I titoli di oggi:
- Sullivan: “Biden chiederà a Xi di ristabilire i contatti militari”
- Cina, lanciato nuovo organo per combattere i rischi finanziari nell’industria IT
- Meta torna in Cina dopo 14 anni (ma solo per vendere hardware)
- Gaza, i paesi del Sud-Est asiatico ripensano alle relazioni con gli Stati Uniti
- Filippine, prime esercitazioni militari congiunte da “osservatore” con Giappone e Stati Uniti
- India e Usa produrranno veicoli corazzati da dispiegare al confine con la Cina
- Mar Cinese meridionale, ancora scontri tra navi cinesi e filippine. Il Vietnam procede con nuove isole nelle Spratly
Joe Biden cercherà di far “avanzare la palla” per ristabilire i contatti militari con la Cina durante il suo incontro con Xi Jinping, previsto mercoledì a San Francisco. Lo ha dichiarato alla CNN il consigliere per la Sicurezza nazionale, Jake Sullivan, aggiungendo che il ripristino degli scambi tra le rispettive forze armate potrebbe avvenire a tutto campo: dal livello di leadership fino al livello operativo tattico, nonché “sull’acqua e nell’aria nell’Indo-Pacifico”. “Questo [dei contatti militari] è un punto importante dell’ordine del giorno”, ha sottolineato il funzionario americano. Intanto continuano a emergere indiscrezioni sull’agenda dei due leader. Secondo il South China Morning Post, in cantiere c’è un accordo per vietare l’uso dell’intelligenza artificiale negli armamenti autonomi, come i droni, così come nel controllo e dispiegamento di testate nucleari. Resteranno tuttavia molti nodi da sciogliere. Per il Financial Times, la Cina vuole maggiori rassicurazioni su Taiwan, che Biden difficilmente concederà limitandosi a ribadire che il Stati Uniti non appoggeranno l’indipendenza dell’isola. Non per nulla la Casa Bianca ha già annunciato che non è prevista la pubblicazione di un comunicato congiunto.
Cina, lanciato nuovo organo per combattere i rischi finanziari nell’industria IT
L’Amministrazione nazionale per la regolamentazione finanziaria (NAFR), il nuovo organismo annunciato a marzo nell’ambito della massiccia riforma amministrativa voluta da Xi, avrà un dipartimento dedicato all’industria tecnologica. Secondo quanto rivelato dalle autorità cinesi venerdì, il ruolo principale dell’agenzia sarà quello di elaborare piani di sviluppo e sistemi di supervisione dei rischi legati alla tecnologia dell’informazione. Il dipartimento avrà anche funzioni di controllo della sicurezza dei dati e delle infrastrutture critiche nel processo di promozione dell’economia digitale. A sottolineare quel nesso tra tecnologia e finanza emerso con il caso di Ant Group, il nuovo ente si occuperà anche di prevenire le attività finanziarie illegali e proteggere i diritti dei consumatori.
Meta torna in Cina dopo 14 anni (ma solo per vendere hardware)
L’azienda di Mark Zuckerberg, Meta, ritornerà ad operare in Cina dopo 14 anni dalla chiusura di Facebook. Non però con il social network da tempo vietato all’interno dei confini della Repubblica popolare, ma con una versione low-cost del suo visore per la realtà virtuale. Secondo il come Wall Street Journal, l‘accordo firmato con il gigante tech Tencent permetterà all’azienda della Silicon Valley di rientrare nel mercato cinese nella speranza di dare slancio a uno dei suoi prodotti di nicchia. Ancora ignoti i dettagli dell’accordo, che avviene in un quadro normativo ancora incerto sugli usi e i limiti della realtà virtuale in Cina. Dove, però, da tempo ci si è iniziati a dotare di strumenti giuridici per regolamentare il mondo dei big data e dell’intelligenza artificiale.
Xi Jinping riscopre il modello maoista di risoluzione delle controversie sociali
Fengqiao jingyan (枫桥经验), o “Esperienza di Fengqiao”. È uno dei modelli maoisti al quale da anni si sta ispirando Xi Jinping, ovvero il principio secondo cui (finché è possibile) i conflitti sociali vadano risolti a livello popolare e senza il coinvolgimento dei tribunali. Mao Zedong lo sdoganò nel 1963 riferendosi al meccanismo virtuoso innescato nella cittadina di Fengqiao, nello Zhejiang. A seguito della morte di Mao è stato Xi il primo leader del Pcc a citare pubblicamente la Fengqiao jingyan, nel 2013, dopo averla già nominata nei suoi anni da segretario del partito nello Zhejiang.
Come riportato dal South China Morning Post, la scorsa settimana Xi ha tenuto una conferenza a Pechino insieme ai rappresentanti di alcune autorità locali che applicano il modello, durante la quale il ministro per la Sicurezza dello Stato, Chen Wenqing, ha dichiarato che la Fengqiao jingyan verrà attuata in tutto il paese per la gestione delle piccole controversie locali. Già oggi esistono migliaia di “consulenti per la sicurezza”, assunti da banche o aziende private, che collaborano con successo con la polizia per prevenire truffe o altri tipi di microcriminalità. Se da un lato si potrebbe rivelare un metodo efficace per il mantenimento della stabilità all’interno delle singole comunità, dall’altro, secondo diversi analisti, il meccanismo potrebbe diventare uno strumento di sorveglianza politica e sociale. In parte anche grazie allo sfruttamento dei big data, utilizzati per il contrasto ai crimini ma anche per controllare e censurare le attività online dei cittadini.
