Nello stesso punto si afferma che la Cina sta cercando di “sovvertire l’ordine internazionale” su diversi fronti, tra cui quello spaziale e marittimo.
Le affermazioni del gruppo avvengono alla luce di alcuni recenti movimenti che hanno visto la Cina protagonista di diverse manovre militari e di intelligence, tra cui la recente accusa circa un nuovo avamposto per la raccolta di intelligence a Cuba. Ciononostante, emerge dal comunicato, le nazioni Nato si dicono aperte alla collaborazione con Pechino anche in scenari terzi quali Africa e Medio Oriente. Un tentativo, forse, di concedere alla leadership cinese un riconoscimento per la mediazione che ha facilitato la ripresa dei rapporti diplomatici tra Iran e Arabia Saudita. Interessante anche il passaggio dedicato alla regione dell’Indo-Pacifico che, sebbene relegato verso la fine del documento, evidenzia l’interesse della Nato verso una regione oggi capace di “influenzare direttamente la sicurezza euro-atlantica”. Vengono menzionati anche, in qualità di “partner regionali“, Australia, Giappone, Nuova Zelanda e Repubblica di Corea – sebbene la possibilità dell’apertura di un ufficio Nato a Tokyo sia scomparsa dall’intero comunicato.
Immediata la risposta della missione cinese presso l’Ue, che ha condannato il “movimento verso est della NATO nella regione dell’Asia-Pacifico” e ha avvertito che “qualsiasi atto che metta a repentaglio i diritti e gli interessi legittimi della Cina riceverà una risposta risoluta”.
Thailandia: il premier ed ex generale golpista Prayut annuncia di volersi ritirare dalla politica
Martedì il primo ministro ad interim thailandese, Prayut Chan-o-cha, ha annunciato con un post su Facebook la sua intenzione di ritirarsi dalla politica, rassegnando contestualmente le dimissioni dal suo partito (United Thai Nation, UTN). L’ex generale è al potere dal 2014, quando orchestrò il colpo di Stato dell’esercito contro il governo democraticamente eletto del Pheu Thai. Dopo aver guidato la giunta militare per cinque anni, riuscì a farsi nominare primo ministro a seguito delle elezioni del 2019 (grazie a una costituzione scritta ad hoc), prolungando così il suo mandato fino alla chiamata alle urne dello scorso maggio. La debacle elettorale del fronte filo-militare – l’UTN è finito dietro anche alle altre due principali formazioni conservatrici, il Bhumjaithai e il Palang Pracharath – gli ha precluso la possibilità di estendere nuovamente il suo mandato da premier. In questi anni Prayut è sopravvissuto a casi giudiziari, voti di fiducia e grandi proteste di piazza. È previsto che resterà primo ministro fino a quando non si formerà il nuovo governo.
Giovedì 13 luglio è in programma la prima sessione congiunta di camera bassa e senato per la votazione del prossimo premier: la coalizione guidata dal leader del Move Forward, Pita Limjaroenrat, ha la maggioranza assoluta alla camera, ma per governare ha bisogno di almeno 64 voti tra i senatori. Su Pita pende anche un caso che potrebbe portarlo alla squalifica da parte della corte costituzionale.
Taiwan, pronta esercitazione di evacuazione su larga scala
Taiwan si prepara ad affrontare la simulazione di evacuazione più importante degli ultimi decenni. Come riporta il Financial Times, l’evento rappresenta un passo avanti in quelle che sono tradizionalmente le esercitazioni di Wan An (letteralmente: pace eterna), che avvengono una volta all’anno e ha una durata complessiva di 30 minuti. L’esercitazione solitamente prevede che i cittadini rimangano chiusi nelle proprie abitazioni al suono dell sirena d’emergenza e il traffico si fermi temporaneamente. Nel 2022 i toni e l’entità della simulazione si sono alzati, coinvolgendo 32 mila abitanti che avevano effettivamente dovuto raggiungere i rifugi antiaerei. Quest’anno l’operazione si allarga a un bacino di 3 milioni di abitanti, i quali sono stati invitati a scaricare una app per le emergenze e a salvare una mappa offline dei rifugi antiaerei, utile in caso di blackout delle comunicazioni. Un tentativo, si legge sul FT, di “rendere più realistiche le esercitazioni della protezione civile e le esercitazioni militari Han Kuang” alla luce delle frequenti manovre cinesi intorno all’arcipelago.
