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In Cina e Asia – Sullivan: “Usa e Ue allineati sulla strategia di de-risking”

In Notizie Brevi by Redazione

I titoli di oggi:

  • Sullivan: “Usa e Ue allineati sulla strategia di de-risking”
  • Asia Centrale, Qin Gang incontra i rappresentanti in vista del summit di maggio
  • L’India accusa la Cina di aver violato gli accordi sui confini
  • Italia-Cina, il report della Camera di commercio 
  • Concluse le esercitazioni congiunte Usa-Filippine
  • Il valore geopolitico della ferrovia Cina-Pakistan
  • L’Argentina pagherà le importazioni cinesi in yuan

“Quando si sposta l’attenzione dall’economia, [gli Stati Uniti] sono in competizione con la Cina su più dimensioni, ma non cerchiamo confronti o conflitti. Stiamo cercando di gestire la concorrenza in modo responsabile e cerchiamo di collaborare con la Cina dove possibile”. A dirlo è il consigliere per la Sicurezza nazionale, Jack Sullivan, che ieri ha partecipato a un incontro del Brookings Institute dedicato all'”agenda economica internazionale di Biden”. Secondo Sullivan – che ha citato tra i dossier di comune interesse il clima, la stabilità macroeconomica, la sicurezza sanitaria e la sicurezza alimentare – gli Stati Uniti stanno perseguendo la stessa strategia europea del “de-risking“, cercando di limitare il coinvolgimento della Cina nei settori che interessano la sicurezza nazionale, soprattutto il comparto militare.

Del clima da “guerra fredda” tra le due superpotenze sta risentendo anche l’industria culturale. Le case editrici cinesi pubblicano sempre meno libri in arrivo dagli Stati Uniti. Lo rivela il Financial Times, che in un approfondimento spiega i tagli ai titoli americani: circa 1.960 nell’anno 2021, meno della metà rispetto ai numeri del 2018. A influenzare il trend sarebbero i ritardi e le cancellazioni del Dipartimento centrale di propaganda del Partito comunista cinese di alcuni titoli noti, come il best seller The Premonition: A Pandemic Story di Michael Lewis. A risentire delle tensioni tra Pechino e Washington sono soprattutto i libri dedicati ai temi economici, sottolinea il FT. “C’era così tanto interesse per gli autori americani più venduti che Citic Press Group era disposto a pagare in anticipo per decine di migliaia di copie”, afferma l’editore James Wu. Ma a partire dal 2019 la situazione è peggiorata e per sei mesi il regolatore non ha emesso i codici necessari per procedere con le pubblicazioni.  “A un certo punto non potevi nemmeno pubblicare le opere di Mark Twain”, ha detto Wu. Ora la situazione si ripete, sottolinea la testata statunitense, e anche i libri di autori cinesi sugli Usa spesso non vengono venduti in patria.

Asia Centrale, Qin Gang incontra i rappresentanti in vista del summit di maggio

Giovedì 27 aprile il ministro degli Esteri cinese Qin Gang ha incontrato a Xi An i rappresentanti delle repubbliche centrasiatiche in vista del summit che si terrà il prossimo mese, il cosiddetto C+C5. In questa occasione, a poche ore dalla telefonata tra il presidente cinese Xi Jinping e l’omologo ucraino Volodymyr Zelensky, il funzionario ha cercato di coinvolgere i cinque paesi nel complesso processo di mediazione tra Mosca e Kiev. “La Cina e i paesi dell’Asia centrale condividono una visione e una posizione simili sulla crisi in Ucraina”, ha detto il ministro. Successivamente, il ministero degli Esteri cinese ha riportato che i rappresentanti di Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Uzbekistan e Turkmenistan “hanno parlato molto bene della conversazione tra Xi e Zelensky” e ritengono che “sarebbe utile per raggiungere presto un cessate il fuoco e l’inizio dei colloqui di pace “.

L’India accusa la Cina di aver violato gli accordi sui confini

L’India ha accusato la Cina di aver violato gli accordi bilaterali sulla gestione dei confini. Riferendosi agli scontri avvenuti nel 2020 nella regione del Ladakh, il ministro della Difesa indiano Rajnath Singh ha riferito all’omologo Li Shangfu che Nuova Delhi considera il massiccio dispiegamento di forze militari cinesi nell’area contesa una trasgressione dello status quo. Li, nominato capo del dicastero solo un paio di mesi fa, è il primo capo della Difesa cinese a visitare l’India dall’incidente di tre anni fa. L’incontro è avvenuto a margine di un vertice della Shanghai Cooperation Organization, di cui Nuova Delhi ricopre la presidenza di turno.