Gaza, i paesi del Sud-Est asiatico ripensano alle relazioni con gli Stati Uniti
Mentre prosegue l’invasione israeliana della Striscia di Gaza e continua a crescere il numero delle vittime palestinesi, nel Sud-Est asiatico ci si chiede come gestire le relazioni diplomatiche con gli Stati Uniti, alleati di Israele. Come riporta lo Straits Times, l’antipatia dell’opinione pubblica nei confronti di Washington sta aumentando e si sta sempre più trasformando in una questione di politica interna per i governi della regione. La gestione dei rapporti con la Casa Bianca è un problema soprattutto per i paesi a maggioranza musulmana, come Malesia e Indonesia. Nelle ultime settimane il primo ministro malaysiano, Anwar Ibrahim, ha alzato i toni della retorica anti-israeliana e anti-americana per non perdere il supporto degli elettori musulmani. Più moderato, ma comunque pro-palestinese, il linguaggio del presidente indonesiano Joko Widodo, che ci si aspetta possa spingere per un cessate il fuoco in occasione dell’Apec a San Francisco. Secondo diversi analisti è però difficile che queste divergenze implicheranno conseguenze a lungo termine per le relazioni con Washington. Sia Malesia che Indonesia hanno interesse a mantenersi in equilibrio tra Stati Uniti e Cina, ed è improbabile che alle parole di condanna seguano azioni concrete. Piuttosto c’è chi avverte del pericolo di un potenziale rafforzamento del terrorismo jihadista nel Sud-Est asiatico.
Filippine, prime esercitazioni militari congiunte da “osservatore” con Giappone e Stati Uniti
Venerdì sono iniziate le “Annualex”, le esercitazioni militari guidate dalle Forze marittime di autodifesa giapponesi che si tengono ogni due anni nei mari dell’Asia-Pacifico. Come riportato da Reuters, oltre a Stati Uniti, Canada e Australia quest’anno vi partecipano per la prima volta anche le Filippine, con lo status di osservatore. Le Annualex 2023 dureranno 10 giorni e si terranno proprio nel Mare delle Filippine, coinvolgendo 30 imbarcazioni e 40 aerei militari. La presenza della marina filippina conferma la volontà di Washington, Tokyo e Manila di rafforzare la propria cooperazione in termini di sicurezza marittima.
India e Usa produrranno veicoli corazzati da dispiegare al confine con la Cina
I governi di India e Stati Uniti hanno siglato un accordo per collaborazione sulla produzione di Stryker, un tipo di veicoli corazzati da combattimento. La decisione è stata annunciata al termine della doppia ministeriale tra ministri della Difesa e degli Esteri tenutasi a Nuova Delhi nella giornata di venerdì 10 novembre. L’iniziativa “rafforzerà la sicurezza dei nostri paesi diversificando le catene di approvvigionamento e sostenendo l’interoperabilità tra i nostri eserciti”, ha dichiarato il Segretario alla Difesa statunitense Lloyd Austin. Ciò avviene in un contesto di crescente rafforzamento dei legami tra i due paesi in materia di sicurezza e questioni militari, con una particolare attenzione al futuro utilizzo delle tecnologie condivise lungo il confine conteso tra India e Cina, dove gli ultimi scontri si sono registrati a dicembre 2022.
Mar Cinese Meridionale, ancora scontri tra navi cinesi e filippine. Il Vietnam procede con nuove isole nelle Spratly
La Guardia costiera delle Filippine ha denunciato un nuovo scontro tra navi battenti bandiera cinese e un suo gommone con a bordo dei giornalisti stranieri. L’imbarcazione, che si trovava nei pressi di un relitto localizzato vicino a un avamposto nel conteso atollo delle Spratly nel Mar Cinese Meridionale, è stato inseguito da tre motoscafi cinesi fino a che l’intervento delle autorità filippine non ne ha fermato il tentativo di intimidazione. Si tratta solo dell’ultimo episodio del genere, segno delle crescenti tensioni in un’area dove Pechino ha aumentato la sua presenza con pattugliamenti e nuovi insediamenti.
Nel frattempo, anche il vicino Vietnam ha a sua volta costruito nuove isole nella stessa area, che Hanoi rivendica come suo territorio di competenza. L’emittente statunitense Radio Free Asia ha pubblicato le evidenze fotografiche che mostrano un importante lavoro di dragaggio dei fondali al fine di estendere le terre emerse presenti. L’estensione, che il think tank Asia Maritime Transparency Initiative ha valutato sui 540 acri (e interessa in particolare il Barque Canada Reef), risulta notevolmente minore rispetto alle tre grandi isole artificiali cinesi ottenute tra il 2013 e il 2016 con la creazione di 3200 acri di nuove terre emerse.
A cura di Sabrina Moles e Francesco Mattogno e Alessandra Colarizi