Bulgari si scusa con Pechino per aver separato la Rpc da Taiwan sul proprio sito
Bulgari ha chiesto ufficialmente scusa al governo cinese dopo che la rabbia dei netizen ha fatto emergere una “svista” sul sito del noto brand di gioielli. Secondo quanto denunciato dal web, il marchio aveva inserito Taiwan in un elenco dedicato ai diversi paesi in cui vengono distribuiti i suoi prodotti, violando così – a dire di Pechino – il principio secondo il quale la Repubblica popolare cinese prevede l’inclusione di Taiwan come una delle sue province. “Taiwan è una parte inalienabile del territorio cinese e non può essere classificata come stato”, si legge nel post di scuse pubblicato su Weibo. Bulgari non è la prima azienda che si trova a dover rettificare il proprio operato: alcuni dei casi più noti riguardano tanto le grandi aziende di moda come Versace, Coach e Givenchy che quelle compagnie aeree che hanno separato le due entità territoriali classificandole rispettivamente come “paesi”.
Tik Tok, senatore Usa: il “lobbying aggressivo di Pechino sta rallentando la corsa al RestrictAct”
Il fermo di Tik Tok negli Stati Uniti è vicino. O forse no. L’allarme lanciato da uno dei promotori del disegno di legge, il senatore dem Mark Warner, è chiaro: Tik Tok “ha speso 100 milioni di dollari in attività di lobbying e ha rallentato l’iniziativa”. Il RestrictAct permetterebbe al presidente Usa di esercitare maggiori poteri nei confronti della app della cinese ByteDance, oggi utilizzata da oltre 150 milioni di americani. Ora si attende che il Congresso decida tempi e modalità di inserimento della proposta di legge, che potrebbe venir inclusa in una più ampia serie di misure da adottare nei confronti della Repubblica popolare cinese. Nel frattempo, anche l’Australia sta valutando di bloccare la super-app cinese WeChat dopo che l’azienda ha rifiutato di comparire in tribunale nel corso di una causa che riguarda i rischi per la democrazia legati all’utilizzo dei social e alla circolazione di informazioni online.
Allarme talenti, le aziende cinesi cercando di “riprendersi” i cittadini all’estero
Molti cinesi che oggi vivono all’estero hanno una buona formazione e sono disposti a rientrare in patria. È quanto sostiene una recente ricerca portata avanti dalle aziende di reclutamento della Repubblica popolare. I cinesi all’estero non solo condividono una cultura comune e parlano correntemente la lingua del paese di origine, ma hanno spesso una rete di conoscenze e relazioni alle spalle che può aiutare le aziende cinesi a espandere i propri interessi oltre la Grande muraglia. Tra i settori più quotati si citano le biotecnologie e l’intelligenza artificiale, mentre sono gli Stati Uniti il paese dove sarebbe più alta la possibilità di reclutare i lavoratori.
Corea del Nord: test missilistico con record di tempo di volo
La Corea del Nord ha lanciato un missile balistico non identificato, con il più lungo tempo di volo di sempre. Secondo il segretario capo di gabinetto giapponese Hirokazu Matusno, il vettore ha volato per 74 minuti a un’altitudine di 6.000 km e per una distanza di 1.000 km. Il collaudo odierno segue di tre mesi il test del primo missile balistico intercontinentale a combustibile solido (ICBM). Negli scorsi giorni Pyongyang aveva accusato aerei spia americani di aver violare il proprio spazio aereo e aveva severamente condannato la recente visita in Corea del Sud di un sottomarino da crociera americano a propulsione nucleare.
Clima, piogge record causano morti e danni in tutta l’Asia
A partire dal finesettimana diversi paesi asiatici hanno dovuto fare i conti con tempeste e piogge torrenziali record. In India si contano almeno 49 morti a causa delle condizioni monsoniche estreme che hanno portato, tra le altre cose, ad allagamenti e smottamenti senza precedenti. Lo stato più colpito risulta lo Himachal Pradesh, dove si è riversata una quantità di pioggia dieci volte superiore alla media stagionale. Martedì 12 luglio anche le autorità del Giappone hanno lanciato l’allarme, segnalando come la bomba d’acqua che ha colpito il sud abbia causato ingenti danni alle strutture e almeno sei morti sull’isola di Kyushu.
A cura di Sabrina Moles; ha collaborato Francesco Mattogno
Formazione in Lingua e letteratura cinese e specializzazione in scienze internazionali, scrive di temi ambientali per China Files con la rubrica “Sustainalytics”. Collabora con diverse testate ed emittenti radio, occupandosi soprattutto di energia e sostenibilità ambientale.