Italia-Cina, il report della Camera di commercio

Per le aziende italiane in Cina il 2022 è stato un anno di prevedibile recessione, ma per il 2023 c’è del cauto ottimismo. Lo rileva l’ultimo rapporto della Camera di commercio Italia-Cina, che ha svolto un sondaggio per capire lo stato delle aziende operanti su territorio cinese e le aspettative degli imprenditori. Tra i rispondenti, il 18% ha chiuso il 2022 in perdita, mentre il 61% dichiara di non aver raggiunto l’obiettivo di fatturato. Nel medio termine, le aziende continueranno a puntare su una strategia di diversificazione dei fornitori e dei mercati, una manovra che dovrebbe aiutare a contenere l’impatto di future crisi. Al di fuori della parentesi pandemica, sottolinea il documento, le imprese segnalano tre sfide del continuare a investire in Cina: costi crescenti, riduzione dei consumi e un ambiente che favorisce i competitor locali rispetto alle imprese straniere. Relativamente poche (3%) le realtà che hanno deciso di lasciare il paese, mentre prevale la volontà di rimanere, sebbene con una fetta importante di imprenditori che si dichiarano ancora “indecisi”.

Concluse le esercitazioni congiunte Usa-Filippine

Sono terminate nella giornata del 27 aprile le esercitazioni militari congiunte tra le forze armate degli Stati Uniti e delle Filippine nelle acque del Mar cinese meridionale. Con finale tutt’altro che eccellente, come sottolinea il Wall Street Journal. La simulazione finale prevedeva l’abbattimento di una nave da guerra grazie all’utilizzo di un lanciarazzi Himars posizionato sulla costa a quasi 20 km dall’obiettivo. Tutti e sei i lanci, però, non hanno portato a termine il compito. “Il sistema Himars si è dimostrato altamente efficace in Ucraina contro obiettivi terrestri”, si legge nel resoconto di Wsj. Ma il fallimento della simulazione “ha dimostrato la difficoltà di colpire obiettivi marittimi in movimento”. L’esercitazione, secondo gli osservatori, ha quindi stimolato diversi spunti di riflessione circa le tecnologie e l’efficienza dell’Esercito filippino in un contesto di conflitto nel Mar cinese meridionale – una delle aree più contese tra i paesi della regione, che reclamano la sovranità e i diritti di sfruttamento delle risorse locali.

Che la questione sia estremamente attuale lo dimostra la frequenza con cui si stanno verificando incidenti nella regione. Domenica scorsa si è quasi rischiata la collisione quando nei pressi della secca di Second Thomas, parte del conteso arcipelago Spratly, durante un pattugliamento una nave della Guardia costiera cinese ha intimato a due motovedette della Guardia costiera di Manila di invertire “immediatamente” la rotta, denunciando una violazione della sovranità cinese in quelle acque. L’impatto è stato evitato solo grazie alle manovre del capitano Rodel Hernandez, il quale ha dichiarato ai giornalisti di essere stato costretto a effettuare una virata improvvisa e di avere abbandonato immediatamente l’area per garantire la sicurezza del personale a bordo. La nave trasportava infatti anche diversi corrispondenti della stampa internazionale, invitati da Manila ad unirsi al pattugliamento per testimoniare la condotta sempre più aggressiva di Pechino nel Mar Cinese Meridionale.

Il valore geopolitico della ferrovia Cina-Pakistan

Nonostante l’alto costo, è necessario portare a termine i lavori della ferrovia Cina-Pakistan. Il più grande progetto di mobilità che rientra nella Belt and Road Initiative è finito sotto la lente degli analisti per l’ingente somma necessaria per il completamento dell’opera: circa 400 miliardi di yuan, cioè 57,7 miliardi di dollari. Le reticenze, però, cedono il passo alla spinta di concludere il progetto, grazie al valore strategico dell’infrastruttura, secondo uno studio di fattibilità commissionato dal governo cinese. Lo studio ha evidenziato che il piano infrastrutturale potrebbe determinare importanti implicazioni geopolitiche, contribuendo a rimodellare il commercio e la relazioni diplomatiche in tutto il continente eurasiatico. 

Uno dei motivi del costo elevato è da riconoscersi nella caratteristica tipica del terreno, che è montuoso e geologicamente complesso. La ferrovia di 3.000 km collegherà le regioni occidentali della Cina con il Mar Arabico, aggirando lo Stretto di Malacca e riducendo la dipendenza dal Mar Cinese Meridionale. I collegamenti con altre reti di trasporto delI’Iran e Turchi fornirebbero una rotta più diretta verso l’Europa per le merci cinesi; il Pakistan, invece, vedrà facilitato il commercio con la Cina.

L’Argentina pagherà le importazioni cinesi in yuan

Ulteriore successo per la Cina nella sua corsa alla de-dollarizzazione. L’Argentina pagherà le importazioni cinesi in yuan e non più in dollari per preservare le sue riserve estere in calo. Il paese sudamericano sarà in grado di programmare un volume di importazioni in yuan del valore equivalente di oltre 1 miliardo di dollari a partire dal prossimo mese, e successivamente circa 790 milioni di dollari di importazioni mensili saranno pagati nella valuta cinese. La decisione arriva nel pieno delle difficoltà economiche dell’Argentina, che sta operando forti controlli sui cambi per limitare gli effetti di una devastante crisi finanziaria, con un’inflazione dilagante che ha superato il 100% su base annua. Nel novembre dello scorso anno, l’Argentina ha ampliato di 5 miliardi di dollari uno scambio di valuta con la Cina, cercando di rafforzare le riserve internazionali del paese.

A cura di Serena Console, Sabrina Moles, e Alessandra Colarizi